Da Mayoral a Caicedo, riserva a chi? Ecco gli uomini che mancano… all’Inter

Nell’ultimo turno di campionato a segno pure Muriel, Keita, Petagna, Shomurodov e Sau. Storie differenti, comune denominatore: la voglia di prendersi la scena

Adriano Seu

7 gennaio – Milano

Comparse alla ribalta. Così si potrebbe intitolare l’ipotetico film della 16a giornata di campionato andata in scena mercoledì sera, perché a brillare sono stati tanti cosiddetti gregari. Da Genova a Crotone, passando per Roma, Napoli e Cagliari, sui campi di Serie A hanno mostrato il petto tanti attaccanti di scorta. Gente finora relegata al ruolo di rincalzo si è presa la scena per un giorno, alcuni rivelandosi preziosi assi nella manica nei momenti del bisogno, altri rilanciando le proprie quotazioni sia in chiave mercato quanto nelle gerarchie dei rispettivi tecnici. Da loro sono arrivate otto delle 32 reti messe a segno nei vari campi di A, esattamente il 25%. Per Borja Mayoral, Keita, Caicedo e Sau, quattro dei protagonisti inattesi di giornata, anche sigilli decisivi.

Borja Mayoral

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Fino alla trasferta di Crotone, in campionato aveva trovato spazio solo per 202’. Alla terza occasione da titolare, lo spagnolo in prestito dal Real Madrid si è mostrato all’altezza delle aspettative con una doppietta da vero bomber che porta il suo bottino stagionale tra serie A ed EL a quota sei centri in 16 apparizioni totali. L’apporto dello spagnolo in rapporto ai minuti giocati è di una rete ogni 119’, niente male per chi non ha una maglia da titolare assicurata.

Caicedo

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L’ecuadoriano non è più una sorpresa, ma ha dimostrato di non essere solo l’uomo della provvidenza nei minuti finali. Nonostante i 32 anni suonati, Caicedo conserva intatto il fiuto per il gol, il resto lo fanno esperienza e fame, quelle che gli consentono di risultare ancora decisivo anche quando si ritrova titolare come contro la Fiorentina (suo il gol che ha aperto le danze dopo appena 5’). Quello contro i toscani è stato il sesto centro per l’ecuadoriano (cinque in campionato), con una media praticamente identica a quella di Borja Mayoral: una rete ogni 120’ giocati, con sole sei presenze da titolare da inizio torneo. Con lui, Inzaghi sa di poter contare su un jolly sempre pronto all’occorrenza.

Keita

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Il senegalese è stato uno dei principali protagonisti di giornata: a segno contro la sua ex squadra alla prima stagionale da titolare, con appena cinque presenze sul groppone per un totale di 166’ minuti giocati. Per Keita, quello contro l’Inter è stato il secondo sigillo, ma forse il primo segnale di riscossa dopo la partenza a rilento. Alla Samp e a Ranieri servono tremendamente i suoi gol e il sigillo contro i nerazzurri, peraltro decisivo, è di buon auspicio. Da mercoledì pomeriggio, per Keita inizia una nuova stagione.

Petagna

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Il triestino non è riuscito a impedire il tonfo casalingo del Napoli contro lo Spezia, ma ha dimostrato ancora una volta quanto sia prezioso. Gattuso lo sa bene, tanto da averlo schierato già in 20 circostanze, ma la sua presenza è condizionata alla disponibilità dei vari Osimenh, Mertens, Lozano. Nelle gerarchie dell’attacco partenopeo, Petagna non è ai primissimi posti, eppure contro i liguri è andato a segno cinque minuti dopo l’ingresso in campo sommando il quarto gol stagionale, con una rispettabilissima media di una rete ogni 145’. In attesa che rientri il bomber nigeriano, fermato dal Covid dopo un lungo infortunio, Petagna rappresenta una garanzia.

Shomurodov

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Stesso discorso vale per l’uzbeko del Genoa, nel senso che il suo centro è risultato vano. I liguri hanno ceduto al Sassuolo, ma Shomurodov ha rilanciato la propria candidatura realizzando il secondo centro dall’arrivo in Italia. Al momento, minutaggio alla mano, l’uzbeko viene dopo Destro, Pjaca, Scamacca e Pandev, ma l’incoraggiante prova contro gli emiliani può rappresentare una svolta per provare a convincere Ballardini, che l’ha schierato per la prima volta dall’inizio.

Sau

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L’esperto attaccante di Sorgono non tramonta mai, la vittoria del Benevento a Cagliari ne è l’ennesima dimostrazione. Il destino ha voluto che la giornata ispirata arrivasse proprio contro la sua ex squadra, ma Sau non ha fatto sconti: alla terza occasione dal primo minuto concessagli da Inzaghi, che finora gli ha preferito i vari Insigne, Lapadula, Improta e Caprari (tutti con minutaggio e presenze superiori), il 33enne attaccante ha messo in cascina il secondo sigillo da inizio campionato. Con la rete che ha avviato la rimonta vincente a Cagliari, Sau ha messo in chiaro di poter essere la freccia in più nell’arco di un Benevento che rilancia la propria candidatura al ruolo di rivelazione del campionato.

“Gregari” per caso

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Tra i protagonisti della 16a giornata, anche qualche seconda linea che, nei piani di inizio stagione, avrebbe dovuto rivestire un ruolo di primo piano. Gente con l’etichetta di titolare addosso, ma che per diverse circostanze si è finora ritrovata a rincorrere. È il caso di Dybala, scivolato dietro alla coppia Ronaldo-Morata nelle gerarchie di Pirlo e finalmente protagonista di una prestazione convincente con due assist al bacio per Chiesa nel successo bianconero in casa del Milan. Ma è soprattutto il caso di Muriel, che, pur avendo collezionato 18 presenze tra campionato e Champions, ha trovato spazio tra i titolari solo otto volte (cinque in campionato) riuscendo a racimolare la bellezza di 11 centri. Il colombiano protagonista di una staffetta con il connazionale Zapata contro il Parma è andato a segno per la quarta giornata consecutiva, sommando il quinto centro in meno di un mese. Se c’è un “gregario” perfetto, questo è il 29enne di Santo Tomàs, pedina di cui oggi l’Atalanta non si priverebbe per (quasi) nulla al mondo.

Soluzioni low cost

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Se per la Joya e Muriel risulta difficile parlare di gregari o comprimari, sia per peso specifico che per ingaggio e costo del cartellino (soprattutto nel caso dell’argentino), tutti gli altri rientrano nella categoria dei cosiddetti attaccanti di scorta che possono rivelarsi preziosi anche per chi cova sogni di gloria come l’Inter, alla ricerca di una quarta punta per far rifiatare la “LuLa”. Ciò non vuol dire che possano diventare concreti obiettivi di mercato, ma ognuno di loro risponde all’identikit del perfetto rincalzo. Gente pronta a dare il proprio contributo senza fare rumore o rischiare di creare malumori nel gruppo, garantendo allo stesso tempo efficacia e affidabilità di rendimento. Qualcuno di essi, chissà, potrebbe anche ritrovarsi al centro del mercato nelle prossime tre settimane.

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