Dalle lezioni di Messi alla doppietta contro CR7. Sanabria è sicuro: “Ci salveremo”

Nella sua maturazione sono state fondamentali le iniezioni di fiducia di Nicola, prima al Genoa e poi al Toro. La doppietta sotto gli occhi di Ronaldo sembra quasi una consacrazione

“Loro sono forti, ma noi siamo pronti”. Se lo sentiva, Antonio Sanabria. E lo aveva detto, in settimana. “Sì, siamo pronti”. Lui più di tutti, visto com’è andata in campo… Una doppietta nel derby, una vittoria contro la Juve dopo anni di schiaffoni soltanto assaporata, ma un punto che è comunque un mattoncino prezioso verso la salvezza. Se il Toro avesse vinto il derby – e a un certo punto in tanti ci avevano creduto – i tifosi granata avrebbero fatto un monumento a “Tonny”. Non è stato così, ma questi sono gol che resteranno comunque nella storia del club. “E’ un punto pesantissimo per la classifica, peccato non aver vinto, ma resta la prestazione che abbiamo fatto – le prime dichiarazioni dopo la fine della partita -. Sono molto contento per la doppietta in questo mio primo derby, noi attaccanti abbiamo bisogno del gol e sono contento di poter aiutare la mia squadra in questo modo. Nicola ci aveva chiesto di trovare qualcosa di positivo in ogni partita e questa sarà la nostra forza per raggiungere l’obiettivo finale, che è salvarsi il prima possibile. Ai tifosi del Torino dico che ci mancano allo stadio, ma sentiamo il loro appoggio da fuori. Sì, credo che il Toro possa farcela a salvarsi”.

acerbo nelle prime italiane

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Sanabria è il secondo paraguaiano a segnare nel derby dopo Dionisio Arce nel 1956, anche lui in maglia granata. E “Tonny”, di gol, ne ha fatti due, come Ferrante nel 2000 (che però segnò solo su rigore e il Toro comunque perse 3-2). Sanabria è anche il quarto straniero del Toro a segnare una marcatura multipla in A contro la Juve, dopo Casagrande nel 1992, Combin nel 1967 e Hans Jeppson nel 1957. Ci ha messo poco a prendersi il Toro, Sanabria, forte della fiducia che Davide Nicola ha avuto in lui fin dai tempi del Genoa, quando arrivò in prestito con diritto di riscatto a venti milioni per sostituire Piatek, in procinto di passare al Milan. E dove riuscì a mostrarsi più maturo rispetto ai primi assaggi d’Italia, con il Sassuolo e la Roma. Due presenze con gli emiliani, due con i giallorossi. Poche. Troppo acerbo, a quei tempi, per il palcoscenico della Serie A. Anche per chi è cresciuto con il mito di sua maestà Leo Messi e da lui ha potuto rubare qualche segreto in allenamento, quando stava imparando calcio nella cantera del Barcellona. Lezioni che sono servite.

paternità e nicola

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C’è voluto Nicola per dare una scarica di autostima a Sanabria nel suo terzo assaggio di campionato italiano, con il Genoa, appunto. “Penso che a parte l’aspetto tattico e fisico, Nicola abbia saputo lavorare sul piano psicologico traendo vantaggio da ciascuna delle nostre qualità e sfruttandole al meglio: così ci sentiamo tutti importanti”, disse. Ma fondamentale, nella sua crescita, più mentale che fisico-tecnica, era stata la nascita della figlia Arianna. “Mi ha cambiato il modo di pensare e affrontare la vita. Prima credevo che con la qualità avrei sempre giocato. Mi sbagliavo. Quello era il “Tonny” del passato: ora penso di essere maturato”. In una stagione e mezza con il Genoa, ha segnato 9 gol in 39 partite. Poi è tornato al Betis Siviglia. Fino a quando Nicola non l’ha rimesso sotto le sue ali di buon padre e buon tecnico. I primi gol granata, contro Crotone e Inter, finora erano coincisi con due sconfitte. Quelli nel derby hanno dato l’illusione che potessero fruttare i tre punti. Non è stato così, ma Sanabria ha dimostrato comunque di essere sempre più dentro il progetto granata. E sempre più all’altezza della Serie A. I due gol segnati sotto gli occhi di Ronaldo lo dimostrano.

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