Roma-Dovbyk, ci siamo: non ci saranno sorprese
Da giorni ormai era chiaro a tutti gli attori della trattativa il quadro generale: Dovbyk non avrebbe mai accettato l’Atletico Madrid, che pure aveva trovato l’intesa con il Girona, perciò l’unica soluzione era incontrare la Roma per delineare il trasferimento. E garantire una plusvalenza succosa al club venditore, che aveva speso appena 7 milioni per il centravanti ucraino nel 2023 quando giocava in patria, nel Dnipro. Ormai non ci saranno sorprese. Se Ghisolfi si è mosso, è perché sapeva di poter chiudere la partita in tempi relativamente rapidi. Ma anche per dimostrare al centravanti la forza del desiderio. Ieri sera, dopo una lunga giornata, erano a cena insieme. Ora tocca al presidente-comandante Friedkin stabilire il cerimoniale. Come è successo già con Dybala, Wijnaldum e Lukaku, i colpi a effetto della sua gestione, potrebbe essere lui a pilotare l’aereo che condurrà Dovbyk a Roma. Ma questi sono dettagli coreografici, evidentemente. Ciò che davvero conta è il perfezionamento dell’affare, costruito con pazienza dal procuratore ucraino Alex Liundovskyi e dall’intermediario italiano Gabriele Giuffrida. Entrambi, dopo le firme dei contratti, riceveranno il giusto compenso per il lavoro svolto.
Roma, la volontà di Dovbyk
Anche Dovbyk ha dato il suo contributo per sbloccare le resistenze del Girona comunicando la sua decisione: non avrebbe accettato altre destinazioni che non fossero la Roma. Ha già salutato il gruppo con il quale, in una stagione storica, ha chiuso la Liga al terzo posto meritando la prima qualificazione di sempre in Champions League. E potrebbe rinunciare anche a qualche premio pur di agevolare gli accordi.
Roma, Abraham è in uscita
È quasi ora di festeggiare, insomma. Intanto però l’imminente innesto di un centravanti strapagato spingerà Tammy Abraham a cercare un’altra squadra. Diversi agenti si stanno muovendo per pescare un’offerta che possa consigliare alla Roma di venderlo. La richiesta è intorno ai 25 milioni (trattabili). Finora a Trigoria sono arrivate solo manifestazioni d’interesse – una delle quali dall’Everton, di cui i Friedkin rimarranno partner dopo averne rifiutato l’acquisto – ma nel mese di agosto le cose possono cambiare. Curiosamente anche Abraham, classe ’97 come Dovbyk, costò 40 milioni ai Friedkin tre anni fa. Ma il suo appeal, dopo un anno sbagliato e un altro di recupero, è adesso decisamente diverso.
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