È sempre Juve: finale! L’Inter ci prova ma non sfonda

Dopo l’1-2 dell’andata, i nerazzurri mettono a lungo sotto l’avversario ma non riescono a segnare e falliscono un altro obiettivo. CR7 e compagni il 19 maggio sfideranno una tra Atalanta e Napoli

Juve-Inter si rivela un film già visto una settimana fa, con la squadra di Conte a gettare il cuore oltre l’ostacolo, come successo nel secondo tempo al Meazza, salvo sbattere contro il muro bianconero. La differenza la fanno i due errori di martedì scorso e quell’1-2, lo 0-0 nel ritorno dello Stadium qualifica alla finale del 19 maggio Ronaldo e compagni. Di fronte ci sarà la vincente di Atalanta-Napoli, in programma domani dopo lo 0-0 dell’andata.

Primo tempo

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Senza Bonucci, Pirlo chiede a Bentancur di abbassarsi tra i centrali Demiral e De Ligt per impostare. Danilo e Alex Sandro così aumentano la densità a centrocampo, col paradosso che Cuadrado spesso si accentra, perdendo efficacia e facilitando il lavoro di Darmian. Nell’Inter, Conte punta su Eriksen mezzala, forse anche per dare un’alternativa in regia a Brozovic, schermato all’andata visto che il gioco nasce spesso da lui. Ne deriva un avvio tattico, a ritmi non certo folli, con la Juve a fare tanto possesso palla orizzontale dal basso per fare uscire l’Inter, che però non ci casca. I nerazzurri all’inizio si limitano a un pressing ponderato, pronti a ripartire soprattutto a destra con la freccia Hakimi, che al 22′ viene murato da Demiral e due minuti dopo obbliga Alex Sandro al fallaccio da ammonizione al limite dell’area. La squadra di Conte ora alza il volume della radio, ma non trova l’acuto giusto. Lukaku di fianco mette fuori di un amen la punizione di Eriksen, che poco dopo centra Demiral da ottima posizione, con Lautaro che svirgola malamente il tap-in a porta spalancata. Scene appunto già viste anche all’andata, soprattutto nel secondo tempo. Quando mancava Lukaku, che stasera però sbatte a vuoto contro De Ligt, grosso quanto lui ma anche più veloce. Nel finale di tempo si accende in compenso Ronaldo ma prima De Vrij (super in scivolata), poi Handanovic con i piedi e Bastoni col corpo sono vigili.

Secondo tempo

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Si riprende senza sostituzioni. L’Inter stavolta non aspetta i primi 20′ per aggredire. Il sinistro di Hakimi al 7′ è alto di poco, la Juve è brava a tenere dietro e a non commettere errori gravi nella propria area. Perisic per Darmian, al 14′, è il primo cambio per aprire il bunker bianconero. Pirlo però in panchina ha ben altro arsenale e gli basta inserire McKennie per il molle Bernardeschi per rialzare la testa. Proprio l’americano piazza un break che mette Ronaldo davanti ad Handanovic, bravo a restare in piedi e a fermarlo. Conte richiama Bastoni ed Eriksen per Kolarov e Sensi, ma l’Inter col passare dei minuti paga lo sforzo e sembra crederci meno. E di là sono guai quando si accende Ronaldo, che slalomeggia tra Skriniar e Barella, esaltando di nuovo Handanovic. Almeno lui ci prova, mentre Lukaku non incide mai e quando al 77′ ha la palla giusta la rumina e si fa murare da Demiral. Quando all’82’ entra Chiellini per Cuadrado, la vallata si oscura ancor di più. Le mischie arrembanti ma confuse nel finale ricordano quelle contro lo Shakhtar in Champions e certificano i fallimenti di Coppa. A Conte ora resta lo scudetto per salvare la stagione.

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