Dalla neve di Istanbul allo 0-0 con lo Shakhtar: viaggio negli euroflop di Conte

Champions maledetta per il tecnico: eliminato male con la Juve, “tradito” dal fido Marcos Alonso agli ottavi con il Chelsea. E con l’Inter…

Pokerissimo Conte. Con quello di ieri sera sono cinque i flop europei del tecnico leccese. Maestro nelle corse a tappe del campionato – ha inaugurato il ciclo Juve, fatto vincere la Premier al Chelsea e pur sempre riportato l’Inter al secondo posto dopo nove anni giù dal podio -, Conte ha sempre sofferto il contesto internazionale. Difficile trovare una spiegazione, anche se le ultime due stagioni in nerazzurro hanno mostrato come il suo calcio ad alta intensità spesso non riesce ad andare oltre l’ora di gioco. Vedi le rimonte subite da Barcellona e Dortmund nella scorsa edizione, dopo avere incantato all’inizio. In Italia certe sgommate possono bastare. All’estero no, serve di più. Anche l’integralismo del 3-5-2 non aiuta. Le grandi squadre devono saper cambiare faccia in corsa. In Europa inoltre si vince quasi sempre con la linea a 4 e un uomo in più tra centrocampo e attacco.

I flop Juve

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Dopo il capolavoro del 2012, scudetto al primo colpo con una squadra “operaia”, la prima Champions del Conte juventino finisce ai quarti di finale, contro il Bayern Monaco. Asfaltato (3-0 e 2-0) il Celtic negli ottavi, i bianconeri perdono 2-0 entrambe le sfide contro i bavaresi. In Germania decidono Alaba (mezza papera di Buffon) e Muller, a Torino ci pensano Mandzukic – futuro bianconero – e Pizarro. Non è un flop, ma dopo 18 gare di imbattibilità la Juve viene dominata. Assurda invece l’uscita ai gironi nella Champions successiva. Perché all’ultima giornata la Juve viene ribaltata dal Galatasaray di Mancini e Sneijder. Incapaci di battere i turchi anche all’andata (2-2), sotto la famosa neve di Istanbul ai bianconeri basterebbe un pareggio per tenere dietro gli avversari e passare con il Real Madrid. Invece a 5′ dalla fine proprio Sneijder trova il gol che capovolge il mondo bianconero. Suicidio Juve, che retrocede in Europa League (con finale a Torino) ma deraglia a un passo dal traguardo: basterebbe un gol nel ritorno della semi col Benfica, invece finisce 0-0, proprio come ieri. Conte se ne andrà a fine stagione, con la ciliegina del terzo scudetto di fila.

Fiammata Chelsea

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Dopo avere stupito come ct di un’Italia senza fuoriclasse ma con tanta garra, Conte nel 2016 va al Chelsea. Squadra fuori dalle Coppe, cuore e testa al campionato, nuovo capolavoro al primo colpo. Conte “baronetto”, ma la seconda stagione sarà ben diversa. Il doppio impegno si paga. Vince la Premier il City dei famosi 100 punti, i Blues sono quinti a -30 ed escono dalla Champions agli ottavi contro il Barcellona. Sfida sfortunata, va detto, perché i catalani – ancora quelli con Messi, Iniesta, Xavi… – sono molto più forti ma vengono incartati dal mordi e fuggi preparato da Conte. Eppure strappano l’1-1 nell’andata a Stamford Bridge solo grazie ai due pali di Willian (che poi segna) e all’erroraccio di Marcos Alonso, che manda in gol Leo. Il ritorno al Camp Nou però diventa una via crucis: 3-0 e altra euro delusione per Antonio.

Inter…mittente

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E siamo all’Inter, a due sorteggi non facili (il Gladbach probabilmente è la miglior squadra mai vista in quarta fascia), ma in primis alle troppe colpe. L’anno scorso i nerazzurri si arresero a Real e Borussia Dortmund, regalando due punti al Meazza contro il materasso Slavia Praga e facendosi appunto ribaltare in casa delle due big (in Germania da 0-2 a 3-2). Quest’anno – nel girone più pazzo degli ultimi anni – pesano i regali concessi nelle prime quattro giornate. Vidal per due volte col Gladbach, Lautaro che sbaglia a porta vuota a Kiev, Hakimi che manda in gol Benzema a Madrid, Barella e ancora Vidal che per troppa foga lanciano il Real anche a Milano. La sveglia arriva troppo tardi, il Lukaku totem che dopo l’autogol col Siviglia “para” su Sanchez è la nemesi della maledizione europea di Conte. Ora Antonio ha un solo modo per cancellare l’ennesima ferita. Vincere lo scudetto.

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