De Bruyne accende il Belgio: gol e assist, Danimarca ribaltata (nel nome di Eriksen)

Lukaku & co. qualificati agli ottavi: il centrocampista del City parte dalla panchina, entra nella ripresa e regala il successo in rimonta prima servendo Thorgan Hazard poi con una rete. I padroni di casa erano andati in vantaggio dopo due minuti con Poulsen. Al decimo, partita ferma per un minuto per omaggiare il centrocampista dell’Inter

Che partita a Copenaghen, nel nome di Eriksen. La Danimarca esce sconfitta e lunedì sarà obbligata a battere la Russia per sperare nella qualificazione come seconda o come miglior terza. Il Belgio è a punteggio pieno e con la vittoria in Danimarca ottiene già il pass per gli ottavii. Il match è stato bellissimo. Danimarca favolosa nel primo tempo, Belgio fantastico nella ripresa, anche perché al 46’ è entrato lui, Kevin De Bruyne, per brevità chiamato KDB, e con due giocate fantastiche ha rovesciato il risultato. Il resto lo hanno fatto i fratelli Hazard, Thorgan titolare e Eden subentrato a Carrasco, e Lukaku, annullato per un tempo da Kjaer e riemerso nella seconda frazione. In tutti e due i gol belgi c’è il piede del cannoniere interista. Il Belgio è una miniera di talento, magari non è assemblato benissimo, però la questione è relativa. I primi tre cambi del c.t. Martinez sono stati De Bruyne, Hazard (Eden) e Witsel, soltanto il potenziale della Francia è superiore ai Diavoli Rossi.

PRIMO TEMPO

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Approccio furioso della Danimarca. Il gol è arrivato subito, grazie a una pressione alta di squadra che ha messo in difficoltà il Belgio nell’uscita dal basso. Denayer ha cercato Tielemans in verticale, ma Hjobjerg ha capito il malinteso tra i due – il destinatario del passaggio è andato da una parte e la palla dall’altra -, ha intercettato e ha servito Poulsen, che ha liberato il tiro vincente, nonostante il disperato intervento di Denayer, alla ricerca della respinta riparatrice che però non gli è riuscita. Una rete emblematica del piano tattico-strategico allestito da Hjulmand, il c.t. dei danesi: aggredire, sbaragliare, scompaginare il Belgio nelle sue certezze. Hjulmand è passato dal 4-3-3 contro la Finlandia al 3-4-3 contro i Diavoli Rossi. Abbastanza chiaro l’intento di mettersi a specchio rispetto agli avversari e molto interessante il “tourbillon” del trio offensivo, con Braithwaite, Poulsen e Damsgaard bravi a scambiarsi di continuo le posizioni e a non concedere riferimenti agli avversari. Il Belgio ha reagito subito allo svantaggio con un tiro di Mertens, bloccato da Schmeichel sulla partita, ma è stato un attimo. La partita è ripartita da dove era cominciata, con la Danimarca dominante e se gli scandinavi hanno avuto un torto, è stato quello di non aver capitalizzato di più tanta superiorità. Devastanti i due esterni di centrocampo, Wass e Mahele, in particolare quest’ultimo. L’atalantino ha terrorizzato l’intero fianco destro belga, da Alderweireld fino a Mertens passando per Meunier, il più “vessato” del trio. Mahele, subito dopo il tentativo di Mertens, ha prima seminato il panico con una serpentina disinnescata soltanto da Courtois in ultima analisi e poi ha servito Wass per un diagonale bloccato dal portiere. Una furia, Mahele: ancora lui, al 16’, ha imboccato Braithwaite per un colpo di testa fuori di poco. E poi il sampdoriano Damsgaard, altro pungiglione fastidiosissimo, specie al 34’ con un sinistro a lato di poco. Danimarca rock e Belgio lento, questo il verdetto della prima frazione. Bugiardo l’1-0, nel senso che un 2-0 avrebbe rispecchiato meglio lo sviluppo del match.

SECONDO TEMPO

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Kevin De Bruyne si era infortunato malamente nella finale di Champions contro il Chelsea. Un duro scontro con Rudiger gli aveva lasciato in eredità due fratture facciali. Si è riaffacciato in campo a Copenaghen, dal primo della ripresa, e ha capovolto tutto, copione e risultato. Prima ha messo Thorgan Hazard nelle condizioni di segnare il più facile dei gol (9’), poi ha provveduto in prima persona con un sinistro preciso, che ha colto Schmeichel impreparato sul suo palo. Le due azioni all’origine sono state generate da Lukaku, tenace nella difesa del pallone, e pilone offensivo che nella ripresa ha trovato gli spazi e i movimenti giusti. La Danimarca è calata sul piano dell’intensità e non poteva andare diversamente, sarebbe stato impossibile mantenere per 90 minuti il ritmo e le pressioni del primo tempo. Il Belgio ha colmato la differenza con la classe di De Bruyne e con i giochi di prestigio dei fratelli Hazard, il loro duetto, da cui la rete di De Bruyne, è stato qualcosa di delizioso. La Danimarca però non si è arresa, Braithwaite ha colpito una traversa su cross di Skov Olsen, il ragazzo del Bologna. Skov è entrato all’85’ e in dieci minuti, recupero compreso, si è fatto notare alla grande, ha anche sventato il terzo gol belga agli sgoccioli, con un salvataggio a porta sguarnita su un tiro da lunga distanza di Meunier (il portiere Schmeichel era andato a cercare disperata fortuna in attacco). Grande Belgio per qualità dei giocatori, grande Danimarca per applicazione e dinamismo. Un pareggio sarebbe stato più giusto, ma il vaso del Belgio trabocca di talento.

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