Dybala, la rincorsa per convincere il Maestro parte dalla “sua” Lazio

Il talento della Juventus ha segnato 11 gol ai biancocelesti in 18 match, uno storico entrando dalla panchina: Pirlo ha una carta in più per domani

Ok, bisogna essere onesti: rinunciare a questo Morata sembra utopia. Idem escludere Ronaldo, gigante infinito capace di fare la differenza con la sola presenza e che mai accetterebbe panchine se non per turnover, magari in coppa Italia o in partite, sulla carta, facili facili (ma siamo proprio sicuri che direbbe sì?). Detto ciò, sotto sotto questo Dybala sta iniziando a mandare segnali importanti: in primis a sé stesso, di conseguenza a Pirlo che ha sempre motivato le iniziali esclusioni dell’argentino con una forma fisica ancora da migliorare, al contempo sottolineando le enormi qualità della Joya. “Gioia” ultimamente mostrata raramente, diventata addirittura rabbia con lo sfogo di Crotone: il ragazzo visto a Budapest mercoledì, però, sorrideva eccome. E con lui il suo mancino: aveva voglia di correre, di andare a prendersi la palla. Ed è vero: il gol (e mezzo) segnato è stato un regalone della difesa del Ferencvaros, ma quando il match è ormai chiuso quanti sono disposti ad andare in pressing, in solitaria, addirittura nell’aria di rigore avversaria. Ritmo blando, avversario semplice e risultato in cassaforte… Pochi, probabilmente.

Finalmente alla grande
Non Dybala, evidentemente: sa che allo stato attuale è lui a dover rincorrere. Non solo il gol, ma soprattutto nelle gerarchie del Maestro: oggi Alvaro e CR7 sembrano intoccabili e con una concorrenza che sulla trequarti e sugli out esterni dell’attacco è parecchio forte (Kulusevski, Chiesa e Ramsey, ora ai box, non sono proprio gli ultimi arrivati) ogni chance è da sfruttare. E a Budapest, Paolino l’ha capito e dimostrato: la doppietta che lui stesso ha chiesto alla Uefa di vedergli assegnata, un quasi assist per Cristiano da una mattonella dalla quale avrebbe potuto anche calciare in porta e impatto top. Solo 23’ a disposizione, ma che bel Dybala quello ammirato in Champions: killer instict, fame, corsa e sorrisi. Possiamo dire, quindi, che la sua stagione inizi proprio adesso?

Un feeling particolare
¿Por qué no?”, risponderebbe con il suo spagnolo. Dybala era, rimane e sarà comunque un talento indiscutibile e solo con la fiducia e una certa continuità di impiego potrà “spaccare”, partendo sia dal 1’ che entrando a match in corso. È reduce da settimane particolari a livello fisico, da giorni la forma è al top e dalla Continassa arrivano segnali positivi: forse non toccherà subito a lui domani, nel big lunch match con la Lazio, ma dopo la sosta per le nazionali avrà certamente qualche cartuccia in più da sparare. Anche se Paulo spera di anticiparle, magari proprio all’Olimpico: 11 gol in 18 presenze contro i biancocelesti (10 vittorie, un pareggio e 7 k.o., quattro le volte in cui è subentrato), da quando è professionista non ha mai colpito più volte alcuna squadra. E tra questi, uno è stato particolare: supercoppa italiana in Cina del 2015, al 73’ assist di Pogba dopo il cross di Mandzukic e legnata super sotto la traversa. È stato l’unico realizzato da subentrato. Di certo Pirlo, nel preparare la sfida, se lo ricorderà. Sapendo che Paulo sta tornando, come il suo mancino: di nuovo caldo, finalmente sorridente. La rincorsa della Joya parte da qui.

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