Da Messi e Neymar ad… Arzamendia. Tutte le stelle e le possibili rivelazioni in vetrina

Conto alla rovescia verso la 47ª edizione del torneo. Dopo le polemiche, l’improvviso cambio di sede e il rischio boicottaggi, fari puntati sui campioni e qualche possibile sorpresa. Anche in chiave mercato

Adriano Seu

10 giugno – Milano

Stop alle polemiche, alle accuse incrociate, alle lotte intestine. Per un momento, stop anche agli scandali (persino quelli). Domenica notte, 48 ore circa dopo il calcio d’inizio dell’Europeo, a meno di (ulteriori) clamorosi colpi di scena, si alzerà il sipario sulla 47° Coppa America, una delle più discusse e travagliate della storia. Cambi di sede dell’ultim’ora, minacce di boicottaggio e ammutinamenti (dalla Seleçao al Cile), gravi accuse che hanno determinato un terremoto istituzionale al comando della Cbf. Le sorti del torneo, fortemente voluto dalla Conmebol per sancire la contemporaneità con l’Europeo, sono state in bilico per quasi un mese, con la prospettiva di vedere il Brasile mandare in campo la formazione olimpica. Invece no. Salvo il torneo, al netto dei malumori manifestati dai giocatori brasiliani (che hanno dichiarato di giocare pur essendo “contrari). Salva anche l’annunciata parata di stelle, da Messi e Neymar fino a Lautaro e Suarez. Ma anche tanti talenti emergenti, in alcuni casi già pronti per il grande salto e da seguire con particolare attenzione in tempo di calciomercato. Qui le stelle e i principali gioielli sotto i riflettori.

Lionel Messi

Sarà la volta buona?

È il “volto” della Coppa America, non potrebbe essere altrimenti. Ma sul giocatore più forte al mondo torna a pesare lo stesso interrogativo che aleggia quando indossa la maglia albiceleste: sarà la volta buona? Riuscirà Messi a sollevare il primo titolo con la Seleccion? Perché l’oro olimpico vinto a Pechino nel 2008 conta, ma relativamente. Prossimo ai 34 anni e dopo una stagione avara di soddisfazioni, al netto del trionfo in Coppa del Re, la Pulce insegue ossessivamente l’affermazione in nazionale. Mentre i record personali si sommano a ripetizione (11 quelli firmati solo quest’anno), in nazionale si susseguono amarezze e delusioni, a partire dalle quattro finali perse. Chissà quanti dei 35 titoli vinti in blaugrana (record) cambierebbe volentieri per un trofeo con l’Albiceleste, di cui è già il giocatore con più reti (71) e assist (42). Sullo sfondo resta l’incognita futuro, sospeso tra le sirene parigine e, come sembra più probabile, la permanenza a Barcellona forte di un contratto pluriennale a che lo coinvolgerebbe anche a livello dirigenziale.

Neymar

A caccia del primo vero trionfo

La stella brasiliana ha un conto in sospeso con la sorte e una sfida personale da affrontare. Esattamente come Messi, anche Neymar cerca un primo trionfo di peso in nazionale. Perché, anche se con l’Amarela hai segnato più di Zico, Romario, Ronaldo e sei a una manciata di gol dal record di Pelé, la Confederations Cup del 2013 è un po’ poco per chi aspira a lasciare il segno. Nel 2019, data dell’ultima Coppa America a tinte verdeoro, il fuoriclasse del Psg ha dovuto dare forfait. Nel 2011 e nel 2015, le due uniche edizioni a cui ha preso parte fino a oggi, ha vestito i panni della comparsa. La penuria di titoli verdeoro, con ogni probabilità, inizia a pesare anche a un Neymar che ormai è giunto alla soglia dei 30 anni. L’eventuale trionfo, inoltre, sarebbe l’ideale per rilanciare la propria immagine dopo una stagione di molti bassi e pochi alti, condita da quattro infortuni, altrettante squalifiche, un bottino personale di 19 reti (il più basso dal primo anno in Europa, nel 2014) e solo un titolo (la Coppa di Francia). Sollevare la Coppa America, inoltre, lancerebbe un chiaro segnale a chi, come Mbappé e Haaland, è destinato a contendergli i riflettori nei prossimi anni.

Luis Suarez

La stella in mezzo ai giovani

Dopo la Liga conquistata a suon di gol e la rivincita assaporata nei confronti di chi lo aveva scaricato troppo a cuor leggero, il Pistolero ha il giusto slancio per caricare il peso delle aspirazioni uruguaiane. A Montevideo, a dispetto del primato assoluto di trionfi (15), non si festeggia dal 2011, anno in cui Suarez vinse la sua prima e unica Coppa America. Lui e Cavani restano le stelle di una Celeste che prosegue nel processo di rinnovamento con tanti giovani di qualità, ma che davanti non può ancora fare a meno di loro due. Il digiuno di gol sofferto nelle ultime sfide di qualificazione mondiale, con l’attacco a secco da 287 minuti, è un preoccupante campanello d’allarme anche per il Pistolero, molle e inconcludente nelle ultime due uscite. I rientri di pedine fondamentali come Cavani, De Arrascaeta e Maxi Gomez, ristabilitisi in tempo per dare l’assalto al trono continentale, possono dare nuova linfa a un Suarez ultimamente privo di supporto. Ma quando conta, il Pistolero ha il colpo in canna, Simeone può confermare.

