Dal vaffa di ieri all’affronto a Lewandoski: quando Insigne fa il “capuzziello”

Lorenzo, non c’è dubbio, è un bravo ragazzo, con un cuore d’oro, che va elogiato per le sue attività sociali. Ma un giocatore della Nazionale non può permettersi quel tipo di atteggiamenti…

Il giorno dopo la convinzione che Lorenzo Insigne abbia sbagliato nei confronti dell’arbitro resta tale. No, il suo atteggiamento può soltanto esser censurato, non c’è nessun motivo perché si possa giustificarlo. In effetti, se dovesse passare il concetto che nei momenti caldi della partita si può anche mandare a quel paese l’arbitro, allora il campo di gioco diverrebbe un ottimo diffusore di cattiva educazione. Il “vaffa” urlato in faccia a Massa dal capitano del Napoli resta un’ingiuria grave e non esistono attenuanti, non c’è difesa che tenga. Tant’è che con ogni probabilità, all’attaccante napoletano verranno comminate due giornate di squalifica. Poi, possiamo tutti convenire che Lorenzo Insigne sia un bravo ragazzo, che abbia un cuore d’oro, che vada elogiato per le sue attività sociali, meriti che nessuno gli potrà mai disconoscere.

ESEMPIO

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Allo stesso modo, però, va detto che un giocatore della Nazionale, per giunta tra i più importanti, non può permettersi di mandare a quel paese l’arbitro, qualsiasi possa essere il motivo: lui dovrebbe essere un esempio da seguire, soprattutto per i giovani. Nel caso specifico, poi, la decisione di Massa di concedere il rigore all’Inter è stata del tutto legittima, perché Ospina è stato sciagurato nel travolgere, in uscita, Darmian. Piuttosto, anziché prendersela con il direttore di gara, avrebbe fatto bene, Lorenzo, a prendersela con se stesso e coi suoi compagni che, pur dominando la gara, non hanno avuto la consistenza per vincerla.

CAPUZZIELLO

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L’espressione è tipicamente napoletana e viene associata alla persona che cerca di far valere le proprie ragioni con atteggiamenti arroganti e prepotenti. Ecco, in alcune circostanze, Insigne si è comportato in questa maniera e quel suo modo di fare è stato persino apprezzato, associandolo ad un carattere deciso. L’ultimo esempio, a parte quanto accaduto ieri sera, risale alla gara di Nation League, contro la Polonia, dello scorso novembre, quando Insigne ha affrontato a brutto muso Robert Lewandoski, centravanti dal fisico poderoso, rimasto sorpreso dall’atteggiamento dell’attaccante napoletano per poi ridergli in faccia. Una roba del genere è successa pure nell’ultima gara di Europa League, contro la Real Sociedad. Adesso, negli stadi senza pubblico, è più facile percepire quanto avviene in campo, si sentono benissimo le parolacce che dicono i calciatori e gli allenatori. E il “vaffa” di Insigne a Massa si è sentito benissimo, a San Siro. Espressioni che talvolta vanno oltre la volgarità. Ma come sugli spalti, anche in campo il calcio non ha limiti, i provvedimenti arbitrali puniscono soltanto in minima parte gli episodi di cattiva educazione di cui si rendono protagonisti gli attori in campo. È facile nascondersi dietro le tensioni del momento, ma eticamente parliamo del nulla.

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