De Laurentiis-Gattuso e un rinnovo che ora è quasi carta straccia

Non aver firmato in passato può essere la fortuna di Rino, ormai sopportato e sconfessato dal presidente, già andato a caccia del sostituto

Ci sono presunti matrimoni che spesso diventano quasi barzellette, eppure non fanno sempre ridere.

Quello tra Aurelio De Laurentiis e Rino Gattuso, per esempio. Storia di un contratto in mano da mesi, da quel famoso meeting quando il presidente, uno che ama andare di corsa, non vedeva l’ora di rinnovare fino al 2023. Al punto che aveva tolto tagliole e penali, evento più unico che raro nel corso della sua lunghissima carriera. Non vedeva l’ora e ha fatto confezionare i contratti, storia da ottobre fino a dicembre. Dovevano tornare firmati, per sua fortuna Gattuso ha evitato, li ha lasciati agli avvocati, come se immaginasse che prima o poi quell’idillio sarebbe svanito come un incantesimo. Ora siamo al paradosso, non tanto paradosso, che Ringhio si sente quasi un sopportato, i motivi li dovrà spiegare De Laurentiis, e che quel mancato rinnovo magari può diventare la sua fortuna. Comunque vada questa stagione, i prossimi giorni e le prossime settimane saranno determinanti, sapendo che quel vento dolce si è trasformato nell’anticamera di una bufera silente ma pronta ad esplodere.

motivi e cause

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De Laurentiis ritiene che il Napoli forse debba vincere tutte le partite. Non accetterebbe un passaggio a vuoto in chiave Champions per la prossima stagione, comprendiamo. Esattamente come non accetta che il Napoli abbia perso sei partite in campionato. Certo, ci mancherebbe, ma siamo all’interno della stagione più complicata della storia, Gattuso ha perso Osimhen che era il pilastro della sua impalcatura e l’ha appena ritrovato. Si potrebbe anche dire che, se vincesse il recupero contro la Juve, il Napoli sarebbe terzo ma De Laurentiis è fatto così: quando parte, non si ferma. Il rinnovo prevedeva bonus per un totale ampiamente superiore ai 2 milioni a stagione, per ora (e forse per sempre) quel contratto va dimenticato. Perché se domani o dopodomani De Laurentiis volesse, difficilmente troverebbe la disponibilità di Gattuso. Anzi, per Ringhio forse sarebbe una liberazione salutare e andare al più presto possibile. Sembra la ripetizione del film visto con Sarri, 1,4 a stagione (lo stesso attuale ingaggio di Gattuso), cifre misere o modeste rispetto al contributo che aveva dato e al magazzino che gli aveva valorizzato con plusvalenze enormi. In ogni caso entrambi distanti dal fallimento Ancelotti, uno dei più grandi flop – anche in termini economici – da quando De Laurentiis è al timone del Napoli.

piange il telefono

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Un retroscena vuole che, quindici minuti dopo la sconfitta di Verona, Il numero uno del club si sia messo al telefono in cerca di una soluzione. Scavalcando anche l’area tecnica e sconfessando una teoria eterna: in un gruppo di lavoro ci sono ruoli e competenze, rispetto ed equidistanza. Per questo motivo Gattuso non si dimette. Possibile che De La insista, dopo aver beccato qualche no, comunque alla ricerca di minestre riscaldate (alcune troppo…), talvolta all’inseguimento di soluzioni impossibili. La profondità del concetto porta a questo tipo di valutazione: il Napoli da oggi in poi viaggerà minuto per minuto con la possibilità di un ribaltone. Basterà battere lo Spezia domani sera in Coppa Italia e approdare alle semifinali? Forse, non è detto. Basterà ripetersi domenica sera contro il Parma per riacquisire un minimo di serenità? Chissà, non è scontato. E se i risultati fossero opposti, ne basterebbe uno, la storia del rinnovo da annunciare diventerebbe il più grande boomerang degli ultimi anni. Con l’aria che tira, De Laurentiis dovrebbe avere la forza di esonerare un allenatore che ha già bypassato contattandone altri. Sarebbe una questione di coerenza, a prescindere da una vittoria in più o in meno. E quel contratto non rinnovato, rimasto in mano agli avvocati anche e soprattutto per sua volontà, può essere la salvezza di Gattuso. Quasi una liberazione, aspettando i prossimi eventi.

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