Dalila Stramaccioni: “Io, Andrea, l’amatriciana e la nostra dieta in giro per il mondo”

A tu per tu con la moglie dell’ex allenatore dell’Inter tra viaggi, abitudini e passioni

Dalila Stramaccioni è, da oltre 10 anni, la compagna prima e la moglie poi dell’ex allenatore dell’Inter. Si sono conosciuti a Roma, città dove sono entrambi cresciuti (con tappa per lui a Bologna), poi hanno iniziato insieme un giro d’Europa e del mondo che li ha portati a Milano, Los Angeles, Udine, Praga, Atene, Teheran e, da qualche mese, Doha, dove ha iniziato una nuova avventura in panchina. Avventura è la parola chiave in questa storia: perché se quella di Andrea (oggi tecnico dell’Al Gharafa) ha a che fare con il pallone, scoperto, amato e conosciuto a ogni latitudine, quella di sua moglie è l’avventura di una ragazza di trent’anni che, ogni volta, si reinventa. E con lei i tre figli Giulio, Elena e Nina: tra scuole da scegliere, pasti da improvvisare e paesi da scoprire, è proprio Dalila a raccontarci la famiglia Stramaccioni in giro per il mondo. Partendo da una certezza: “Casa per noi è dove andiamo a dormire la sera tutti insieme”.

Cosa si prova a fare un trasloco intercontinentale in epoca di pandemia?

“Ero preoccupata soprattutto per i bambini, ma la voglia di riunire la famiglia. Stare tutti insieme , in un certo senso proteggere l’unità familiare vale questi sacrifici e non sempre la scelta di comodo è la migliore. Non potrei essere più felice di così”.

A Doha siete appena arrivati: Milano, Udine, Atene, Praga, Teheran e Roma: un aggettivo per ogni città?

Doha, appena farà un po’ meno caldo, inizieremo a scoprirla anche con lunghe camminate. Poi Milano: stimolante, offre tantissimo e con un occhio sempre rivolto al futuro, ho tanti amici e tanti legami lì. Udine: sorprendente. Avevamo una bellissima casa in centro con vista sul castello e ogni mattina mi affacciavo respirando la bellezza del centro. Una città spesso sottovalutata perché poco conosciuta eppure al centro di tutto, l’ho scelta per far nascere Giulio. Atene: storica e bellissima. Praga: misteriosa. Una città bella che appare a volte fredda, dove convivono, in una strana armonia, architettura gotica e barocca. Si vive molto bene, è piena di servizi e molto efficiente, motivo per il quale ci siamo trattenuti oltre il previsto ed abbiamo ancora casa lì. Tehran: affascinante. Forse l’unica destinazione dove ero indecisa se raggiungere Andrea. Sono partita con biglietto di andata e ritorno… ma non sono più tornata. Sono rimasta colpita piacevolmente da tantissime cose. Si respira ovunque tutto il fascino mediorientale che solo una città così grande e ricca di storia può trasmettere. Il popolo persiano è incredibile, con una cultura per l’ospitalità impressionante. Per me è stato amore a prima vista e l’accoglienza di questo popolo la porto e la porterò sempre nel cuore”.

E Roma?

“Unica. È la mia e la nostra città…e racchiude tutto. Bellezza, fascino, amore, famiglia, casa. Serve aggiungere altro?”

Come è la vita di mamma di tre bambini che cambiano spesso città e paese? È più una risorsa o, per ora, una difficoltà?

“La vivo come una grande risorsa, sono fortunata a poter vivere esperienze così intense all’estero entrando spesso dalla “porta principale”. Ovviamente le difficoltà di ambientamento sono tante e non è facile anche e soprattutto da quando ci sono i bimbi e per di più ora che sono in età scolastica, ma i loro hanno capacità di adattamento straordinarie e sarà un bagaglio di esperienze incredibili”.

Qual è la vostra routine a tavola?

“Quando siamo tutti a casa mangiamo insieme, stesso orario e stesse pietanze.  A tavola le regole sono: dispostivi spenti (anche la tv), si sta composti e chiacchieriamo. A fine pasto i bambini devo sparecchiare le loro cose e aiutarmi. Il pasto è un momento comune molto importante in cui la famiglia si riunisce, mi piace che i bambini lo percepiscano. Io e Andrea teniamo molto a questo”.

