Dall’orbita Milan al flop in viola: Duncan riparte da Cagliari per rilanciarsi

E’ stato a lungo uno dei centrocampisti più ricercati, poi ha avuto dei passaggi a vuoto. Ora lascia la Fiorentina e torna con Di Francesco, che lo ha svezzato a Sassuolo

Alfred Duncan che va al Cagliari è una storia di sentimenti, di riconoscenza ma anche di fallimenti. Eusebio Di Francesco prende il centrocampista che cercava dopo il grave infortunio a Rog, il partner ideale di Nainggolan, ora l’allenatore dovrebbe rispondere sul campo ai fatti che – contrariamente a lui – il Cagliari sta facendo. Ma Duncan, se vogliamo, è anche il naufragio di una doppia operazione che la Fiorentina aveva chiuso spendendo poco meno di 30 milioni. Duncan e Lirola entrambi dal Sassuolo, in breve tempo si sono volatilizzati, sono stati parcheggiati in prestito con diritto di riscatto, nella speranza che le nuove esperienze consentano una rivalutazione tecnica e non solo.

PERCHÉ CAGLIARI

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Duncan è stato a lungo uno dei centrocampisti più ricercati e apprezzati. E’ ancora giovane, classe 1993, ma non più giovanissimo visto che viaggia verso i 28 anni. Per un lungo periodo è stato quasi la prima scelta del Milan, soltanto che il Sassuolo aveva preferito non mollare e insistere. Non diventerà un top nel ruolo, di sicuro ci sono stati passaggi a vuoto nella sua recente carriera. Con la Fiorentina ha un contratto fino al 2024 ma non la vedeva più, se non dalla panchina, il passo del gambero che non giustificava gli oltre 15 milioni spesi per portarlo in viola. Duncan aveva la possibilità di scegliere, all’inizio ci ha provato il Genoa, poi si è inserito il Torino (proprio Giampaolo lo avrebbe voluto al Milan), alla fine ha prevalso Di Francesco. E c’è una chiave di lettura illuminante: si tratta dell’allenatore che lo ha coccolato e svezzato a Sassuolo, che gli ha fatto una corte incessante e che lo ha convinto a prendere presto un aereo per la Sardegna. Prestito con diritto di riscatto, sarà anche interesse della Fiorentina che il ragazzo dia un segnale, gli autobus non passano tutti gli anni e a un certo punto il capolinea è dietro l’angolo. Il discorso vale per Di Francesco assolutamente in ritardo rispetto a quanto gli aveva chiesto Giulini: il Cagliari balbetta calcio, ha una mentalità sbagliata e si è aggrappato nuovamente al mercato. Con gli arrivi di Nainggolan e Duncan ora sarebbe il caso di dare e di non chiedere più: gli allenatori dovrebbero sapere che oggi gli sforzi delle società valgono il triplo rispetto a quattro o cinque anni fa.

DA MEITé A SCHONE

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Sbloccare a centrocampo è una necessità, non soltanto per prendere un titolare ma anche e soprattutto per dare una profondità alla rosa. L’operazione Meité ha simili motivazioni in casa Milan: né giovanissimo né anziano, parliamo di un classe 1994 che dovrebbe avvertire le motivazioni del grande club che gli offre una chance. Prestito con diritto di riscatto, prestito leggermente oneroso, il gioco vale assolutamente la candela. Pioli ha approvato, se in questi cinque mesi il ragazzo dimostrerà di essere sul pezzo e di non avere i limiti caratteriali che ne hanno contraddistinto il recente percorso, allora il suo futuro potrebbe avere le dimensioni a colori che ha sempre sognato. Lasse Schone, invece, non ha fin qui risposto positivamente alle sollecitazioni provenienti dalla Serie A: lo hanno cercato ma non ha aperto in modo tale da lasciare grandi spiragli. Mettiamoci nei suoi panni: arrivava dall’Ajax, aveva detto sì al Genoa depennando altre proposte, lo hanno trattato talmente male che se avesse deciso di chiudere con il nostro calcio non si potrebbe incolparlo di chissà cosa. I comportamenti sono più importanti del conto in banca, per questo motivo il signor Schone potrebbe salutarci per sempre.

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