Donne arbitro, il calcio di serie A abbatte un tabù di 110 anni con una livornese, dopo il Ruanda

Donne arbitro, il calcio di serie A abbatte un tabù di 110 anni con la livornese Maria Sole Ferrieri Caputi.

Due o tre cose bisogna pur dirle sulla prima donna arbitro in serie A (debutto domenica 2 ottobre  a Reggio Emilia in Sassuolo-Salernitana, ore 15). La designazione di Maria Sole Ferrieri Caputi, livornese di 32 anni e due lauree, ha suscitato un clamore enorme.

A mio avviso persino esagerato, figlio di una arretratezza – culturale, sociale, mentale – che ci ricorda (amaramente) il grave ritardo che ha accumulato il nostro Paese. Un oscurantismo duro a morire. Certo, con alcune rassicuranti eccezioni. Per carità, segnali di “aperture”  non mancano. Anzi, per nostra fortuna civile, queste aperture vanno (sembra) addensandosi. Persino in Politica. Maria Sole ha vinto un secolare tabù. Ma è il caso di ricordare:

1) SVOLTA TARDIVA MA IMPORTANTE PER LE DONNE

Diciamolo: se anche il calcio “svolta “ significa che qualcosa di importante sta succedendo anche da noi. Come al solito in ritardo, ma sta succedendo. La Francia, ad esempio, ha addirittura designato Stephanie Frappart per i Mondiali di calcio in Qatar (dal 20 novembre). E sempre nel Paese della penisola araba, negli stadi del Golfo Persico, ad arbitrare i maschietti   ci saranno altre due donne: Salima Mukansanga , 32 anni, cittadina del Ruanda (Africa orientale) e la giapponese Yoshimi Yamashita,  35 anni, reduce dalle Olimpiadi estive.

La Germania già nel 2017 ha lanciato nella Bundesliga Bibiana Steinhaus, agente di polizia della Bassa Sassonia. Due anni fa ha arbitrato la Supercoppa di Germania (in campo le due Borussia). Ci sono donne arbitro in molti altri paesi, dall’Inghilterra alla Ucraina.

2) SONO IN AUMENTO LE “VOCAZIONI “ DELLE DONNE

Maria Sole è solo la punta dell’iceberg. “Crescono le vocazioni delle donne a interpretare il ruolo di giudice del calcio, mentre diminuiscono quelle maschili” osservava giovedi sulla Gazzetta  il romano Alesssndro Vocaleli già direttore del Corriere dello sport, in linea con alcuni suoi predecessori come Italo Cucci, Mario Sconcerti e del successore Ivan Zazzaroni. Insomma, tutti d’accordo. È la rivoluzione delle donne.

Altri sport in Italia si sono mossi molto prima. Il basket addirittura  33 anni fa affidando alla bolognese  Antonella Frabetti un delicato match della serie A maschile (8 ottobre 1989). Poi, via via, anche altre discipline sportive. Persino il rugby, già 10 anni fa,  ha dato il via libera alle donne (la parmense Clara Munarini). Claudia ha arbitrato, tra l’altro, a  Cardif un incontro del prestigioso “Sei Nazioni”. I britannici non hanno fatto una piega.

3) FISCHIO D’INIZIO DI UNA NUOVA ERA

Domenica 2 ottobre comincia una nuova era. Passo epocale dopo 110 anni di storia del calcio. Indubbiamente “una pietra miliare in uno sport che ha sempre marginalizzato le donne” (Giuseppe Tassi). Effetto Meloni? Calma, non è il caso di allargarsi troppo. Diciamo piuttosto che l’impegno e il duro lavoro consentono di raggiungere traguardi fino a ieri impensabili. Buon segno.

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