La sua cucina preferita?

 “In Grecia ho apprezzato piatti molto speciali, a Teheran sapori e modi di cucinare mai visti prima. Vivo ogni esperienza come un’importante scoperta culinaria e assaggio farro tutto, ma devo essere onesta…se dovessi sceglierne una sola per il resto della mia vita sceglierei la nostra”.

Lei si allena?

“Domanda di riserva?  (Ride, ndr). Io non sono molto sportiva. Seguo lo sport e ovviamente il calcio per mio marito ma purtroppo il mio ultimo ingresso in palestra risale a prima dei figli. Mi piacerebbe però tornare a fare un po’ di sano allenamento”.

Piatto che cucina meglio e piatto preferito di suo marito?

“Andrea è fortunato perché cucino con piacere…e sono anche bravina. Va matto per la mia amatriciana, come da tradizione tramandata di padre in figlia… Sono nata ad Amatrice, perciò forse ho un piccolo vantaggio”.

Il rapporto dei vostri bambini con lo sport?

“Hanno fatto e continueranno a fare nuoto. Quest’anno poi Elena comincerà danza e Giulio è attratto da un po’ tutti gli sport ed è giusto in questa fase ne pratichi più di uno accanto al nuoto”.

Il viaggio più bello che avete fatto?

“California, estate 2013. Abbiamo trascorso lì diversi mesi. Prendemmo una casa a Beverly Hills: la mattina studiavamo inglese all’Università della California e il pomeriggio vivevamo la vita di LA, a gennaio prendevamo il sole a Malibù. E non penso sia un caso che proprio lì rimasi incinta di Giulio… Eravamo felici e sereni lontani da qualche pressione e ingerenza di troppo nella nostra vita privata in quel periodo”.

Il suo rapporto con i social è più stretto rispetto a quello di tuo marito: ce lo racconta?

“Andrea è anti social e ha aperto il suo account Instagram  su pressioni del suo agente per evitare la continua comparsa di profili fake…. e grazie alla popolarità in Iran ha stabilito (involontariamente) il record di commenti sotto un singolo post arrivando a quasi 10 milioni. Io con Instagram invece ci lavoro e sono alla costante ricerca dell’equilibrio perfetto tra il raccontare la mia vita e tenere il telefono offline. Oggi se non posti non l’hai vissuto veramente. E questo potere dei social di rendere ciò che si vive “reale” o meno mi inquieta molto”.

C’è una città nel mondo dove in futuro le piacerebbe vivere?

“Tokyo. E poi mi piacerebbe tornare con la mia famiglia: Madrid, dove feci l’Erasmus e spiccò il volo la nostra storia d’amore… fu lì che Andrea il giorno di San Valentino 2011 con una sorpresa mi chiese di sposarlo”.

A Roma casa vostra è in centro: com’è il rapporto con la città?

“Abbiamo pensato tanto a dove vivere prima si acquistare casa. E alla fine abbiamo deciso di stare in centro, a poche centinaia di metri dal Colosseo. Andrea è nato e cresciuto a San Giovanni e voleva rimanere vicino alle sue radici…le stesse che gli hanno trasmesso il giusto mix di romanità e valori semplici, ma essenziali. Roma è una città meravigliosa che talvolta non funziona come dovrebbe, Noi però la amiamo lo stesso e quando ci siamo cerchiamo di godercela.

Cosa si aspetta da questa nuova esperienza?

“Innanzitutto spero che Andrea possa ambientarsi bene e fare il suo lavoro. Dopodiché ci siamo noi quattro… trovare subito i giusti equilibri e una routine collaudata che ci faccia sentire a casa. Questo è il mio compito…duro, a volte durissimo, ma molto stimolante. Il nostro piccolo segreto è che indipendentemente da Doha, Tehran, Atene, Praga o Roma casa nostra è sempre e solo dove torniamo tutti insieme a dormire la sera”.

30 Settembre 2021 (modifica il 30 Settembre 2021 | 10:20)

Precedente Koeman, ore contate al Barcellona: Pirlo tra i candidati Successivo Diretta/ Catania Turris streaming video tv: etnei in crisi (Serie C)