Denzel e il fantasma di Achraf. Oldani: “Tifo per chi c’è”, Moser junior: “Ma che rimpianto…”

Passato e futuro nelle parole dei vip nerazzurri. Bonolis: “Ha voglia di fare, diamogli tempo”. Nicola Savino: “

Luca Taidelli, Michela Cuppini

17 settembre – Milano

Denzel Dumfries è l’unico dei 5 nuovi interisti a non avere esordito con gol. Il 25enne olandese deve raccogliere l’ingombrante eredità di Hakimi e domani col Bologna potrebbe arrivare la grande occasione dal 1′. Dopo Calhanoglu, Dzeko, Correa e Dimarco, anche l’ex Psv vuole debuttare da titolare col botto. L’attesa è tanta, come dimostrato dal boato con cui il pubblico mercoledì contro il Real ha accolto il suo ingresso in campo al posto di Darmian.

Anche i tifosi Vip nerazzurri sono curiosi di vedere all’opera dall’inizio Dumfries. A Paolo Bonolis l’olandese piace, ma ritiene abbia ancora bisogno di tempo per adattarsi al calcio italiano: “È volitivo, ha fisicità e voglia di fare, ma deve entrare a far parte di un meccanismo diverso in un Paese nuovo con abitudini diverse: bisogna dargli del tempo. Noi parliamo dei calciatori perché sono dei professionisti, ma dimentichiamo che spesso sono anche dei ragazzini. Mi ricordo che Zidane alla sua prima stagione in Italia sembrava un rifugiato e invece è stato uno dei più grandi di tutti i tempi. Hakimi stesso quando è arrivato all’Inter non ha giocato le prime 7-8 giornate, perché quando entri in un registro professionale diverso sei spesso accompagnato da pressioni e paure più che legittime”. E a proposito del paragone con Hakimi, Bonolis dice: “Quando Dumfries comincerà ad esprimersi in serenità potremmo confrontarli. Anche Hakimi è sbocciato dopo un po’. Spero che Dumfries possa competere con quella qualità. Certo, la gamba di Hakimi è quasi irraggiungibile, però ho visto un paio di volate, un paio di recuperi, soprattutto quello su Casemiro, che hanno espresso grande volontà e massiccia fisicità. Io ci credo e credo anche ci sia bisogno di tempo prima di emettere sentenze. Nel calcio bisogna permettersi un respiro lungo, non può essere che dopo 3 partite vengano emessi giudizi che poi diventano etichette. C’è una fretta, una bulimia che è totalmente esagerata e irrispettosa dell’impegno che i giocatori vorrebbero mettere al servizio dei club. Non si può pretendere tutto e subito. Il tutto e subito è un’illusione frutto di questi tempi. Tempi in cui basta un click per ottenere qualcosa. Nella bidimensionalità della rete forse può funzionare, ma nella realtà i tempi sono diversi”. Insomma, il tempo è concetto chiave per Bonolis. Tempo per Dumfries, ma anche il tempo che passa per la panchina nerazzurra: “Il nostro problema è che abbiamo una panchina vecchia quindi i 5 cambi che i nuovi regolamenti permettono non riescono a portare vivacità. Possono portare esperienza, ma tra D’Ambrosio, Ranocchia, Kolarov, Vecino, Sanchez, Vidal abbiamo una panchina troppo avanti negli anni. Questa è una questione che la società deve affrontare, magari nel mercato invernale, perché competere su 3 fronti con questa panchina è un problema che prima o poi potrà farci pagare dazio”.

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Lo chef Davide Oldani la prende da lontano, per arrivare a un giudizio netto: “Io sto con chi c’è, non con chi se ne è andato. Forza Dumfries”. Il paragone con Hakimi resta pesante, ma Oldani spiega: “L’olandese deve ancora affinare intesa con i compagni, movimenti e tempi. Però gli va data un’opportunità dal 1′. E lui deve essere bravo a coglierla al volo. Mercoledì è entrato in un momento non facile per la squadra, che dopo un grande primo tempo era stanca, pur avendo davanti un Real meno forte che in passato, ma comunque cinico. In estate la società ha ceduto due big, le bandiere in questo calcio che fa spesso il passo più lungo della gamba non esistono più. L’Inter resta la storia e io tifo per chi è rimasto, non certo per Hakimi al Psg”.

Chi invece rimpiange Hakimi è Ignazio Moser che però ha anche grande fiducia nelle potenzialità di Dumfries: “Lo ammetto: mi è dispiaciuto più per l’addio di Hakimi che per quello di Lukaku. Il marocchino, secondo me, nel suo ruolo è il più forte del mondo. Per il nostro gioco poi era fondamentale, un insostituibile. Dumfries ha dimostrato di avere un ottimo potenziale, ma credo che nei movimenti di squadra sia ancora da scolarizzare. In certi momenti sembra non trovare benissimo il suo posto nel campo. D’altronde viene da un campionato come quello olandese che non è tattico e strutturato come quello italiano, quindi va educato, calcisticamente parlando. Fisicamente è un cavallino, contro il Real Madrid ha fatto 2 o 3 cavalcate che mi sono piaciute oltre ad una bellissima diagonale: questo dimostra che anche difensivamente non è male. Speriamo che riesca a farci rimpiangere il meno possibile Hakimi”.

Un po’ più sotto sembra invece rimasto Nicola Savino, conduttore radio e tv cui manca Hakimi, anche se osserva: “Il marocchino era fortissimo, ma nei primi mesi ha faticato a capire il nostro calcio. Ci sta quindi di dovere aspettare Dumfries, che deve ancora registrare soprattutto la fase difensiva”.

Marco Santin della Gialappa’s ci va giù duro, ma solo per concludere con tanti complimenti: “Dumfries contro il Real mi è sembrato buono davanti e pessimo dietro. Vero che deve capire il nostro calcio, ma lui è diverso da Hakimi anche fisicamente, contro esterni brevilinei come Vinicius soffrirà sempre. Per fortuna alle sue spalle c’è Skriniar. Però sono convinto che crescerà, è una locomotiva e tra i tanti nomi girati in estate è sempre stato l’unico che volevo. Anche perché mi sembra avere la garra giusta”.

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