È Barrow l’uomo derby, il Bologna si mette al sicuro. Parma, adesso si fa dura

Partita decisa dalla doppietta di Barrow su assist di Sansone, nel recupero in gol anche Orsolini. La squadra di D’Aversa resta penultima. Mihajlovic a +8 sulla zona salvezza

Dal nostro inviato Matteo Dalla Vite

7 febbraio – PARMA

A fine gara il Tardini è avvolto dalla voce di Vasco Rossi che canta “Come nelle favole”: per il Parma è un incubo e quella canzone sembra una beffa sonora perché l’inabissamento si fa sempre più pericoloso e perché uno 0-3 casalingo davanti a un Bologna praticamente perfetto fa male e non scatena certo pensieri belli. Ora la squadra di Sinisa è a dieci punti da quella di D’Aversa che dai suoi avrebbe voluto veder più rabbia (quella della ripresa) da subito: probabilmente il cambio di modulo per tutto il Lato A del match (un 5-3-2 indigesto) ha indirizzato malamente una gara in cui Barrow (doppietta) ha infierito con chiosa finale di Orsolini. Il Parma non vince in casa da ottobre e in assoluto dal 30 novembre: i nuovi acquisti daranno una mano perché validi ma certamente servirà più fame per togliersi dal terz’ultimo posto.

Parma annodato

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D’Aversa, come detto, abbandona il tridente e cerca di mettere in difficoltà Mihajlovic con un 5-3-2, Conti da una parte e Gagliolo dall’altra a fare i quinti e davanti Gervinho e Cornelius: Pellé non è nemmeno in panchina, sito in cui trovano inizialmente posto Man e Zirkzee, altri due acquisti della corposa sessione di mercato invernale del Parma. Sinisa Mihajlovic non cambia spartito e, come previsto, mette Tomiyasu a destra e insiste con Barrow centravanti: fuori Palacio, alla quarta panchina iniziale di fila, e solito 4-2-3-1. Il dispositivo di D’Aversa non è ben digerito dai ragazzi crociati che, con evidenza, sembrano più disorientati che indirizzati con un gioco preciso e automatismi sicuri: così, un retropassaggio di Gagliolo a Sepe rischia di diventare un autogol clamoroso al minuto 11 sul quale non riesce a intervenire Skov Olsen; e così, poi, arriva il vantaggio del Bologna. La punizione che arriva da sinistra è di Sansone, palla sul secondo palo e Barrow la piazza di testa con Conti (il più vicino) in differita. E’ il 19’ e il Parma trova una scossa con Kucka (colpo violento ribattuto da Tonmiyasu) e Brugman (bella parata al 29’ di Skorupski). Sono petardi, perché il Bologna – più sciolto e sicuro delle proprie linee guida – va a prendersi il doppio vantaggio con ancora Sansone che imbuca la palla fra Conti e Bani servendo Barrow: colpo in diagonale di sinistro e al 33’ è 0-2.

San Musa

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Nella ripresa D’Aversa cambia tutto: uno alla volta mette dentro cinque uomini e, passando al consueto 4-3-3, comincia a chiudere il Bologna nella propria area: Skorupski è bravo su Cyprien e viene percorso da brividi per colpa di Gagliolo (palla a lato al 4’), Kucka e Mihaila, ma sostanzialmente il Bologna rischia lo 0-3 in più occasioni, un triplo vantaggio che non arriva per sprechi di vario genere soprattutto di Orsolini che poi si fa perdonare da Sinisa Mihajlovic quando mette il terzo gol in contropiede. Parma piallato, Bologna che risale al tredicesimo posto e con Barrow che dà una risposta piena nel ruolo di centravanti: doppietta, come fece un anno fa esatto a Roma quando il Bologna vinse all’Olimpico contro i giallorossi. Il 7 febbraio, insomma, diventa San Musa.

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