Digne esalta Spalletti e su Ancelotti: “Trova sempre la chiave”

I grandi giocatori hanno spesso grandi tecnici. E uno come Digne, che ha giocato in club importanti e nella nazionale francese, ne ha conosciuti parecchi. In un’intervista a L’Equipe il transalpino ha eletto i migliori…in ogni categoria.

I grandi giocatori hanno spesso grandi tecnici. E uno come Digne, che ha giocato in club importanti e nella nazionale francese, ne ha conosciuti parecchi. In un’intervista a L’Equipe il transalpino ha eletto i migliori…in ogni categoria.

SPALLETTI – E c’è molta Italia, a partire da qualcuno conosciuto alla Roma e che ora sta facendo grande il Napoli. “Il tecnico più esigente è Luciano Spalletti. Ha un rigore tutto italiano, facevamo un’ora e mezza di video prima delle partite e un’ora e mezza dopo. Per qualcuno era noioso, ma a me piace moltissimo! Per un difensore è molto importante e dopo un po’ le cose in campo ti vengono in automatico. Anche perchè dici a te stesso ‘ah, se non faccio questo l’allenatore domani quando rivediamo i video mi massacra!'”. Insomma, uno da non far arrabbiare. “Spalletti è un tipo appassionato, può picchiarsi in testa, urlare a tutto il mondo, fare gesti a bordo campo perchè un calciatore invece di andare avanti va indietro. Vive le cose con passione e quindi passa tutto subito, i calciatori lo capiscono e lo perdonano. Anche Ancelotti è uno appassionato, ma è diverso, non ha lo stesso temperamento. Spalletti certamente è più vicino a un Sampaoli”.

CALCIO – I complimenti migliori quando si parla di calcio…allenato arrivano invece per Re Carlo, che fino a qualche mese fa aveva come tecnico all’Everton e per Luis Enrique. “Il miglior stratega è Ancelotti. Analizza benissimo gli avversari e legge bene le partite. Cerca sempre di adattarsi ai calciatori che di volta in volta ha a disposizione, durante una riunione può cambiare modulo con uno schiocco di dita. E soprattutto sa spiegare bene ai calciatori quello che vuole, il suo messaggio passa molto facilmente. Anche Luis Enrique al Barcellona era molto bravo in questo, facevamo solo cinque o dieci minuti di tattica e quello di cui parlavamo era esattamente quello che succedeva in partita, era incredibile. Tutti erano ricettivi, ma le istruzioni erano chiare e precise. Negli allenamenti si metteva in alto, come a guardare un cantiere, vedeva se le linee erano fatto bene, spiegava i movimenti che voleva. Anche Ancelotti massimo dedicava cinque minuti al video, non di più. E con questo tipo di allenamenti è più semplice per un calciatore”.

IL LATO UMANO – E dal punto di vista umano? Tante piccole sfaccettature. “Ancelotti è una persona buona e sa trasmettere il suo messaggio con ironia. Durante il Covid, per esempio, non voleva che facessimo feste e ci ha detto ‘ragazzi, se fate una festa invitatemi così vi tengo d’occhio'”. Anche in nazionale c’è chi sa parlare ai suoi. “Ho avuto molti allenatori bravi con le parole, Deschamps o Ancelotti per esempio. Sanno sempre motivarti e trovare il modo giusto per farlo. Mi ricorderò sempre il discorso prima della finale degli Europei 2016, Deschamps aveva un video con tutte le nostre famiglie, è stato qualcosa di incredibile”. Ma non di solo pallone si discute. “Con Marco Silva o Ancelotti si può parlare di tutto, non solo di calcio. La mattina a Ancelotti piace prendere il caffè coi calciatori, si parlava di tutto, di quello che avevamo fatto il giorno prima, della vita quotidiana, della famiglia. Quando è nata mia figlia durante il Covid lui e il suo staff mi sono stati molto vicini”. L’ennesimo segnale di grandezza.

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