E’ una Nazionale da febbre a 90 (milioni di euro)

È il valore minimo nel quadriennio 2019-22. Volano le entrate commerciali: +50%. Nuova strategia mediatica e commerciale per aumentare ricavi

Febbre a 90 per l’Italia. Milioni, s’intende. Il valore della Nazionale cresce anche “contro” gli eventi (l’eliminazione dal Mondiale russo prima, la pandemia poi). Oggi il quadriennio azzurro vale minimo 360 milioni, quindi 90 all’anno. Minimo. Si può presumere che andremo un po’ avanti all’Europeo; in Nations puntiamo alla finale; e la qualificazione al Mondiale non può sfuggire, non scherziamo.

In qualche modo la cifra totale aumenterà grazie ai risultati, ma questa è una “variabile” sportiva. Il resto sono contratti, diritti tv, sponsor e una nuova operazione mediatica e commerciale che sta rilanciando gli azzurri dopo il fallimento del 2018.

Strategia doppia

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Due mosse hanno cambiato lo scenario. Intanto la Figc ha deciso di fare a meno dell’advisor per la raccolta di sponsor, creando una nuova area commerciale e rinunciando al minimo garantito. Una scommessa. La risposta è stata positiva. I ricavi commerciali sono aumentati del 50%. Inoltre Mancini ha dato visibilità: l’Italia gioca bene, la passione è tornata, i tifosi si sono riavvicinati e novità come la docu-serie Sogno azzurro su Rai 1 sono il risultato di una nuova strategia d’immagine per un nuovo rapporto con i tifosi. Non l’unico: Casa Azzurri, che per la prima volta si autofinanzia, sarà aperta al pubblico. Un dato: nella Nations League, secondo l’Uefa, l’Italia è stata la nazionale con più richieste ufficiali di interviste (su 55).

tv e sponsor tecnico

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Diritti tv e sponsor tecnico sono tradizionalmente le due voci più ricche. Il quadriennale ‘19-22 vale 140 milioni circa (126 dall’Uefa per i diritti centralizzati e 14 dalla Rai per le altre nazionali e le esclusive della Nazionale). Lo sponsor tecnico è la Puma, un lungo contratto (18 anni) in scadenza nel dicembre 2022, un Mondiale vinto. Il valore è oltre i 90 milioni (più di 22 all’anno). Non è ufficiale, ma si sa che dopo il Mondiale subentrerà l’Adidas. Sarà un contratto molto lungo, su cifre quasi doppie, per far entrare l’Italia nella top 5 mondiale con Brasile, Germania, Inghilterra e Francia. L’obiettivo è anche vendere più maglie. Per dare un’idea del futuro: oggi Adidas dà 50 milioni all’anno alla Germania e 20 alla Spagna. Il rivale Nike ne paga 50 alla Francia e quasi 40 all’Inghilterra.

sponsor e premi

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La voce schizzata in alto è quella dei ricavi commerciali: da 70 a circa 105 milioni (+50%). Sono top, premium e official partner, fornitori, licensing, social, insomma tutte le voci del commerciale, oltretutto in un momento (2020) in cui il mercato ha perso il 36%. Al contrario, la cifra del botteghino è naturalmente crollata tra 2020 e 2021 con gli stadi chiusi: nel quadriennio si andrà sui 6/7 milioni. Migliorano i premi Uefa e Fifa. Due Nations League hanno assicurato 9 milioni, la qualificazione all’Euro altri 9,25, poi dipenderà dai risultati. Vincendo tutto si arriva a 80 milioni. In teoria, naturalmente…

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