Diritti tv, il blitz di Lotito non piace a Figc e ad Abodi

Anche il silenzio può fare rumore. E quello di Gabriele Gravina lascia intendere una distanza sempre più ampia dalle iniziative di Claudio Lotito. Da pochi giorni si è aperto un nuovo fronte, quello sull ’ emendamento presentato dal senatore di Forza Italia per estendere i contratti dei diritti tv. È il “ governo ” della Serie A (che Lotito rappresenta in consiglio federale, seduto però tra i banchi dell’opposizione ) a volerlo, non quello del calcio italiano. Una differenza netta, che va rimarcata a prescindere dai commenti ufficiali. Viceversa, la federazione ritiene controproducente una mossa che sarebbe stata studiata per il timore di ricevere offerte al ribasso nel prossimo bando, in un momento storico nel quale bisognerebbe pensare invece “ proattivamente ” per aumentare i ricavi del settore. Al riguardo, la Figc è pronta a lanciare un nuovo piano industriale da oltre 400 pagine. 

Abodi

L’emendamento Lotito permetterebbe l’estensione degli attuali accordi, alle stesse cifre (930 milioni a stagione) e fino al 2026. Il prolungamento sarebbe comunque vincolato a un ’ indagine di mercato per «verificare se altri operatori possano offrire condizioni migliorative» e all’ok dei broadcaster. Lotito ne fa una questione di sicurezza economica. E i club del massimo campionato lo appoggiano. «C’è stata un’iniziativa parlamentareha dichiarato ieri il ministro per lo Sport, Abodie il Parlamento è sovrano. Mi auguro che l’effetto possa essere positivo anche se non ne condivido il percorso». La “non condivisione” deriva dal fatto che il patron della Lazio, a suo avviso, continua a giocare una partita differente pur trovandosi nella stessa coalizione. I rapporti sono gelidi: Abodi ritiene di essere stato scelto da Meloni per condurre le politiche sportive, non per inseguire le fughe in avanti del senatore, che rivendica una certa autonomia essendo stato eletto.

Scommesse

Lotito ci aveva provato anche a dicembre, ma a fine 2022 passò “ soltanto ” la modifica della Legge Melandri per i contratti futuri (sarà possibile farli di 5 anni). L’emendamento è tornato così nel Milleproroghe. E dopo il parere positivo delle Commissioni Affari Costituzionali e Bilancio, tra due giorni è atteso il voto in Senato. Entro il 27 febbraio la Camera deve chiudere la partita. Nel frattempo, Abodi ha in agenda un intervento sul ripristino del diritto alle sponsorizzazioni delle scommesse, limitando gli effetti del Decreto Dignità che creerebbe disparità tra le società italiane e i competitor internazionali. Il prossimo passo del ministro sarà comunque «una cabina di regia su Euro 2032 per le infrastrutture», a dimostrazione di quanto sia invece solida l’alleanza con Gravina.


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