Da Minaudo a Comandini Quando il derby è gregario

Gianni Comandini, a destra Federico Giunti. Ansa

Gianni Comandini, a destra Federico Giunti. Ansa

In tempi recenti sono stati Obi, Schelotto e De Jong: tre bomber che non ti aspetti a San Siro, nel match più atteso della stagione dai tifosi, il derby. La stracittadina milanese nella sua storia ha regalato attimi di felicità e notorietà a gregari, o almeno a protagonisti non proprio pronosticabili.
i recenti — Partiamo dai più recenti: novembre 2014, il Milan di Inzaghi riceve Mancini per la sua “prima” dopo il ritorno sulla panchina nerazzurra: va in vantaggio con Menez, ma dopo un’ora di gioco Obi si libera al tiro dal limite e infila l’angolino per l’1-1 finale. Qualcuno vede nel gol del nigeriano il segno del decadimento della stracittadina (entrambe sono già attardate in classifica). Quasi due anni prima, nel febbraio del 2013, l’Inter aveva raggiunto un altro pareggio con un altro “carneade”: era il derby di Balotelli, per la prima volta avversario dell’Inter, il Milan andò avanti con El Shaarawy, Stramaccioni a metà ripresa inserì Schelotto, che di testa segnò l’1-1. Ma non tocca sempre ai nerazzurri: in mezzo c’era stato un altro colpo di testa, quello di Nigel de Jong, servito da Balotelli. Nel maggio 2014 il derby lo decide lui, protagonista di mote battaglie in mezzo, ma non esattamente un bomber.

gli unici — Ma quei tre non sono casi isolati segni di un presente non all’altezza della gloria passata: tornando indietro al 2001 (maggio) incontriamo la notte di gloria di Gianni Comandini: doppietta iniziale nel 6-0 rossonero sulla squadra di Tardelli. Se la sua avventura al Milan fosse cominciata e finita lì, sarebbe nell’Olimpo rossonero. Invece c’è stato dell’altro, ma è trascurabile. Nel novembre ’97 segnò il suo unico gol in rossonero su rigore André Cruz, difensore prelevato dal Napoli che mai veramente convinse a Milano. Però la firma finale sul 2-2 è sua. Cruz fu meteora, Massimo Paganin invece mise insieme più di 100 presenze con la maglia dell’Inter: il gol però resta uno solo, quello che realizzò nel derby dell’ottobre 1995. Poi arrivò Savicevic, a pareggiare, ma la gloria resta.
i mitologici — Certe cose ti segnano, come può testimoniare Giuseppe Minaudo. Il 6 aprile del 1986 è un ragazzo della Primavera quando Mario Corso lo chiama per sostituire l’infortunato Marangon: a 13′ dalla fine la decide lui, e ancora oggi lo fermano per ricordargli quell’1-0. Minaudo diventa la risposta interista a Walter De Vecchi, che nel 1979 si era guadagnato una targa “virtuale” sul Meazza con una doppietta al limite del soprannaturale. L’Inter vinceva 2-0, aveva sbagliato un rigore, dominava. Dall’80’ in poi si scatena De Vecchi, con due tiri da fuori: la squadra di Liedholm pareggia, lui entra nella mitologia milanista. Chiusura con Paolo Rossi: non è certo stato una meteora, ma la sua unica stagione al Milan si chiuse con due soli gol. Segnati quando? Nel derby, ovviamente: il 1 dicembre aprì e chiuse, per un altro storico 2-2.

 Gasport 

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