Donadel : “A questa Fiorentina manca un’identità. Ma Commisso…”

Dopo gli ultimi 3 anni alla Fiorentina, Donadel racconta ai nostri microfoni: “Antognoni è un valore da non disperdere. Dainelli diventerà un grande dirigente”

Simone Bargellini

30 giugno

Di seguito la seconda parte della nostra intervista esclusiva con Marco Donadel. L’ex centrocampista della Fiorentina ha vissuto dall’interno (come allenatore delle giovanili e collaboratore in prima squadra) le ultime tre stagioni gigliate e dice la sua a Violanews.com:

Di Commisso che mi puoi dire? Firenze si aspetta che possa essere la stagione della svolta…

“E’ così com’è, ti dà tutto se stesso. Ti dice le cose che pensa in maniera diretta, mi ero abituato a questa mentalità in Canada e per me è una cosa bellissima. Ha una passione incredibile e la sua presenza alla Fiorentina è sicuramente una garanzia. La cosa che mi sento di dire è che le divisioni che ci sono state in questi mesi nell’ambiente, colpa anche della pandemia, hanno un peso. Quando giocavo io il punto di forza della Fiorentina era essere uniti contro tutti all’esterno. Ho captato comunque nella società la voglia di non ripetere certi errori e fare delle cose importanti”.

Il caos allenatore, tra Gattuso e Italiano, non è il migliore inizio. Che idea ti sei fatto?

“Si fa fatica a dare giudizi dall’esterno. Sicuramente ci mancano alcuni elementi per capire, perchè la storia di Gattuso dice che si è sempre distinto per scelte di moralità e correttezza. La Fiorentina dal canto suo ha fatto bene a tutelare i suoi interessi e mandare il messaggio che un club importante non deve scendere a patti con nessuno. Italiano ha un’idea di calcio molto interessante, ha fatto 3 miracoli in 3 anni di carriera. E’ un tecnico giovane, cazzuto e che può crescere ancora, anche se in una piazza come Firenze dovrà affrontare dinamiche diverse da quelle a cui era abituato. Da sportivo mi dispiace che finisca qui la favola Spezia, ma la ritengo un’ottima scelta per la Fiorentina”.

Credi che l’immagine della Fiorentina ne esca danneggiata?

“Nel calcio si dimentica in fretta, la mia speranza da tifoso è che dopo le prime 4-5 partite le cose vadano bene e le polemiche si possano mettere da parte”.

Perchè tutti gli ex viola stanno lasciando la Fiorentina? Tu, Dainelli, forse Antognoni?

“Non credo che ci sia un disegno sugli ex viola. Ogni storia è diversa e io posso parlare della mia. Dainelli è uno dei miei migliori amici, posso dire che lui è un dirigente nato e che dimostrerà tutte le sue capacità. Ha fatto una scelta giusta. Lasciare la Fiorentina non è stato facile per noi. Per quanto riguarda Antognoni, mi auguro che possa rimanere e che gli possa essere assegnato un ruolo giusto, con la giusta autonomia”.

Da ex giocatore, è davvero importante la presenza di una bandiera in società?

“Il calcio è bello perchè c’è una storia che sta dietro alla passione. Ci sono figure che da sole, anche senza parlare, possono trasmettere qualcosa non solo ai giocatori, ma anche ai tifosi, ai magazzinieri, far capire cos’è la Fiorentina. Antognoni ha vissuto tante epoche a Firenze, gioie e dolori, ha vissuto i Mondiali, rappresenta un valore. Se si riparte sempre da zero è più difficile costruire un’identità. E su questo vorrei dire una cosa…”

“La mancanza di un’identità forte è, a mio avviso, il problema principale in questo momento alla Fiorentina. E’ stato un errore inconsapevole, perchè mi rendo conto che sono state due stagioni piene di difficoltà e c’è sempre stato da pensare ad altro. E’ giusto che una nuova proprietà porti la sua visione e la sua personalità, ci mancherebbe, però non si può azzerare l’identità. La Fiorentina deve incarnare il sentimento del tifoso viola, che è orgoglioso e anche un po’ presuntuoso. Già dal settore giovanile dovresti trasmettere identità e attaccamento alle nuove pianticelle, che possano portare certi valori fino alla prima squadra. Come è capitato in questi anni alla Roma, all’Atalanta o all’Empoli. A Firenze nel settore giovanile ora ci sono solo allenatori che vengono da fuori e non conoscono a fondo la realtà fiorentina, come fanno a dare identità ai giocatori?”

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