Dal pugno chiuso a Fratelli d’Italia: “l’ultimo bomber di sinistra” Zampagna si candida col centrodestra

L’ex attaccante si presenta alle Comunali di Terni in una lista che sostiene Orlando Masselli, candidato sindaco di Giorgia Meloni: “Non una svolta politica, ma una provocazione che suoni da sveglia per la città”

Destra, sinistra… Basta! Cantava Giorgio Gaber in una canzone di successo. Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra? Bisogna chiederlo a Riccardo Zampagna, oggi 48 anni, ex centravanti di Messina, Ternana, Atalanta, Sassuolo e di una cifra di altre squadre. Zampagna, nato a Terni, in Umbria, ha deciso di presentarsi alle elezioni comunali della sua città per “Terni protagonista”, una delle liste che sostengono Orlando Masselli, il candidato sindaco del centrodestra e di Fratelli d’Italia in particolare. È stata Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, a scegliere Masselli, attuale assessore al Bilancio. Niente di strano, se non fosse che Zampagna una volta si professava comunista. “Io ultimo bomber di sinistra – aveva detto al Corriere della Sera nel 2015 -, nel nome di mio padre morto per l’acciaieria”.

le motivazioni

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Figlio di un operaio e nel dopo-calcio gestore di una tabaccheria, Zampagna ha saltato il fosso da sinistra a destra, previa una fase intermedia di vicinanza al Movimento 5 Stelle. In un’intervista al Messaggero, Zampagna ha così motivato la sua scelta: “Ho deciso, come al solito contro corrente, di metterci la faccia, ben cosciente della mia storia che non intendo rinnegare. Ho sposato il progetto di Terni Protagonista, costruito insieme ad alcuni amici, di cui ho totale stima e fiducia, solo ed esclusivamente per il bene della città”. E ancora: “La mia candidatura non va intesa come una personale svolta a destra, ma come una provocazione che suoni da sveglia per la città”. A chiudere una spruzzata di campanilismo: “Ci batteremo contro le politiche Perugia-centriche per la nostra appartenenza al territorio in cui viviamo. Terni ai ternani e finalmente protagonista”.

il pugno chiuso

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Zampagna ha tutto il diritto di compiere le scelte politiche che ritiene, però il confronto con il passato risulta stridente. Quando giocava nel Messina, una domenica, prima di una partita contro il Livorno allo stadio Picchi, si mise a parlare di politica con gli ultrà livornesi, notoriamente comunisti. In attesa del riscaldamento discussero di tutto un po’: politica, socialismo, povertà. Gli ultrà gli chiesero un saluto prima della gara, con le squadre schierate a centrocampo, e Zampagna aderì alla richiesta, alzò il pugno chiuso verso la curva amaranto.

Lo multarono per diecimila euro, che lui pagò senza lamentarsi: “Si è trattato di una cosa privata – avrebbe raccontato poi -. Prima della gara sono venuti a cercarmi dei ragazzi di Terni e di Livorno, perché le tifoserie sono gemellate. È stato emozionante. Eravamo avversari, eppure ci siamo messi a chiacchierare in mezzo al campo”. Per lo Zampagna multato spese una parola Ignazio La Russa, allora uno dei leader Alleanza Nazionale e oggi presidente del Senato: “Trovo eccessivo sanzionare gesti che trovo meno pericolosi di un brutto fallo”, disse la Russa. Con lo sguardo di oggi, l’intervento di La Russa può considerarsi profetico, anticipatore della riconversione politica del centravanti metallurgico.

le radici

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L’estrazione di Zampagna è proletaria: “A me e alla mia famiglia le acciaierie di Terni hanno dato da mangiare, però mi hanno tolto il padre, perché mio papà lì dentro ci è morto. Presto, troppo presto”. Il calcio è venuto dopo, prima c’è stato il lavoro: “Quando ho iniziato a giocare, lavoravo 12 ore al giorno come tappezziere e montatore di tende da sole a 800mila lire al mese e in pratica mi allenavo giocando la domenica”. Smessi i panni del calciatore professionista, Zampagna ha giocato nel campionato Uisp con i Primidellastrada, squadra di un’associazione comunista sportiva dilettantistica”. E Zampagna spiegò così l’adesione al progetto “ultimi della classe, primi della strada”: “Concordo su tutto. Il mio idolo è Che Guevara e non l’ho mai nascosto. Rimango un irregolare, il professionismo non mi ha cambiato”. Ora la svolta a destra, nella città della Ternana, squadra di Serie B allenata da Cristiano Lucarelli, un tempo militante comunista, e di proprietà di Stefano Bandecchi, ex parà in anni lontani vicino al Movimento Sociale di Giorgio Almirante, e pure lui candidato sindaco a Terni, con Alternativa Popolare, una lista sua. Quasi un derby, Bandecchi e Masselli si contenderanno i voti del centro-destra. Zampagna ha scelto di giocare per il secondo, Masselli. Ma una volta, a Terni, non erano tutti comunisti?

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