È un City di marziani: Real travolto 4-0! Guardiola in finale di Champions contro l’Inter

Netta vittoria della formazione di Pep: decidono una doppietta di Bernardo Silva nella prima frazione, un’autorete di Militao e Julian Alvarez nella ripresa. Mai pericolosi gli uomini di Ancelotti

Filippo Maria Ricci

17 maggio – Milano

Sarà City-Inter. La sinfonia di Guardiola ha stonato il Real Madrid, che dopo l’1-1 del Bernabeu all’Etihad ha perso 4-0 travolto da un primo tempo colossale del Manchester City. Estasi inglese, con rivincita inclusa dopo la semifinale buttata via lo scorso anno in maniera rocambolesca a Madrid. Nel 2022 il Real si era imposto 6-5, nel 2023 è andato sotto 5-1. E stasera non ha nemmeno segnato Haaland: doppietta di Bernardo Silva, impalpabile al Bernabeu, autogol di Militao, rete di Julian Alvarez col primo pallone toccato dopo aver sostituito il norvegese. Con un Courtois colossale, baluardo tra i suoi irriconoscibili compagni.

INCROCI

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A Istanbul il 10 giugno, nel giorno del compleanno di Carlo Ancelotti, si affronteranno Guardiola e Inzaghi. Pep che non vince dal 2011 arriva alla quarta finale e cerca il terzo successo, Simone al debutto che vuole diventare il primo italiano a portare l’Inter sul tetto d’Europa. L’inter che sogna il quarto titolo e non vince dal 2010, un anno prima del trionfo di Guardiola. E poi ovviamente il City con l’ossessione della prima Champions, cercata da anni a suon di milioni di milioni: nelle ultime 4 stagioni due semifinali e due finali.

STRAPOTERE INGLESE

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Il City ha conquistato la finale annichilendo il Real Madrid, 5 Champions negli ultimi 9 anni, 11 semifinali negli ultimi 13, campione uscito per lo strapotere degli avversari inglesi. Nei primi 10 minuti le statistiche dicevano: 100 passaggi riusciti del City contro i 10 del Real. Siamo andati avanti su quello spartito li: da una parte una squadra padrona della palla e del gioco, dall’altra una squadra che voleva lasciar fare sperando che passasse la burrasca, come era successo al Bernabeu. Ma se a Madrid una settimana fa il City non aveva creato grandi pericoli, Haaland, al debutto contro il grande rivale e al Bernabeu, era parso umano e Bernardo Silva spaesato, stasera è stato un massacro.

GEOMETRIA CELESTIALE

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Il Robocop norvegese in 21 minuti ha costretto Courtois a due parate stratosferiche con due colpi di testa da distanza ravvicinata. Voli impressionanti del portiere belga. Madrid alle corde dal primo minuto. Come un ‘equipo pequeño, impaurito, molle, incapace di mettere insieme tre passaggi o di difendere con grinta. E battuto al 23’ da un’azione di geometria celestiale dei rivali, chiusa da un taglio chirurgico di De Bruyne per Bernardo Silva che, solissimo per il depistaggio operato su Kroos, ha battuto Courtois.

MANUALE DEL CALCIO

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Inno al calcio degli inglesi che è proseguito. Poi una piccola pausa con due apparizioni di Vinicius e Benzema e un gran tiro dalla distanza di Kroos che ha terminato la sua folle corsa sulla traversa di Ederson. “Il Madrid c’è – uno pensa –. Non muore mai”. Vero, ma non stasera. Perché dall’altra parte c’è il manuale del calcio, e le pagine scritte da Guardiola portano il lettore neutrale a godersi il secondo gol del City. Stavolta siamo a sinistra: Grealish taglia per Gundogan, tiro rimpallato, Bernardo Silva è il primo al rimbalzo, colpo di testa preciso che piazza la palla dove non può arrivare nemmeno il tentacolare Courtois.

CAMBIO CRITICATO

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Vinicius che va a parlare con Ancelotti per avere chiarimenti e rassicurazioni che Carlo non è in grado di dargli. Madrid mai aggressivo, sempre passivo. Carlo che aveva attirato su di sé alzate di sopracciglio del madridismo al momento della comunicazione della formazione per aver lasciato fuori Rudiger, per far rientrare lo squalificato Militao. L’ex romanista al Bernabeu aveva seccato Haaland. Pep invece aveva scelto gli stessi dell’andata, che a Madrid avevano giocato 90 minuti perché il catalano aveva deciso di lasciare la sua impronta sulla gara decidendo di non fare cambi.

TRENTA A ZERO

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E così in campo all’inizio c’erano 30 Champions, quelle vinte dai madridisti, contro zero, la quota inglese. Speriamo che l’Inter possa lasciarli li, senza nulla in mano. Sarà dura, perché il City ha 24 vittorie e 2 pari nelle ultime 26, ha le mani sulla quinta Premier League in 6 anni, è in finale di FA Cup e pertanto cerca il triplete che Guardiola ha vinto nel 2009 col Barcellona. Un anno prima di quello nerazzurro.

RITMO RIDOTTO

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Dopo i 13 tiri del City verso la porta di Courtois del primo tempo la serata di Manchester è proseguita in maniera più soft. Gli inglesi dopo l’intervallo si sono tranquillizzati, come era successo anche a Madrid, i blancos hanno risposto all’obbligo di risveglio con abnegazione. Ma nulla di esagerato eh? Carlo ha tolto Modric, superato in campo e abbracciato fuori in maniera molto affettuosa da Ancelotti, per mettere Rudiger e spostare Alaba a sinistra e Camavinga in mezzo. Poi Asensio per Kroos, con il Madrid a trazione interiore. Tutto inutile.

HAALAND AL PALO

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Il City è su un altro pianeta. E allora ecco il terzo miracolo di Courtois, che con lo stinco sinistro ha deviato sulla traversa una conclusione di nuovo ravvicinata, col destro, di Haaland dopo una magia di Gundogan. Un contro personale quello del belga con il norvegese, che per la prima volta in questa Champions non ha segnato in casa. E il terzo gol del City, segnato involontariamente da Militao maldestro su un calcio di punizione di De Bruyne da sinistra. Poi è tempo di ‘rondo’, o torello, da parte del City, accompagnato dai cori dei Citizens in tribuna che nel recupero hanno festeggiato la rete di Julian Alvarez, l’argentino che in nazionale ha tolto il posto a Lautaro Martinez, servito da Foden. Ecco. Il City in panchina ha gente così: Alvarez, Foden, Mahrez… La dodicesima vittoria di Guardiola contro il Madrid è da mille e una notte. E ora vediamo cosa decide Florentino Perez rispetto al futuro di Ancelotti: mal che vada a Carlo resta la panchina del Brasile.

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