Dalot: “Tra 4-5 anni tornerà il Milan di un tempo. Ibra top, ma più impressionato da…”

Diogo Dalot, terzino portoghese in prestito al MilanDiogo Dalot, terzino portoghese in prestito al Milan

MILANO – Diogo Dalot, terzino portoghese in forza al Milan attualmente in prestito dal Manchester United, si è così espresso a O Jogo direttamente dal ritiro della nazionale del Portogallo in vista dell’Europeo U21: “Tutti vogliono vincere e noi non facciamo eccezione. Capisco le aspettative dei portoghesi, ma abbiamo tre partite molto difficili davanti, perché a questo livello non ci sono partite facili. Nelle qualificazioni abbiamo battuto alcune squadre che chiaramente non erano al nostro livello, ora non sarà così. Ci sono squadre molto forti, a cominciare da Inghilterra, Croazia e Svizzera che fanno parte del nostro girone. Direi anche Francia, Italia e Spagna. Quasi tutte le squadre hanno giocatori di altissimo livello”.

CHAMPIONS O SCUDETTO?: “Onestamente, l’obiettivo a questo punto deve essere partita per partita. Due mesi fa, quando eravamo primi, era per mantenere le distanze, anche se era naturale pensare che l’Inter si stesse avvicinando. A questo punto è importante vincere la prossima partita, fare il nostro. Credo che se vinciamo le 10 partite che restano, vinceremo il campionato, ma sappiamo che è difficile e dobbiamo pensare partita per partita, pensare con calma e poi, ovviamente, aspettare che sbaglino e ci diano quell’opportunità. Tutti sanno che l’obiettivo principale del club è garantire la Champions, ma vorremmo sognare di più, perché abbiamo dimostrato in questa stagione che possiamo lottare per questo”.

Diogo Dalot del Milan esulta dopo il goal all'Hellas Verona
Diogo Dalot del Milan esulta dopo il goal all’Hellas Verona

SUL PROGETTO MILAN: “Se in questa stagione facciamo qualcosa di importante, soprattutto la qualificazione alla Champions, credo sia un bel passo, il primo per riportare il Milan sulle vette che merita. C’è qualcosa da costruire, diverso dagli ultimi anni. Sebbene molte persone non conoscano questi giocatori, tra 4 o 5 anni smetteremo di essere giovani e sconosciuti e se in quel periodo il club avrà costruito una palmarés si potrà iniziare a paragonarci alle squadre che il Milan aveva in altri tempi. Quello che più mi ha impressionato è Bennacer, centrocampista. Lo conoscevo già, ma sono rimasto più impressionato dopo essermi allenato e aver giocato con lui. È fantastico per il suo corpo, perché tutti conosciamo il pregiudizio che esiste oggi con i giocatori della sua statura [1,75 m], ma ha un’incredibile capacità di usare il suo corpo con intensità, aggressività e qualità. E ha un sinistro fantastico. Spero che un giorno diventi uno dei migliori giocatori del mondo, ha tutto per farlo”.

SU IBRAHIMOVIC: “E’ il padre di tutti. Ci sono poche cose che non possiamo imparare. Tutto quello che fa, il modo in cui affronta le partite, l’allenamento, la preparazione all’allenamento, il post-allenamento ogni giorno… È incredibile, è come se avesse 20 anni. Se a 39 anni, con quello che hai vinto, con tutto quello che hai fatto, mantieni questa fame e convinzione di giocare, io, che sto iniziando la mia carriera, che voglio giocare al suo livello, vincere quello che ha vinto lui, giocare le partite che ha giocato, non dovrei pensare allo stesso modo? Fuori dal campo è esattamente la stessa persona che è dentro. È una persona normale, ama giocare, stare con i suoi compagni, parlare. E poi c’è il lato Zlatan. Detto così è perfetto, perché tutti capiranno. Quel lato che solo lui ha. È difficile per qualcuno essere come lui”.

SU RAFAEL LEAO: “Lo conosco dall’età di 14/15 anni e senza dubbio mi ha facilitato l’adattamento. Stare con lui ogni giorno ha aiutato nell’integrazione ed è stato bello condividere con lui lo spogliatoio ancora una volta. La sua abilità calcistica è evidente, non ci sono dubbi. Il resto dipende da lui, dalla volontà in certi momenti, dal lavoro che mette in campo durante la stagione. Ha fatto una stagione fantastica, ha tutte le carte in regola per essere un grande giocatore, uno dei riferimenti del nostro Paese. Spero sinceramente che la sua testa rimarrà sempre concentrata sull’essere il miglior giocatore possibile, sull’essere la migliore versione di Rafael Leão, deve ancora arrivarci, ma credo che ne sia consapevole e voglia lavorare per questo”.

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