Di Francesco sfida il Milan: due anni e mezzo fa sogno Champions, ora vacilla a Cagliari

Circa due anni e mezzo fa quella semifinale di Champions in giallorosso contro il Liverpool, ora il tecnico abruzzese si ritrova in zona salvezza e rischia

Un tempo, una fortunata pubblicità recitava: “Un diamante è per sempre”. Ecco, se c’è un luogo – dell’anima, del cuore, del cervello – dove la locuzione “per sempre” non ha alcun significato, probabilmente quello è il calcio. La parabola di Eusebio Di Francesco, in questo senso, sembra essere davvero esplicativa. Circa due anni e mezzo fa, il 2 maggio 2018, la sua Roma usciva con rimpianti – e alcune motivate accuse arbitrali – dalla semifinale di Champions League ad opera del Liverpool, vittorioso ad Anfield, ma sconfitto all’Olimpico. Differenza reti canaglia, come spesso accade. In quel momento, nessuno avrebbe mai potuto immaginare che l’allenatore abruzzese, alla metà di gennaio del 2021, si sarebbe ritrovato a traballare sulla panchina del Cagliari, che lunedì sera affronterà la capolista Milan in una “Sardegna Arena” vuota come il serbatoio della tolleranza dei presidenti verso gli allenatori che non vanno. In questo senso, l’inizio dell’anno per Di Francesco è stato traumatico, visto che ha accumulato solo sconfitte nei 4 match fin qui disputati, Coppa Italia compresa. Sconfitte che rappresentano la metà delle 20 partite dirette dalla panchina rossoblù, mentre le altre dieci si dividono in ugual modo fra vittorie e pareggi. Il presidente Giulini, per parte sua, non ha mai abbandonato il tecnico che ha scelto, ma è ovvio che – come diceva appunto la pubblicità – solo “un diamante è per sempre”.

faro nainggolan

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Alla luce della rosa, il Cagliari non sembrerebbe meritare l’onta della retrocessione, così come la bravura di Di Francesco non dovrebbe subire la macchia di un esonero. L’impressione, però, è che perdendo la Roma, l’allenatore abbia perso anche una parte di se stesso. D’altronde il calcio è senza gratitudine, e così non ci sorprendiamo neppure più di tanto nel ricordare come, a meno di un anno dalla semifinale entrata nel novero delle poche cose belle messe in vetrina dalla Roma americana, Di Francesco fosse esonerato, senza rimpianti neppure da parte di una tifoseria che lo aveva applaudito prima da calciatore scudettato, poi da dirigente e infine da tecnico, “cursus honorum” davvero insolito per il calcio italiano. Certo, anche l’esperienza successiva contro la Sampdoria non lo ha aiutato, visto che anche lì è stato accomiatato e anche lì sostituito dallo stesso allenatore, Claudio Ranieri, che aveva preso il suo posto in giallorosso. Ecco, stavolta almeno questo non potrà succedere, perché l’ex re di Leicester è ancora blindato nella sua avventura blucerchiata. Di Francesco ha guidato la Samp solo per otto partite, di cui 2 vittorie e 6 sconfitte. Allora, contro il Milan, chissà se Eusebio non ritroverà in Nainggolan, scudiero fedele della sua avventura in Champions della stagione 2017-18, quella tigre che gli manca per tornare a graffiare. Forse le leopardiane “magnifiche sorti e progressive” che tutti pronosticavano per la carriera dell’allenatore abruzzese in quei giorni romani del vino e delle rose, non sembrano destinati a tornare a breve, ma pensiamo che abbia carburante abbastanza per correre via dalle secche della classifica e blindare il suo futuro a Cagliari. D’altronde, a volte, anche i bei ricordi aiutano a vivere meglio.

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