Dzeko o Lukaku? Corsa per un posto da titolare: ecco chi è il migliore secondo i dati

L’attacco dell’Inter non può prescindere da Lautaro, a cui serve però una spalla che salga di livello rispetto alle ultime prestazioni: il testa a testa è aperto

Fino a un netto punto di svolta, il duello d’attacco è destinato a fare compagnia ai tifosi nerazzurri ancora a lungo. Edin Dzeko o Romelu Lukaku: chi di fianco a Lautaro Martinez? Il dibattito è vivo tanto sui social network quanto nella testa di Simone Inzaghi, che in questo momento sta alternando i due attaccanti preferendo il linea di massima il bosniaco nelle partite più delicate come i big match.

Il dilemma è però ostico da risolvere perché alla base c’è un 2023 non certo pirotecnico da parte di entrambi. Se l’ex Roma è scarico, il belga non ha ancora ritrovato la forma smagliante a cui ha abituato i tifosi nel corso del biennio di gestione Antonio Conte. Isolando il dato della Serie A, le due punte hanno giocato complessivamente 956 minuti nel nuovo anno segnando soltanto un gol a testa, compreso il rigore dell’ex Chelsea. Serve di più.

Perché Edin

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Nel complesso è sicuramente migliore la stagione di Dzeko, vista la presenza costante e il contributo sotto porta che è arrivato a 11 reti in tre differenti competizioni. Il 2023 piuttosto insipido, però, ha avvicinato i suoi numeri medi a quelli del compagno di reparto. Visto che Lukaku per ora è fermo a 4 centri e un assist, la media per partita delle due voci premia senza dubbio il bosniaco, così come l’ammontare di tiri e di tiri in porta. Dzeko in campionato tenta 3,52 conclusioni in ogni match, ben più dei poco più di 2 del belga. Insomma, quando è in forma l’ex Roma ci prova di più e con più costanza, di fatto riuscendo a rendere più concreta offensivamente la mole di gioco creata. Come detto, se si limitasse questo approfondimento alla prima metà di stagione emergerebbe con più forza il ruolo fondamentale recitato in autunno dal 36enne. L’attualità racconta però di un Edin piuttosto scarico ed è quindi questa versione che Inzaghi deve considerare quando sceglie l’assetto di partenza.

Perché Romelu

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Delle 16 presenze stagionali complessive, sono soltanto la metà quelle che Lukaku ha cominciato da inizio partita e questa può essere una parziale motivazione del ritardo che sconta nelle voci già citate. I due gol in altrettante presenze in Champions League, per esempio, fanno schizzare i dati parziali del belga nella competizione, con un alto tasso di occasioni create (dato nel quale spicca anche in campionato) oltre che expected goals e percentuale realizzativa. Soprattutto, Big Rom tocca in generale più palloni in area avversaria, il che crea apprensione nei difensori e offre a Inzaghi soluzioni di manovra differenti. Può sembrare strano, ma nel complesso è proprio l’attaccante di proprietà del Chelsea a vantare una migliore media gol per minuto (180′ a 191′) rispetto a Dzeko, proprio perché questo dato non risente nel ridotto impiego del belga. Insomma, il dubbio è di difficile soluzione ed è infatti di allenamento in allenamento che Inzaghi valuterà i progressi di ciascuno. Per esempio, è fattuale che Lukaku abbia un ottimo rapporto con la Champions League, ma è anche vero che in entrambe le apparizioni è subentrato nel secondo tempo. Più che un giocatore migliore dell’altro in senso assoluto, anche i dati statistici evidenziano quanto si tratti di due tipi differenti di calciatore. Entrambi, però devono ritrovare la miglior versione di se stessi per convincere chi sta in panchina

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