Da Milano a Londra, così Perisic con Conte svolta

Nell’estate del 2019 il tecnico disse a Ivan che non lo avrebbe considerato per la sua prima Inter, tre anni più tardi lo riprende al Tottenham dopo lo scudetto in nerazzurro: cosa è successo nel frattempo

“Non penso sia adatto per fare il ruolo che gli chiedo. Quindi l’unico posto in cui può giocare in questo momento è quello di attaccante. In compenso ho visto Dalbert, che ha giocato una partita con grande applicazione”. A rileggere queste dichiarazioni di Antonio Conte, pare di trovarsi su un universo parallelo. E invece si tratta di un commento del luglio del 2019 in conferenza stampa, dopo un’amichevole persa di misura a Singapore contro il Manchester United. Il croato l’esterno non lo può fare – secondo l’allenatore – e le risposte dai primi allenamenti non sono positivi: prestito al Bayern Monaco, se ne riparlerà dopo un anno. Oggi, anno domini 2022, Perisic è a un passo dal ritrovare lo stesso allenatore al Tottenham, forte di uno scudetto vinto insieme.

La rottura

—  

Con l’arrivo di Conte a Milano nel 2019, il dogma è il 3-5-2 che tante fortune ha portato al tecnico. Il croato, però, è più portato per un ruolo prettamente offensivo e in tutta fascia rischiano di essere dolori. L’allenatore afferma subito di volerlo provare a sinistra, poi ne boccia le prestazioni del precampionato e i tentativi da attaccante puro sono il preludio all’addio, che si materializza in direzione bavarese prima della fine della sessione di calciomercato. Qual è il problema? La continuità, perché gli alti e bassi di Perisic rischiano di essere deleteri a tutta fascia, mentre a Conte serve un giocatore differente: quel ruolo non sembra essere nelle corde del croato, che nei 90 minuti e in stagione ha l’involontaria abitudine di prendersi pause non concesse. Per Conte è meglio quindi concentrarsi su profili più adattabili e il croato finisce per vincere tutto con il Bayern.

Il feeling ritrovato

—  

A fine stagione, senza sconto, i tedeschi decidono di non riscattare Perisic per i 25 milioni di euro stabiliti e lui torna alla base. A quel punto allenatore e giocatore tornano a lavorare insieme con una sorta di patto: la voglia di Ivan di mettersi a disposizione combacia con l’impegno di Conte a plasmarlo per trasformarlo a immagine e somiglianza dell’esterno di cui lui ha bisogno. Ecco, proprio la continuità è una delle prime caratteristiche che oggi vengono in mente quando si pensa a Perisic, capace quest’anno di sfiorare la “doppia doppia” tra gol e assist e in grado la scorsa stagione di diventare un insostituibile dell’Inter scudettata. Con i pesanti sacrifici di mercato all’orizzonte, Conte lascia Milano nel 2021, mentre l’esterno cerca di trascinare l’Inter di Simone Inzaghi al bis in Serie A: chiusa la stagione, ora i due sono a un passo dal tornare a collaborare, questa volta al Tottenham. Quanto è lontana la bocciatura di tre anni fa…

Precedente Inter, Bastoni e De Vrij a rischio cessione: i tre nomi nel mirino per sostituirli Successivo Cagliari, è Zenga il vero outsider

Lascia un commento