Destro, sinistro, testa: Lautaro, tripletta “perfetta” come quella di Icardi

Martinez ha steso il Crotone andando a segno in tutti i modi. Un pomeriggio che ha ricordato quello vissuto da Maurito tre anni fa

Perfetta. Il modo migliore per cominciare il nuovo anno e mettersi alle spalle le mille emozioni di un imprevedibile 2020, comprese le partite sottotono che qua e là sono spuntate nei primi mesi di stagione. Perfetta è stata la prestazione di Lautaro Martinez contro il Crotone e “perfetta” è il modo in cui vengono chiamate le triplette che hanno le caratteristiche di quella dell’argentino, la sua prima in maglia nerazzurra.

Virtuosismo

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Minuto 20, gol di destro. Minuto 57, rete di sinistro. Minuto 78, tris di testa. Una combinazione che non è da tutti e che testimonia – se ancora ce ne fosse bisogno – l’immensa qualità dell’attaccante di Bahia Blanca. Così Lautaro ha steso la squadra calabrese e si è preso la scena della prima giornata di Serie A del 2021. È la prima volta che Martinez riesce ad andare in gol per tre volte con la maglia dell’Inter nella stessa partita, ma lontano dall’Italia lo aveva già fatto. L’ultima volta era accaduto nel settembre del 2019 con la nazionale argentina in un 4-0 ai danni del Messico: doppietta di sinistro e tris di destro. Poi bisogna tornare ai tempi del Racing de Avellaneda, con il quale – in squadra con Musso – riuscì a siglare due triplette in un solo mese, nel febbraio del 2018: prima in campionato all’Huracan, con la stessa sequenza del match con la Seleccion, e tre settimane più tardi ai gironi di Copa Libertadores contro i brasiliani del Cruzeiro (doppietta di destro e tris di testa).

Il precedente

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Lautaro non era quindi mai riuscito prima a completare una tripletta perfetta ma, per ritrovare un interista in grado di farlo in Serie A, bisogna tornare indietro fino al 2017 quando un altro argentino centrò l’impresa. Era Mauro Icardi, nell’incredibile 7-1 ai danni dell’Atalanta di Gian Piero Gasperini, lo stesso match che vide impazzare Ever Banega con un’altra tripletta. Per il connazionale di Lautaro la sequenza fu differente, ma “invertendo l’ordine degli addendi il risultato non cambia”: prima il sinistro, poi il rigore di destro e infine l’incornata. Due esempi di rara affinità con la porta e rara qualità nei piedi realizzati da due attaccanti molto forti in grado di trascinare l’Inter. Mauro non è mai riuscito a portare lo scudetto a Milano: Lautaro, chissà.

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