Dalla dedica ai narcotrafficanti all’arresto a Napoli: la parabola di Antony De Avila

Latitante dal 2004, ricercato per traffico di droga e produzione di sostanze stupefacenti. Era legato al cartello di Cali

Sul campo da calcio era conosciuto come “El Pitufo”, il puffo, per via della sua altezza: un metro e 57 centimetri. Non sappiamo invece quale fosse il soprannome nell’altra vita, quella da narcotrafficante. Antony De Avila Charris, l’ex attaccante colombiano oggi 58enne che da sempre avrebbe intrattenuto rapporti col cartello di Cali, tanto che nel 1997 ha dedicato ai carcerati e in particolare a due fratelli, due pezzi grossi dell’organizzazione, un gol segnato in una sfida tra Colombia ed Ecuador. Un rapporto prima di amicizia e poi operativo, dall’estero.

La cattura

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Il narcotrafficante era latitante dal dicembre del 2004 in seguito a un mandato di cattura per traffico di droga e produzione di sostanze stupefacenti emesso dalla magistratura italiana. È stato arrestato a Napoli ieri, lunedì 28 settembre, dagli investigatori del commissariato Vicaria Mercato che l’hanno rintracciato nei pressi di Porta Capuana.

Due Mondiali

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Da calciatore De Avila è arrivato cinque volte in finale di Copa Libertadores, quattro con l’América e una col Barcelona, ma non ha mai vinto il torneo. Proprio l’América de Cali è stata la sua squadra del cuore: ci ha militato dal 1983 al 1987 e poi dal 1989 al 1995, tornandoci nel 2009 a 46 anni per giocare un solo mese e chiudere la carriera. Ha indossato la maglia dei New York MetroStar, ma soprattutto quella della Nazionale colombiana con cui vanta pure 13 gol e le convocazioni ai Mondiali di Usa 1994 e Francia 1998.

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