Dzeko-CR7, quasi amici: da possibile coppia a rivali in 8 giorni

Poteva essere la loro prima gara insieme ma il mercato li ha divisi ancora. Fonseca difende il bosniaco: “A Verona non si è rifiutato di entrare”. E Ronaldo con Kulusevski è più vicino alla porta

Otto giorni fa, intorno alle 11 del mattino, Edin Dzeko aveva prenotato un volo da Ciampino che lo avrebbe condotto virtualmente fra le braccia di Cristiano Ronaldo. Il giorno prima aveva svuotato il suo armadietto a Trigoria e, comprensibilmente, si era allenato in modo blando, ma da gran professionista aveva risposto presente alla convocazione di Paulo Fonseca per Verona. E presente lo ha detto anche stavolta, anche se il flusso del mercato ha fatto retromarcia e il centravanti – per la terza volta in tre anni – si è ritrovato al punto di partenza, alla Roma. Ma poiché il destino ha senso dell’umorismo, stasera non poteva che piazzargli dinanzi il compagno mancato, come se volesse far partire subito una gara di nostalgia, un po’ come quel gioco che fanno tutti, dentro e fuori dal calcio, e che si potrebbe chiamare: “Che cosa sarebbe successo se…”. Dzeko e Cristiano Ronaldo pensavano di diventare una coppia e invece stasera saranno di nuovo uno contro l’altro, come è già accaduto in passato.

OMBRE SU FONSECA

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Nel mondo dei paradossi, poi, ce n’è ancora un altro che vale la pena di sottolineare, quello che coinvolge Dzeko e il suo allenatore. Durante l’estate, la pancia dello spogliatoio ha raccontato come il centravanti ed il tecnico portoghese, nell’intervallo della partita contro il Siviglia, avessero discusso duramente. In ogni caso, a fine partita, Dzeko fu molto tagliente nel giudicare il gioco della squadra. Insomma, una rottura quasi palese, tanto che – a differenza di quanto era successo lo scorso anno con l’Inter – Fonseca stavolta non si è opposto alla sua cessione. Ma le traiettorie del mercato sono imprevedibili e stavolta è proprio l’allenatore, confermatolo capitano, a tendergli la ciambella di salvataggio, raccontando la verità sul mancato impiego di Verona. “Non è vero che Edin si è rifiutato di entrare. In settimana ci ho parlato diverse volte. È molto motivato, si è allenato molto bene e contro la Juve giocherà”. Morale: visto che tante ombre si addensano sull’allenatore – e le prime hanno le fattezze di Allegri e Rangnick – toccherà in prima battuta proprio al bosniaco “salvare” virtualmente Fonseca, con cui occorrerà ritrovare il feeling dei giorni belli.

LA STIMA DI PIRLO

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Da Torino, intanto, gli arrivano i complimenti di chi tanto avrebbe voluto allenarlo: “Dzeko è un grande giocatore, lo abbiamo ammirato tanto in questi anni — ha detto Andrea Pirlo in conferenza stampa —. Poteva diventare un calciatore della Juventus ma la trattativa non è andata a buon fine: rimane un grandissimo che stimiamo, domani però purtroppo sarà un avversario”. Quel “purtroppo” è riferito al fatto che stasera Edin sarà il pericolo numero uno per la difesa bianconera, ma è evidente che ci sia anche un pizzico (eufemismo) di rammarico per il mancato cambio di casacca (sebbene il tecnico abbia voluto precisare che Morata non è una terza scelta).

CR7 DAPPERTUTTO

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Non è un mistero che Pirlo considerasse Dzeko il centravanti ideale per giocare insieme a Ronaldo e Dybala e lo stesso CR7 aveva espresso il suo gradimento sul possibile acquisto del bosniaco, che avrebbe riempito l’area al posto suo, sgravando Cristiano da questo compito e attirando l’attenzione dei difensori avversari. Adesso Pirlo dovrà rimodulare l’attacco in base alle caratteristiche di Morata, cercando di far convivere lo spagnolo, che è un attaccante molto diverso da Dzeko, sia con Cristiano sia con Dybala. Se ne riparlerà nelle prossime partite, perché a Roma è facile immaginare che il tecnico riproporrà lo stesso tandem offensivo visto contro la Sampdoria. Cristiano nella gara del debutto ha giocato accanto a Kulusevski, lasciando allo svedese, che è più un esterno/trequartista che un attaccante puro, le incombenze tipiche del centravanti, perché lui preferisce sempre e comunque partire da sinistra. Però i dati della gara con la Sampdoria, messi a confronto con quelli la passata stagione, raccontano che Cristiano ha tirato di più in assoluto (media a partita da 2.42 a 3) e anche da dentro l’area (media da 3.85 a 6). Inoltre ha toccato il pallone più centralmente e meno sulla fascia. Magari sarà solo un caso, però Cristiano ha iniziato la stagione come mai gli era successo in Italia nelle due annate precedenti: segnando al debutto. Il paradosso è che con Maurizio Sarri CR7 si era rifiutato di fare il centravanti (ma nel tridente) dopo l’esperiemento nella semifinale di Coppa Italia con il Milan, mentre ora con Pirlo (e senza l’arrivo di Dzeko) sta beneficiando del fatto di muoversi più vicino alla porta e di avere un altro attaccante più vicino a sé.

MAYORAL COME VICE

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Per Dzeko stasera sarà un po’ come tornare al punto di partenza. La Juventus, in effetti, lo aveva cercato anche prima di approdare in giallorosso, tant’è vero che in una intervista di alcuni anni fa, l’allora d.g. bianconero Marotta ammise l’interesse per Edin, ma spiegando – vero o falso che fosse – di aver puntato su Mandzukic perché con un carattere più da combattente. La vendetta, però, com’è noto è un piatto da servire freddo e così, il 30 agosto 2015– all’esordio in una gara ufficiale all’Olimpico – Dzeko proprio contro la Juventus segnò il gol partita volando sulla testa di Chiellini (2-1 il finale). E mentre i Friedkin stasera assisteranno per la prima volta da presidenti alla partita della “loro” Roma all’Olimpico, il mercato sta per portare alla punta bosniaca il suo vice – il 23enne spagnolo Borja Mayoral del Real Madrid, che costerà una decina di milioni. Domanda: basterà per non fargli sentire la nostalgia di Cristiano Ronaldo, ancora una volta così vicino e così lontano?

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