Daniel, il Maldini più giovane in Champions. E intanto Anfield celebra Paolo

Nel giorno del ritorno sulla grande ribalta europea dei rossoneri, Paolo è la star di Anfield e il figlio debutta a 19 anni e batte (in velocità) papà e nonno

Chissà cosa avrà pensato Paolo, lì in tribuna, quando la lavagnetta ha segnato il numero 27 del figlio Daniel. Forse due cose: la prima è che un Maldini gioca in Champions dal 1955, dinastia pallonara da sessant’anni e più; la seconda è che You’ll Never Walk Alone, ad Anfield, contro il Liverpool, non l’ha mai ascoltato nemmeno lui. Ci ha giocato due volte a Euro ’96 con la maglia azzurra, ma mai contro i Reds nello stadio dei miti.

Daniel Maldini ha scritto un paio di pagine di storia in più di papà Paolo e nonno Cesare: giocare ad Anfield contro il Liverpool e debuttare nella grande coppa prima di loro. Stefano Pioli l’ha buttato nella mischia 7’ dalla fine a 19 anni e 11 mesi. Paolo ce ne ha messi 20 tondi tondi – 90’ contro il Levski Sofia nella Coppa dei Campioni del 1988 -, Cesare addirittura 23 (contro il Saarbrucken nel ’55, primo turno). C’è un Maldini in ogni angolo di storia del Milan, dalla Serie A alle coppe europee.

Con Virgil

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Paolo è stato la star di Anfield. Avrà concesso decine di foto, selfie, autografi, e tutti col sorriso. Era al gran ritorno in Champions dopo 7 anni d’assenza, da dirigente, contro quel Liverpool di dolori e gioie, perché dopo Istanbul ci sarà sempre Atene. A fine partita l’ha fermato anche Van Dijk, colonna dei Reds. Paolo gli ha messo una mano intorno al collo, gli ha sussurrato un paio di “sei bravo, sei forte”, cose così. L’olandese ha postato la foto su Instagram in segno di rispetto e stima, perché puoi vincere 3-2, 4-0, 5-1 o perdere 0-1 a casa tua, ma uno scatto con Maldini te lo conservi finché campi. Anche Luis Garcia e Hyypia hanno commentato il post con emoticon di applausi, due che Paolo purtroppo conosce bene, titolari nella rimonta di Istanbul e incubi rossoneri. Anche di Daniel, che nel 2005 aveva 4 anni (papà aveva segnato il primo gol del 3-3). Oggi ha interrotto il circolo vizioso: nonno difensore, papà terzino, lui fa l’attaccante.

E Klopp

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Anche Ian Rush ha postato una foto con Maldini. Storico bomber del Liverpool, 346 gol dal 1980 al 1996, due Coppe dei Campioni in bacheca, per lui anche una parentesi alla Juve nel 1987-88. Didascalia esaustiva: “Che spettacolo dare il benvenuto ad Anfield a una leggenda come Paolo”. Klopp ha fatto lo stesso. Dopo il match, a bordo campo, nonostante la sconfitta per 3-2, Jurgen e Maldini hanno chiacchierato fino a mezzanotte e oltre. Si sono avvicinati anche Massara e Pioli, ma gran parte del tempo c’erano solo loro due. Risate, sorrisi, tanto calcio. Senza neanche mettere la mano davanti alla bocca, nascondendo il labiale. “Abbiamo parlato della grandezza dei nostri club. C’è molto rispetto”, ha detto Paolo. Che poi avrà abbracciato Daniel. Tutto lontano da telecamere, riflettori e iPhone pronti a riprenderli, perché tra loro funziona così. “Avere il padre tra le scatole non è piacevole – disse una volta Paolo -, nessuno lo sa meglio di me. La sua fortuna è che non gioca nel mio stesso ruolo…”. Intanto, a cena, potrà vantarsi di una cosa: è il Maldini più giovane ad aver giocato in Champions.

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