Dzeko, Calhanoglu e quelle due sostituzioni mal digerite

Con il risultato della finale di Coppa Italia ancora in bilico sull’1-2, il bosniaco e il turco sono stati cambiati da Inzaghi e si sono lamentati con la panchina e chiedendo le motivazioni della decisione

Tutti vogliono giocare una finale, ci mancherebbe, e chi la sta giocando vorrebbe continuarlo a fare senza ritrovarsi il proprio numero di maglia in rosso sulla lavagnetta luminosa del quarto uomo. Non ci si aspetta quindi che i calciatori sostituiti si siedano in panchina sorridenti e sollevati, ma nella finale di Coppa Italia Edin Dzeko e Hakan Calhanoglu non hanno fatto davvero nulla per nascondere il proprio disappunto, immortalati dalle attente telecamere dello stadio Olimpico di Roma.

Con le pive nel sacco

—  

Fiorentina-Inter, minuto 58 non ancora scoccato. Simone Inzaghi sceglie di inaugurare le sostituzioni con un doppio cambio. L’ammonito e non brillante Alessandro Bastoni lascia il posto a Stefan De Vrij – con Francesco Acerbi che scala sulla sinistra -, mentre in attacco l’avvicendamento è ruolo su ruolo senza modificare nulla nell’assetto tattico. Lautaro Martinez è in serata di grazia e non si tocca, così deve essere Dzeko a uscire: è protagonista di una prestazione leggermente sottotono, ma soprattutto nel primo si è mangiato un gol che di solito non sbaglia a tu per tu con Pietro Terracciano. Entra Romelu Lukaku. Il bosniaco però non la prende bene e protesta con la panchina mentre oltrepassa la linea laterale, chiedendo allo staff i motivi della decisione. Inzaghi allora si avvicina al suo centravanti – che nel frattempo si è seduto – tendendogli la mano, ma il confronto continua ancora per qualche battuta finché l’allenatore non torna a concentrarsi sul campo e l’ex Roma si tiene il muso lungo.

Perché?

—  

Minuto 83, atto secondo. Questa volta, sempre con il risultato sull’1-2 e con una Fiorentina in crescita, Inzaghi toglie Calhanoglu per inserire Gagliardini. Non è una sorpresa che l’allenatore dell’Inter scelga di affrontare gli ultimi minuti di una partita con una formazione rimaneggiata e più fresca, ma è evidente che il turco avrebbe preferito restare in campo a resistere all’assalto viola. Il labiale – ripetuto più volte – è facile da intercettare mentre il centrocampista si avvia verso il compagno con le orecchie fumanti. Why? Perché? Scelta quindi non condivisa, secondo muso lungo a bordo campo nei minuti finali. Ovviamente l’esito positivo della partita e il secondo trofeo stagionale hanno spazzato via i comprensibili malumori di chi avrebbe voluto contribuire fino all’ultimo secondo alla finale, ma resta da registrare il doppio episodio. La squadra è affamata di calcio e dedita alla causa, questo senz’altro.

Precedente Lazio-Cremonese, domenica prevista affluenza record: i motivi sono due Successivo Da Liegi e Lens correndo come Forrest Gump. Openda, il 9 che non doveva giocare a pallone