Lautaro Martinez

Spalla a Spalla con Aguero

Si giocherà con Aguero il ruolo di spalla della Pulce, ma in partenza la maglia da titolare è sua. Il Toro è reduce da una stagione esaltante, è cresciuto sia tatticamente che tecnicamente, e in maglia albiceleste ha sempre esibito un buon feeling con Messi. Nella stagione chiusa con la conquista dello scudetto ha messo in cascina 19 reti, contro le 11 realizzate finora in albiceleste. Un bottino, quest’ultimo, che Lautaro punta a incrementare dopo le due ultime timide apparizioni, ma per Scaloni resta una punto fisso. Sul nuovo “9” della Seleccion hanno da tempo messo gli occhi un po’ tutte le big spagnole, ma l’Inter prova a resistere. Inevitabile che eventuali lampi in Coppa America (come si augurano i tifosi argentini), non farebbero altro che alimentare le attenzioni e le voci sul futuro dell’argentino che parte come il terzo giocatore più costoso del torneo dietro solo a Messi e Neymar. Quasi obbligatorio aspettarsi una coppa da protagonista.

Arturo Vidal

Leader della Roja

Ha dovuto alzare bandiera bianca nelle ultime due sfide di qualificazione mondiale, ma è pronto a tornare per provare a guidare la Roja alla sua terza Coppa America. Smaltito il contagio, il centrocampista nerazzurro ha già ripreso gli allenamenti in attesa di potersi aggregare nuovamente al gruppo. Per lui, come per Sanchez, Bravo e Medel, il pensionamento è stato rinviato a data da destinarsi. Nemmeno Lasarte (sbarcato a febbraio) se l’è sentita di accantonare i simboli della generazione dorata. Vidal si ritrova così ancora leader a 34 anni suonati, ma con la solita grinta da 20enne. Questa volta, stando al termometro (estremamente variabile) del mercato nerazzurro, anche con la necessità di mettersi in mostra. La permanenza all’Inter non è affatto garantita, complice l’ingaggio elevato percepito dal cileno (6 milioni netti). “Mi piacerebbe avere un Salas o un Zamorano, ma non ce n’è”, ha confessato Lasarte a sottolineare la mancanza di gol lamentata di recente dalla Roja. L’asso nella manica, anche in questo caso, risponde al nome di Vidal, reduce da quattro reti nelle ultime tre partite ufficiali e al 5° posto nella classifica dei principali goleador in nazionale, a una manciata di gol appena dal duo citato da Lasarte.

Nomi caldi

Da Estrada a De Arrascaeta

Accanto ai cosiddetti pezzi pregiati, tanti i nomi dal costo decisamente più contenuto che possono animare il mercato. Cinque su tutti: gli ecuadoriani Estrada e Plata, gli uruguaiani De La Cruz e De Arrascaeta e il paraguaiano Arzamendia.

Coppia gol

I gemelli dell’Ecuador

Michael Estrada e Gonzalo Plata sono i nuovi gemelli del gol di un Ecuador pronto a stupire dopo la partenza a razzo nella corsa verso Qatar 2022. La brusca frenata nelle ultime due uscite ufficiali non cancella il precedente filotto di vittorie in cui hanno brillato i due giovani attaccanti di Guayaquil, entrambi cresciuti in quella miniera di talenti che è ormai diventata la “cantera” dell’Independiente del Valle. Il primo è un classe ’96 con già otto stagioni alle spalle, le ultime due in Messico (Toluca), il secondo è solo un 2000 ed è fresco di trionfo in Portogallo con lo Sporting, anche se i numeri parlano di un inserimento travagliato. Insieme hanno realizzato la metà esatta delle reti della “Tri” dall’inizio delle qualificazioni mondiali. Estrada è una prima punta rapida che può agire anche largo a sinistra, Plata è invece un esterno puro dalla velocità fulminea e lo spiccato fiuto per il gol. Il costo di entrambi è ancora accessibile, al di sotto dei 10 milioni.

Qualità doppia

La Serie A tiene d’occhio

Nella nuova, talentuosa generazione di centrocampisti uruguaiani che si sta imponendo, quella dei Valverde e Bentancur, si sono guadagnati un posto due nomi che farebbero comodo a mezza serie A: Nicolas De La Cruz e Georgian De Arrascaeta, due che nella Celeste di Tabarez non hanno ancora il posto fisso, ma che si stanno facendo largo a spallate. Il primo (24 anni) è da cinque stagioni perno del centrocampo del River, perfetto esempio di centrale dinamico capace di abbinare sostanza e qualità; il secondo (27 anni) è invece puro estro, nonché stella del Flamengo salito sul tetto del continente nel 2019. Nei rispettivi club, di cui sono oggi la punta di diamante, hanno collezionato in tutto la bellezza di 17 titoli (11 per De Arrascaeta, 6 per De La Cruz), compresa una Libertadores a testa. La Coppa America può essere il definitivo trampolino per almeno uno dei due, che però vantano già un prezzo di base importante, non inferiore ai 20 milioni.

La scommessa

Santiago Arzamendia

Il meno noto e pubblicizzato tra i principali talenti in vetrina, ma anche la scommessa più economica e intrigante: occhio al paraguaiano Santiago Arzamendia, 23enne terzino sinistro di grande spinta e intensità, abile anche come esterno alto. Il ragazzo frequenta stabilmente l’Albirroja già da quattro anni e ha fatto parlare di sé dopo un sorprendente debutto nella precedente Coppa America, ma ha preferito restare al Cerro Porteno per poter crescere giocando con continuità. Dopo sei stagioni da protagonista nel campionato paraguaiano (con tre titoli vinti) e il posto fisso in nazionale, per la freccia di Wanda può essere giunto il momento di nuove e più impegnative sfide. Esplosività, velocità fulminea e un sinistro potente e tagliente compensano la scarsità di muscoli e centimetri (172cm), ma è difficile restargli in scia e trovare qualcuno in grado di viaggiare a ritmi più alti dall’inizio alla fine. Soluzione ideale per chi intende sistemare la corsia sinistra a costi (ancora) contenuti.

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