Dybala, maledizione infinita: ancora fermo. E allora palla a CR7-Morata

Il nuovo stop dell’argentino prolunga il suo momento difficile. Dallo stop per il Covid non è più stato lo stesso. A Parma Pirlo si affida alla coppia Ronaldo-Morata

La maledizione del 17 non smette di perseguitare Paulo Dybala. La Joya a inizio luglio ha segnato il 17esimo gol della sua stagione nel derby contro il Torino e da allora non smette di mettere in fila problemi fisici, litigi, cali di fiducia.

Gli è successo di tutto e l’ultima puntata è di ieri. La Juve a metà pomeriggio ha ufficializzato che Paulo stasera non sarà a Parma: “affaticamento muscolare alla gamba destra” durante l’allenamento. Per un ragazzo che sperava di tornare titolare e dimenticare i problemi recenti, non la migliore notizia del mondo.

l’origine: il covid

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Paulo da quel 4 luglio non ha segnato per quattro mesi e in 120 giorni ha combattuto a lungo col coronavirus, più che con gli avversari. Tra le decine di calciatori di Serie A risultati positivi, nessuno o quasi nessuno è stato colpito dal Covid con quell’intensità. Dybala si è fermato e non è più tornato quello dei primi sei mesi dell’anno, come lui stesso ha ammesso con grande onestà. In questo campionato ha giocato solo cinque partite da titolare e ha segnato soltanto al Genoa, nella partita che ha fatto sperare tutti i suoi tifosi: sembrava tornata la vecchia vita, fatta di giocate col sinistro e gol decisivi. Invece niente, questo rallentamento obbliga a ripensare a tutti i problemi degli ultimi mesi.

lione e argentina

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Prima tappa simbolica: Juve-Lione. Quel giorno Dybala arriva al campo con un problema muscolare alla coscia sinistra - elongazione del retto femorale - e chiaramente non sta bene. Sarri lo manda in campo come carta della disperazione - in una partita non decisiva, è evidente, non lo avrebbe rischiato - e Paulo si fa male di nuovo. Resta in campo un quarto d’ora e la Juve viene eliminata. Seconda tappa: Argentina. Dybala nelle prime pause del campionato viene convocato dalla nazionale ma a novembre non può esserci per una infezione alle vie urinarie. In campionato si rivede il 28 novembre e finisce al centro di un botta e risposta con Andrea Agnelli. Le frasi del presidente sul rinnovo del contratto: “Noi vediamo in Dybala il prossimo capitano della Juventus. So che lui ha già una nostra offerta che lo pone tra i 20 calciatori più pagati in Europa. Stiamo aspettando una sua risposta, ma la cosa più importante è che risponda in campo. L’ambizione è che arrivi nei primi cinque del mondo e noi dobbiamo supportarlo. Al momento, però, non è tra i primi cinque”. Paratici prima di Juve-Atalanta ha fatto sapere che per il contratto ci potrebbe essere presto un appuntamento ma in campo - e il campo è più importante del contratto - siamo all’ennesimo rallentamento.

la formazione di oggi

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Se si parla di campo, formazione. Senza Dybala, Pirlo dovrebbe affidarsi di nuovo al Moraldo: Morata più Ronaldo. Le certezze sono in difesa: a meno di svolte di giornata, Buffon andrà in campo, mentre Cuadrado sarà in panchina. Turno di riposo. Vicino a Bonucci-De Ligt difenderanno Danilo e Alex Sandro, mentre i dubbi maggiori sono in mezzo al campo. Kulusevski e Ramsey si giocano una maglia ma potrebbero anche giocare insieme. A centrocampo, invece, McKennie, Bentancur e Rabiot hanno due posti per cui lottare, considerato che Arthur non è stato convocato dopo la botta presa contro l’Atalanta: potrebbe rivedersi contro la Fiorentina. Dybala invece probabilmente ha la tentazione di tirare una riga su questo 2020 che è stato duro per tutti e, da luglio, per lui terribile. Il miglior giocatore del campionato 2019-20 non può guardare la Serie A da lontano, intristito, con una fasciatura a una gamba.

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