Danilo fa 100 presenze con la Juve. E strizza l’occhio al rinnovo

Il brasiliano con la Samp giocherà la sua centesima gara in bianconero: è arrivato nel momento più difficile per la Signora, ha cambiato tre allenatori ma è diventato per tutti un riferimento. Per Allegri è una risorsa importante, presto potrebbe parlare di prolungamento

Da zero a… cento, prossimo traguardo con la Sampdoria. Per Danilo Luiz da Silva la prossima gara a Marassi sarà la centesima presenza con la maglia della Juventus, un club che lo ha conquistato nel suo momento di massima maturità calcistica. “Ho girato tanto, qui ho trovato le condizioni ideali per fare al meglio ciò che ho sempre sognato”, ha confidato recentemente il calciatore, riferimento per Max Allegri come lo è stato anche per i suoi predecessori.

CENTO

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Il percorso di Danilo alla Juve racconta anche un pezzo di storia del club non proprio facile. Le sue cento presenze in bianconero sono davvero la testimonianza del cambiamento avvenuto dall’estate 2019 a oggi, dal post Allegri e alla nuova gestione di Max, con le parentesi di Sarri e Pirlo che hanno funzionato poco ma sancito comunque la transizione tra due cicli epocali della Vecchia Signora. Il brasiliano nella Torino bianconera ha vinto fin qui uno scudetto nel suo primo anno e una Coppa Italia e una Supercoppa nel secondo. Quest’anno ha indossato qualche volta la fascia di capitano, segno della sua ascesa nel club.

TRENTASETTE

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C’erano grandi aspettative intorno al suo approdo sotto la Mole. La Juve lo aveva preso per 37 milioni dal Manchester City, consentendo a Cancelo di fare il percorso inverso. Era soprattutto la sua esperienza a dare garanzie, in quanto l’ex Porto e Real Madrid avrebbe dovuto ereditare il posto lasciato vacante da Barzagli, uno dei pezzi pregiati della gloriosa BBBC. Danilo si è calato nella realtà bianconera con estrema convinzione di poter mettere in luce il suo valore, alla fine è riuscito nell’intento e non a caso – oggi – è diventato uno dei maggiori beniamini dei tifosi. Ha un contratto fino al 2024, presto si parlerà di rinnovo.

VENTICINQUE

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L’obiettivo del brasiliano dopo il traguardo di Genova sarà superare il record personale di presenze in un club, fissato al Porto con 140 gettoni. Con la Juve ha già superato le 65 partite giocate col Santos, le 60 col Manchester City, le 56 col Real Madrid e le 7 col Mineiro. Ma il dato più significativo della sua carriera fino a questo momento resta il numero dei trofei vinti tra club e nazionale brasiliana: ben 25. E questo non può che garantire alla Juve un certo metodo nel perseguire risultati ambiziosi, specie all’inizio di questo nuovo ciclo che vede al centro della scena diversi giovani pronti al salto di qualità.

TREDICI

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Il primo biennio in bianconero non è stato certo facile, seppur in crescendo. La prima stagione con Sarri è stata un’altalena di emozioni, condizionata da qualche acciacco fisico e dai cambiamenti che hanno coinvolto l’intero reparto arretrato. È con Pirlo che è diventato un titolare inamovibile, tanto che il tecnico lo ha indicato come calciatore rivelazione della sua gestione. “Dopo due allenamenti ho capito quanto fosse importante per il mio gioco”, la confidenza di Pirlo, che gli ha concesso quattromila minuti in campo. L’estate scorsa il gesto che più ha contraddistinto la sua maturità nel club: la scelta di cambiare il numero di maglia, lasciando la tredici e prendendo la sei per omaggiare Gaetano Scirea.

SEI

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Proprio quel passaggio – fatto con umiltà e naturalezza – apre a Danilo un futuro solido alla Juve. Il classe 1991 ha compreso bene cos’è la Juve e in che termini vorrebbe lasciare il suo segno nella storia del club, così con il numero sei sulle spalle sta cercando di mettersi completamente a disposizione di Allegri e dei compagni, per essere protagonista della rinascita della Signora. Consapevole di dover essere un esempio dentro e anche fuori dal campo, dove trascorre la maggior parte del tempo libero tra famiglia, libri e yoga. E poi gli anni lo stanno portando anche a cambiare ruolo facilmente: l’anno scorso da terzino è diventato spesso play a centrocampo, e chissà che le prove da centrale difensivo di quest’anno possano trovare un certo futuro.

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