Da Milik a Khedira, da Pau Lopez al “triplete” Inter. Quelli che dovevano partire…

In un mercato segnato dal Covid, tanti big sono rimasti pur rischiando di rimanere ai margini del progetto

Luca Taidelli

7 ottobre – Milano

Prestiti come se piovesse e pagamenti dilazionati negli anni. Il Covid ha accelerato una tendenza in atto già da qualche tempo. Nel calciomercato 2020 di soldi reali ne girano pochissimi e bisogna essere creativi per rinforzare le rose senza stravolgere il bilancio. Anche se in tempo di pandemia si adegua – nei tempi e nei modi – pure il Fairplay finanziario.

Altro che Covid

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Sembra che ormai spenda davvero soltanto il ricco circo della Premier. In Spagna pure le big sono in crisi, tanto che il galattico Real Madrid ha fatto la dieta. Il vero capolavoro sono diventate le uscite. Anche il prestito va benissimo. Il problema è soltanto rinviato, ma intanto ti liberi di un muso lungo e risparmi sugli ingaggi. Altro incubo dei dirigenti, visto che il mondo intero fa i conti con la crisi, pure nel calcio si contraggono i ricavi ma i calciatori continuano a percepire cifre iperboliche.

Juve 2022

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Emblematico il mercato della Juve. E’ riuscita a piazzare due risoluzioni di contratto pesanti (Higuain e Matuidi), ben sette prestiti secchi (Douglas Costa, Pellegrini, Pjaca, Rugani, De Sciglio, Mandragora e Perin), mentre per Chiesa, Morata e McKennie ora paga poco o nulla, ma entro il 2022 – quando però scadrà il contratto monstre di Ronaldo – potrebbe dover spendere 145 milioni, tutto compreso.

Peso Khedira

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Come altre big, anche i bianconeri hanno però dovuto tenere a libro paga qualcuno fuori dal progetto. Khedira infatti si è impuntato e starà in tribuna, mentre Bernardeschi potrebbe rientrare nelle rotazioni, ma se fosse partito nessuno si sarebbe strappato i capelli. I due al lordo costano 15 milioni di stipendio.

La beffa Napoli

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Situazione ancora più paradossale al Napoli. Dopo aver preso prima Petagna e poi Osimhen, De Laurentiis voleva monetizzare la cessione di Milik, in scadenza nel giugno prossimo. Niente da fare, il polacco ha rifiutato il rifiutabile e ora rischia di pagare la futura libertà del cartellino con una stagione in tribuna e il conseguente addio all’Europeo. A Napoli è rimasto anche Llorente, un altro attaccante che non rientra nei piani di Gattuso.

L’eccezione Milan

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Meglio ha fatto il Milan, che è riuscito a evitare l’incubo minusvalenza piazzando l’equivoco Paquetà al Lione e ha fatto l’all-in da Champions, forte anche del fatto che i paletti dell’Uefa si sono allentati e dilatati causa virus. Massara e Maldini probabilmente avrebbero scambiato volentieri un terzino destro (preso Dalot, sono diventati tre) con un centrale, ma di separati in casa non ne restano.

Qui Inter

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Un rebus invece sono i mancati partenti dell’Inter. Piazzati sul gong Joao Mario e Asamoah (risoluzione), sono rimasti Nainggolan, Perisic e Brozovic. Senza dimenticare Vecino. Il Ninja è quello che fa più rumore, perché aveva già la testa al Cagliari e di solito in questi casi il finale lo scrive il calciatore. L’Inter però non ha fatto sconti e ora resta da vedere come reagirà Radja, più imprevedibile del meteo a Londra: staccherà progressivamente la spina, non avendo certezze di titolarità, oppure diventerà un valore aggiunto per Conte? Perisic ha vinto tutto col Bayern, è tornato ad Appiano e pur di giocare si sta facendo umile e terzino come l’Eto’o del Triplete. Brozovic era uno dei pochi che poteva portare il cash per Kanté (la fissazione di Conte), ma nessuno si è fatto avanti. Resterà a giocarsi il posto in un reparto ora affollato come la metro all’ora di punta.

Le romane

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La Roma ha cercato in tutti i modi di piazzare Pau Lopez, pagato 23,5 milioni e ora vice dell’usato sicuro Mirante. Non sono certo indispensabili neppure Fazio, Juan Jesus e Pastore. Pure alla Lazio gli esuberi non mancano: Proto, Bastos, Jorge Silva, Durmisi, Di Gennaro e Kiyine. Tutti a libro paga ma fuori dalle liste. E’ il calciomercato al tempo del Covid.

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