De Rossi e l’Europeo: “Donnarumma da Pallone d’oro, Bonucci-Chiellini due killer. Ma se Arnautovic…”

L’ex centrocampista racconta a Sportweek, oggi in edicola, il momento di svolta che ha permesso all’Italia di alzare la coppa

Daniele De Rossi nella lunga intervista rilasciata ad Andrea Di Caro per Sportweek oggi in edicola con la Gazzetta spiega le motivazioni che lo hanno spinto a lasciare il gruppo azzurro, racconta la grande cavalcata all’Europeo, i suoi progetti futuri e le sue idee di gestione del gruppo quando avrà una squadra tutta sua da allenare, le polemiche con gli inglesi che ritiene inopportune, il rapporto con la Roma, le previsioni sul prossimo campionato, ma anche il Covid che lo ha colpito e tanto altro. Negli stralci che seguono il momento cruciale nella cavalcata verso la vittoria dell’Europeo.

Qual è stato il momento di svolta?

“Beh, se contro l’Austria Arnautovic fosse partito 10 centimetri dietro, oggi forse non staremmo a raccontare questo trionfo. Quel gol annullato è stato l’attimo fuggente che abbiamo colto. Lì è scattato qualcosa”.

“La vita può cambiare con un solo tiro. Siamo gli eroi nel 2006 per un rigore avversario che ha preso la traversa interna. Non è accaduto nel 1994 per uno nostro calciato alto… Abbiamo vinto l’Europeo grazie ai rigori in semifinale e in finale. Però non è solo fortuna o come tirare una monetina. C’è studio, preparazione, abilità, precisione, freddezza, ci sono tante cose dietro un calcio di rigore”.

Per gli avversari c’è qualcosa anche davanti: un muro come Donnarumma…

“Per segnare a Gigio devi tirare benissimo, e spesso non basta. Oggi è un portiere senza limiti, può raggiungere tutto, compreso il Pallone d’oro. Governa la difesa, riprende il compagno se sbaglia e sta acquisendo le malizie e il carisma della coppia di killer che gli gioca davanti”.

Parli di Bonucci e Chiellini…

“Sono due mostri. Quando giocavano con Barzagli, consideravo lui il più completo: un fenomeno. Tra Federer-Bonucci e Nadal-Chiellini, per me Barzagli era Djokovic, un mix perfetto. Pensavo che senza di lui e Buffon avrebbero sofferto, e invece… Sono affamati di vittorie e professionisti incredibili, con una conoscenza perfetta del proprio corpo. Si allenano e fanno prevenzione più di tutti: da sempre”.

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