Dybala toglie la maschera: “Roma e Juve, divertiamoci"

ROMA- «Voglio godermela». Il dibattito e le congetture si chiudono con un inno all’amicizia: Paulo Dybala non arriva al D-Day con un desiderio di rivalsa, con l’ansia da prestazione, con la tremarella del novizio. È “solo” una bella emozione rivedere Torino rielaborando il passato. Relax, ragazzi. In un lungo post su Instagram, accompagnato dall’immagine di un abbraccio virtuale tra il Paulo juventino e quello romanista, Dybala sintetizza la vigilia più attesa: «Lo sport dà il meglio di sé quando unisce (…). Sarà una partita piena di emozioni: tornare in una città dove ho tanti amici e giocare in uno stadio dove ho vissuto bei momenti e condiviso trofei con i tifosi bianconeri che mi hanno fatto sentire a casa per 7 anni! Questa volta però lo farò per la maglia della Roma, darò il meglio di me per far felici i tifosi giallorossi, straordinari e pieni di passione verso il calcio, che mi hanno accolto benissimo dal primo giorno». Rispetto per tutti e così sia.

Spensieratezza Dybala

Giù la maschera, allora. In tutti i sensi, perché Dybala ha già promesso che non avrebbe esultato in caso di gol. Non c’è e non ci sarà veleno allo Stadium, a 103 giorni da quelle lacrime irrefrenabili che hanno commosso l’Italia. Paulo sa che verrà applaudito, omaggiato, da un popolo che non lo avrebbe mai lasciato andare. È un successo che vale più di mille rivincite verso la dirigenza juventina, che invece lo ha scaricato. Ha già sottolineato come la separazione, vissuta in effetti malissimo, non sia stata determinata da ragioni economiche. Ma ha anche riconosciuto che fosse un diritto della Juventus ripensarsi senza di lui. Il calcio continua anche per Dybala, che ha ritrovato in un posto incredibile l’amore che credeva di aver smarrito: nessun calciatore della Roma era mai stato presentato alla gente in un monumento cittadino. Non è una vittoria, questa?

Mourinho soddisfatto di Dybala

E poi a Trigoria ha incrociato Mourinho, che dal primo giorno lo ha coccolato come un figlio. Lo chiama Paolino, gli ha affidato la sua Roma. «Non potrei essere più contento di lui – ha detto ieri – non mi aspettavo di più da un calciatore che veniva da un paio di anni difficili a causa degli infortuni e si è unito al nostro gruppo da un mese. Ma ha un ottimo atteggiamento, sta bene. Non ha ancora 90 minuti delle gambe, anche perché giocare sul terreno dell’Olimpico in questo momento è come correre su una spiaggia portoghese. Però sta facendo quello che deve. Non so come reagirà al ritorno a Torino dal punto di vista emotivo. Ma in questi giorni non ho notato niente di particolare nel suo stato d’animo».

Mourinho: "Nessun consiglio a Paulo Dybala"

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Mourinho: “Nessun consiglio a Paulo Dybala”

Dybala alla vigilia di Juve-Roma

In effetti Dybala non ha lasciato trasparire la minima emozione, anche davanti ai compagni. Ieri a Fiumicino, prima di imbarcarsi sul charter della squadra, ha firmato una dedica a due giovani tifosi che indossavano la sua maglia. E a Caselle ha risposto generosamente ai saluti di chi lo chiamava. Ma la sua espressione, sia pure rilassata, era imperturbabile. Cuffie wireless nelle orecchie per ascoltare musica, zaino nero sulle spalle, trolley nella mano destra. In serata, nell’albergo scelto per il ritiro, ha ricevuto la visita di qualche amico, rivisitando i sette anni trascorsi alla Juve, tra le cene nella villa di Strada Moncalvo, in collina, e le passeggiate per il centro con la fidanzata Oriana Sabatini. Lo stesso succederà stamattina, come è logico: a Torino, Dybala si sentirà sempre a casa (a Roma invece non ha ancora deciso dove vivere: per adesso alloggia in un grande albergo in zona Colosseo). L’essere umano ha il diritto all’emozione e il dovere della riconoscenza. Ma quando entrerà in campo, quando comincerà la partita, Dybala cercherà di pensare alla materia che conosce meglio: il pallone. Finisca come finisca. La leggerezza può salvare il mondo.


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