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Demiral all’Atalanta. Che cosa cambia nella difesa della Juve?

La cessione del giocatore turco porterà almeno 30 milioni nelle casse bianconere. Ecco le nuove gerarchie nel reparto arretrato

Ieri i test medici a Bergamo, oggi l’ufficialità: Merih Demiral è la prima cessione perfezionata dalla Juventus, con il turco che ha trovato nell’Atalanta la sua destinazione, dopo una stagione in chiaroscuro, da cui il difensore si aspettava un minutaggio maggiore, e dunque una maggior considerazione bianconera. La società piemontese, dal canto suo, ha fatto il suo gioco, rinunciando a un giocatore forte ma dal carattere spigoloso, uno dei pochi ad avere mercato, merce rara in questi tempi di pandemia e cordoni della borsa tirati. Dall’operazione Juve incasserà almeno 30 milioni di euro (fra prestito oneroso, bonus e riscatto, oltre a una percentuale su un’eventuale successiva vendita), e per il club si aprono effetti a catena, sulla difesa e non solo.

Fronte difesa

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In casa Juve la tesi che prevale è quella conservatrice: i centrali in rosa danno garanzie e l’attenzione alle voci di spesa continua a essere massima, nonostante la recente ricapitalizzazione da 400 milioni e l’introito proveniente dalla cessione di Demiral. È dunque probabile che Allegri dovrà trovare la quadra con chi già sta lavorando, senza nuovi innesti o comunque senza nuovi, onerosi acquisti. Le gerarchie appaiono peraltro già chiare: De Ligt e Bonucci sono i più seri candidati al posto fisso (da titolari), con Chiellini, fresco di rinnovo, che giocherà comunque il più possibile. In scia arrivano poi Rugani, che con Allegri ha già disputato 4 campionati, e il giovane Dragusin, classe 2002, 4 presenze di buona fattura nella passata stagione che gli sono valse la fama (e la prospettiva concreta) di grande promessa bianconera.

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Fronte investimenti

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Più che sulla difesa, è facile immaginare che le “ricadute” della cessione di Demiral investiranno nei prossimi giorni l’operazione di mercato che più sta a cuore in casa bianconera: l’acquisto di quel Manuel Locatelli di cui si parlava già in epoca-Pirlo, si sognava in epoca-Europei ed ora pare davvero a un passo dalla (felice) conclusione. Risolvendo così il più annoso dei problemi tecnici in casa Juve: la mancanza di un regista, capace di dirigere e illuminare il centrocampo, autentica zavorra della Juve di Pirlo. L’arrivo di Locatelli andrebbe a colmare la falla e sarebbe in linea con le strategie della “nuova” Juve, che punta sui giovani, meglio se italiani, e meglio se in grado di restituire ad Allegri la possibilità di ricostruire una Juve tatticamente in linea con le sue idee.