Dalla guarigione alla “rivincita”: cosa cercano i 23 rimasti a Milanello

Ogni rossonero che non è volato in Qatar ha ottime ragioni per sfruttare al meglio questa sosta, fra delusi delle nazionali, neo acquisti in cerca di gloria e infortunati di lungo corso

Marco Pasotto

18 novembre – Milano

Arrivederci per sette. Un numero medio alto, nel panorama delle italiane che hanno consegnato i loro giocatori al Mondiale. Sette più uno, per essere precisi, perché c’è anche Saelemaekers in lista d’attesa nel Belgio nel caso in cui qualche connazionale dovesse farsi male. Ad ogni modo, il calcolo è facile: per sette in Qatar, ce ne sono altri ventitrè che rimarranno a Milanello, e che a inizio dicembre ricominceranno a lavorare in vista della ripresa del campionato. Una rosa eterogenea soprattutto nelle aspettative e negli obiettivi individuali.

I lungodegenti

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I lungodegenti iniziano finalmente a vedere la luce in fondo al tunnel. Qualcuno concretamente, perché è alla fine del processo di recupero. Altri perché la lunga sosta mondiale, cristallizzando il campionato, avrà il benefico effetto di stoppare il conteggio delle gare ufficiali saltate per infortunio. Della prima categoria fa parte Saelemaekers che, come abbiamo detto, è stato inserito dal c.t. belga fra i riservisti. Significa che Alexis, finito ai box a inizio ottobre, è quasi a posto. Dovrà ricominciare la lotta con Messias (e in parte con Diaz) per un posto sulla destra, considerato che il brasiliano arriva da un ultimo periodo piuttosto brillante. Per quanto riguarda gli altri “malati”, alla ripresa del campionato ci sarà sicuramente Maignan, e molto probabilmente anche Calabria. Ibra invece dovremmo rivederlo tra fine gennaio e inizio febbraio, mentre per Florenzi occorrerà più pazienza.

I senatori

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Dopo di che, ci sono i senatori. Coloro ai quali sono affidate le chiavi del gioco e, in alcuni casi, dello spogliatoio. Pioli da loro si attende conferme, personalità e anche rimedi ad alcune pecche di troppo che sono viste in questa prima parte di stagione. Parliamo di Kalulu, Tonali e Bennacer, in particolare, tre colonne portanti. Tre fra i giocatori che sono indiscutibilmente cresciuti di più sotto le cure di Pioli e, in particolare, in questo anno solare.

Gli orfani del Qatar

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Dopo di che, ci sono i delusi “mondiali”. Coloro che avrebbero voluto volare in Qatar e che, per svariati motivi, non ci sono riusciti. Tomori, Origi e Rebic: particolarmente “cruda” l’esclusione del centrale inglese, considerato il suo rendimento, mentre per il belga e il croato gli ultimi mesi di stagione non sono stati esattamente esaltanti e la cosa andava messa nel conto. Ecco, loro sono attesi al classico compito riservato ai delusi: incanalare la rabbia positivamente al servizio del club, perché Origi e Rebic fin qui hanno oggettivamente resto entrambi al di sotto delle aspettative. E anche la stagione di Tomori, tutto sommato, non è scintillante come la scorsa.

I primi riservisti (mezzi titolari…)

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Ci sono poi i riservisti di primo piano. A volte più titolari che riservisti. I primi nomi a cui Pioli di solito pensa quando vuole cambiare qualcosa. Per scelta tattica o esigenze particolari. Parliamo di Diaz (ultimamente titolare considerata l’involuzione di De Ketelaere), Krunic, Messias (perfetto caso di titolare-panchinaro fifty-fifty, ora che tornerà Saelemaekers), Pobega, Gabbia. A loro l’incombenza di mettere in difficoltà il più possibile Pioli nelle scelte. D’altra parte è lo stesso allenatore a ripetere sempre di non avere gerarchie ben definite, no?

I neo acquisti

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Quindi troviamo i neo acquisti che stanno provando a mettersi in mostra. Thiaw, Vranckx e Adli. I primi due hanno iniziato a raccontare qualcosa di interessante – a volte anche molto interessante –, l’ultimo invece fin qui è rimasto quasi del tutto in ombra. Sarà una sosta fondamentale per entrare meglio nei meccanismi pioliani e dimostrare comprensione tattica e affidabilità caratteriale.

Le scelte… forzate

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Infine, ci sono quattro giocatori il cui obiettivo è farsi trovare pronti in caso di necessità. Disgraziatamente, si tratta di necessità gravi. Parliamo degli altri due portieri Tatarusanu e Mirante, e di Bakayoko e Lazetic. Il francese è virtualmente fuori dal progetto tattico – Pioli non l’ha schierato nemmeno nell’emergenza più profonda – e il giovane centravanti serbo – aggregato molto spesso alla Primavera – ha ovviamente ancora un gran bisogno di farsi le ossa. Chissà che il prossimo mese e mezzo non regali qualche scenario inatteso e interessante.

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