Derby amarcord: la Palmese incrocia la Cavese dopo 20 anni. Scintille al “Lamberti”

PALMA CAMPANIA – Nessuno vuole scomodare i ricordi. Ma la Palmese torna dopo 20 anni esatti a Cava de’ Tirreni e nessuno può dimenticare lo stadio Simonetta Lamberti dove è custodita la storia rossonera. Il 28 maggio 1978, spareggio Palmese-Savoia per andare in serie C. La decise il mai dimenticato argentino Crescenzo Scungio con una punizione che ebbe il difetto di mandare in Ospedale anche il presidentissimo Biagio Maffettone che non credeva ai suoi occhi quando la palla andò nel sacco e l’incalcolabile folla di palmesi si lasciava andare a scene di entusiasmo impressionanti dinanzi al primo storico ingresso in serie C. E un punto ancora più alto la Palmese lo visse, sempre a Cava, il 21 settembre 2003 nel derby contro i metelliani di casa. Era la Palmese “cinese” di Zikai Song che faceva notizia in tutta Italia. Fini 0-2 con reti del toro di Mariconda De Cesare e del greco Sapanis. Primato solitario in classifica che durò l’intero girone di andata, fino al crollo dei sogni e al successivo e rovinoso fallimento con la fuga del patron di Cinatown. Per tutto questo e per tanto altro ancora Cavese-Palmese non è una banale partita di Coppa Italia disegnata come tappa di avvicinamento al campionato. Da Palma Campania sono in prenotazione tanti tifosi. Giovani e meno giovani. Esordisce la Palmese di Savio Sarnataro, appena inserita nel girone H a prevalenza pugliese e c’è tantissima curiosità anche se non mancano le preoccupazioni per un torneo che si annuncia pieno di corazzate e capace di rievocare mille ricordi.

PATRON REGA CARICO – «Non ci fa paura il girone – ha rassicurato alla vigilia il presidente Mario Rega – conosciamo bene la Puglia e le sue squadre. Abbiamo fondato motivo di credere che faremo bene. Noi ce la metteremo tutta. MI attendo che la tifoseria sia ancora il nostro didicesimo uomo in campo pure quest’anno. Non c’è la Sardegna e dunque tutti potranno seguire la Palmese in Salento o nella zona di Bari o in Basilicata. CI siamo e ci giocheremo le nostre carte». In precampionato la squadra di Sarnataro ha mostrato alti e bassi. Appare costruita con cura. I suoi punti forti saranno certamente in due centrali di difesa Schiavino e Russo. A centrocampo Carotenuto e Cardone dovranno dare consistenza al riconfermato rumeno Galdean. E in attacco è arrivato dalla Lupa Frascati il napoletano D’Angelo sul quale tutti fanno affidamento. Stanno emergendo pian piano Peluso, jolly difensivo, Filogamo che è una signora spalla per D’Angelo. Soprattutto fanno ben  sperare gli under: il portiere Moccia arrivato da Lecce, Potenza e Anato che puntellano i riconfermati Tribuno e Manzo. Insomma… «Magari ci manca qualcosa  – dice con onestà Sarnataro – ma sarei preoccupato del contrario. Vedo e leggo che tutte le squadre stanno ancora a fare mercato dopo aver conosciuto il girone. In Puglia ci sono campi più caldi che nel Lazio. Certi giocatori sono più adatti. Il presidente Rega ha registrato qualche mia richiesta. Vediamo per strada. Sotto questo punto di vista la Cavese è un banco di prova eccezionale. Loro non sono nel nostro girone ma lo scorso anno hanno dominato sino a quello sciagurato spareggio. Squadra di storia e tradizione come la mia Palmese. Dunque sarà una partira vera. Conto di recuperare Schiavino a centro della difesa e dovrò ancora aspettare che Mautone e Puntoriere si rimettano in carreggiata. Andiamo a giocare e non a guardare. La mia filosofia prevede il combattimento a tutto campo e non l’attesa. Voglio vedere le prime difficoltà concrete. Basta solo allenamenti, desideriamo tutti una partita. E  Cavse-Palmese in Campania non è mai stata una partita banale. Grazie ai tifosi per la fiducia sin qui accordatami. Vengano. Li aspettiamo».

METODO SARNATARO Il credo di Sarnataro sarebbe il 4-3-1-2  ma gli manca il trequartista che desidera. Lo scorso anno la parte la faceva Davide DI Gennaro che è andato al San Marzano. Lui deve arrangiarsi con Silvestro che rimane un signor giocatore ma non pensa da rifinitore e preferisce le zone esterne. Per questo sta provando ogni soluzione. Gli servirebbe la buonanima di Crescenzo Scungio magari. Il “gringo” che fece grande la Palmese lo avviò proprio lui a fare l’allenatore. Gli spiegava che … «se vuoi fare l’allenatore, in Campania c’è solo la Palmese. Se fai bene lì, farai bene ovunque». E Sarnataro ha memorizzato. E’ onorato di allenare la squadra rossonera. Per la prima volta è al volante di una squadra di nome e di storia. «Non voglio deludere nessuno ma tutti mi devono dare una mano – spiega il mister- cerco una partenza lanciata. La Palmese non è abituata solo a partecipare. Vuole essere protagonista. Io ancora di più. Vi garantisco che nulla sarà lasciato al caso». Ci siamo, insomma. Attesa terminata. Si parte. Sperando che sia come quel maggio del 1978 e quel settembre di 20 anni fa. A Cava de’ Tirreni. Il luogo dei simboli e dei bei ricordi.

Luigi Alfano


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