Da Lehmann a Dida, da Kalac a Begovic: quando i pali rossoneri parlano straniero

C’è chi ha vinto due Champions e chi non ha mai giocato; chi indossava guanti personalizzati e chi è filato via dopo sei mesi. Lehmann e Begovic, Dida e Kalac, ora Mike Maignan. Il primo portiere francese della storia rossonera e il decimo straniero in assoluto. Meteore, flop, campioni d’Europa. Nella lista c’è di tutto. Il primo portiere “from abroad” è stato Jens Lehmann, tedesco di Essen, numero uno eccentrico arrivato in Italia dallo Schalke. Tipo particolare: nel ’93, dopo aver incassato 3 gol dal Bayer in mezz’ora, fu sostituito nella ripresa. Invece di restare coi compagni si fece la doccia e tornò a casa in tram. Dieci giornate di stop. Si farà perdonare: nel ’97 diventa il primo portiere tedesco a segnare su azione, a fine anno vince la Coppa Uefa contro l’Inter parando due rigori. Sceglie Milano un anno dopo, adocchiato da Galliani, ma andrà male. Sei gare, 5 gol subiti, due da Batistuta e uno dal Cagliari con un’uscita a vuoto. Rimpiazzato dal 18enne Abbiati, a gennaio lascia San Siro e sceglie Dortmund. Il Milan vince lo scudetto, lui diventa uno dei portieri migliori d’Europa. BVB e Arsenal le sue case. Del Milan, però, non ha mai parlato bene: “A Zaccheroni mancava la forza di impormi come portiere titolare, aveva contro il partito degli italiani…”.

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