Dybala resiste agli arabi: c’è chi spinge, ma lui vuole solo la Roma

Se il presidente della federazione calcistica araba, il signor Yasser Al Misehal, decide di fare shopping in Europa per rinforzare il campionato saudita, non ci sono clausole che tengano, intoppi economici o problematiche di budget che possano frenare i suoi desideri. Ebbene, in questi ultimi giorni il signor Yasser Al Misehal ha provato nuovamente a portare Paulo Dybala in Arabia e a smistarlo in uno dei club che compongono la ricca Saudi Pro League. Il secondo assalto estivo, il secondo tentativo per la Joya. È probabilmente diventato un pallino della federazione araba, forse una sfida personale per arrivare a uno dei pochi giocatori che fin qui ha rifiutato le offerte faraoniche arrivate dal paese dei balocchi. Proprio per questo motivo l’ultima offerta è stata ancora più importante, finanziariamente più pesante. Tutto fatto? Macché. A frenare i desideri del signor Al Misehal non ci sono i paletti finanziari ma le ambizioni personali del giocatore. E se è vero che al cuor non si comanda, anche stavolta Dybala ha detto di no all’Arabia. 

La mossa araba per Dybala

Ma come può essere possibile, la clausola rescissoria è scaduta dieci giorni fa e i sauditi si sono di nuovo fatti sotto? L’obiezione di qualcuno ha sicuramente fondamento se parlassimo di normali società che devono portare avanti un lavoro oculato per gestire i libri contabili, rispettare i classici paletti finanziari o semplicemente evitare perdite economiche importanti. Ma qui parliamo del governo saudita e del PIF, il fondo sovrano del Regno, che hanno deciso un anno fa di acquistare altre otto squadre per attirare nuovi campioni e quindi, maggiori investitori. E allora, appunto, non c’è il rimorso di non non essere riusciti a sfruttare la clausola di 12 milioni di Dybala attiva a luglio, né la riflessione se spendere o meno qualche decina di milioni in più per assicurarsi il cartellino. Loro fanno ciò che vogliono. E a vincere l’estrazione su chi avrebbe avuto il giocatore in squadra è stato l’Al-Qadsiah, il club gestito da Saudi Aramco, la compagnia nazionale saudita di idrocarburi. Giusto per dare un’idea: il fatturato dell’impresa è di 604 miliardi di dollari. Questa estate hanno fatto spesa in Europa prendendo Nandez del Cagliari, Aubameyang, Casteels, Nacho e a breve anche Gaston Alvarez. Poi in Sudamerica acquistando Fernández dal Boca e Quiñones dal Club America. E gli occhi in questi giorni erano tutti puntati su Dybala.  

La posizione di Dybala e quella della Roma

Ma come si dice in questi casi, sono stati fatti i conti senza l’oste. Dybala fino a oggi non ha mai preso in considerazione di lasciare la Roma né tantomeno di volare in Arabia. Ha ricevuto diverse offerte nel corso dell’estate ma non le ha mai accettate. Questo perché vuole giocare nella Roma, con Soulé, per De Rossi. Vuole vincere in giallorosso, restare nel grande palcoscenico europeo anche per conquistarsi un posto in nazionale. Sì, perché Scaloni ha aperto al suo ritorno nell’Argentina e lo ha fatto sapere alla Joya proprio negli ultimi giorni. E volare in Arabia in questo momento sarebbe controproducente. Poi ci sono i soldi di mezzo, e l’offerta recapitata è ancora più da capogiro di quelle prospettate in passato, di quelle che sistemerebbero le prossime due-tre generazioni di Dybala. Motivo per cui l’agente di Paulo gli ha suggerito di non chiudere totalmente la porta ma di rifletterci su. Niente da fare, almeno per il momento e salvo clamorosi colpi di scena che nel calcio sono sempre dietro l’angolo. Paulo è fedele alla Roma e ai suoi compagni di squadra. A una settimana dall’inizio della stagione non intende ascoltare il richiamo dei dollari. La Roma intanto è venuta a conoscenza di questo nuovo assalto ed è al momento solo una spettatrice. Perché Paulo ha scelto, e nessuno all’interno del club ha intenzione di spingerlo lontano da Trigoria. Figuriamoci. Se al contrario la sua decisione fosse stata diversa, a quel punto si sarebbe ragionato sulle cifre dell’operazione, come è giusto fare in questo calcio (quello europeo, non saudita) in cui nessuno è incedibile. Ma a quanto pare anche stavolta il signor Yasser Al Misehal non è riuscito a togliersi lo sfizio di portare la Joya in Arabia, e non deve essere proprio contento. Arrivederci allora al prossimo tentativo. 


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