Da Porta Romana a San Siro, sempre di sinistro. Gli inizi di Dimarco, “uno che fa gol”

Già da bambino faceva la differenza: i tiri, la corsa, gli scherzi, la maglia troppo larga e il naso che cola, quella guerra con Bonazzoli per le punizioni: su Sportweek amici e allenatori raccontano l’ascesa del mancino di Inzaghi nel calcio milanese. Fino al derby

Il problema con Federico Dimarco non era insegnargli a calciare, ma ricordargli di asciugarsi il naso. “Non si fermava mai, neanche per pulire il moccio che gli colava dalle narici. Pensava fosse una perdita di tempo. Voleva solo giocare, giocare e giocare”. Gianni Vivabene incontrò il terzino dell’Inter oggi ventitreenne nel 2005, nei Pulcini C: per entrambi fu la prima volta in nerazzurro. “Federico era arrivato l’inverno precedente dalla Calvairate, società affiliata all’Inter. Aveva 6 anni. Si era presentato a un provino per i nati nel ’97 insieme a un amichetto, Andrea Carini. Scoprimmo in fretta che in realtà erano come fratelli. In quel gruppetto c’erano Federico Bonazzoli, oggi alla Salernitana, e Michele Di Gregorio, il portiere del Monza in B”.

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