Da Ferran Torres a Laporte, la Spagna sogna con i ragazzi di Pep

Verso i quarti con la Svizzera, Luis Enrique si gode i talenti del City: la punta e il centrale al top e anche Garcia, appena ripreso dal Barça, è in crescita

dal nostro corrispondente  Filippo Maria Ricci

30 giugno – Madrid (Spa)

Nessun madridista, e quattro giocatori del Manchester City: Rodri, Laporte, Ferran Torres e Eric Garcia. Un segno dei tempi, con 14 dei 24 uomini convocati da Luis Enrique che nella scorsa stagione hanno giocato all’estero, tra Inghilterra (10), Italia (2), Francia (1) e Germania (1). Il City era la squadra più rappresentata al momento della pubblicazione della lista di Luis Enrique, e ora con il passaggio di Eric Garcia al Barcellona ha ceduto il primato al club catalano, che aveva già Busquets, Pedri e Jordi Alba e da 3-4 è passato al 4-3.

Presenze e minuti

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I ragazzi di Guardiola sono giovani, Eric Garcia 20 anni, Ferran 21, Rodri 24, Laporte 27, e nella stagione appena chiusa hanno vissuto situazioni molto differenti. In Premier League Rodri è stato titolare in 31 incontri e il terzo per minuti giocati dopo il portiere Ederson e Ruben Dias, Ferran Torres in 15, più 9 dalla panchina e sedicesimo per minuti, appena dietro a Laporte, 14 volte titolare ma solo 16 presenze totali. Eric Garcia invece non ha praticamente mai giocato. Nel 2021 ha già accumulato più minuti con la Roja che col City, col quale in Premier League si è fermato a 383’, tre presenze da titolare e tre dalla panchina.

La provenienza

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E infatti Pep l’ha lasciato libero di tornare a casa, al Barça dove è cresciuto e da dove è partito direzione Manchester nel 2017. Non gli è andata come pensava, ma è ancora giovanissimo e ora al Camp Nou può ripartire. A Gerard Piqué successe la stessa cosa sull’altra sponda di Manchester. Rodri è arrivato dall’Atletico, Ferran dal Valencia (dove ha iniziato a giocare quando aveva 6 anni), Laporte dall’Athletic Bilbao. Scuole di pensiero molto diverse, come le canteras di provenienza.

Scuole di pensiero

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Rodri ha fatto il salto di qualità con Simeone, Laporte con un altro argentino che sta agli antipodi del ‘Cholo’, Marcelo Bielsa. E poi è passato a Valverde, prima che questi approdasse al Barça. Un centrale perfetto per Guardiola, che però quest’anno gli ha preferito spesso Stones e Ruben Dias, e addirittura il centrocampista riciclato a centrale Fernandinho. Il caso di Ferran Torres è diverso: qui il talento s’impone sulla scuola di pensiero e sulla formazione. Il ragazzino è in prospettiva uno dei talenti migliori della Spagna, basta pensare che in nazionale ha già 8 gol in 15 partite, nonostante parta sempre defilato.

Europeo differente

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Anche all’Europeo i destini dei quattro ragazzi di Guardiola stanno seguendo strade diverse. Rodri ha giocato le prime due partite perché Busquets aveva il Covid. Ora è impossibile togliere il posto al capitano. Eric Garcia invece i due pareggi iniziali li ha visti dalla panchina. Lucho giocava con due centrali mancini, Laporte e Pau Torres. Poi ha deciso di correggere, ha spostato Laporte a sinistra e ha fatto uscire Pau per dare spazio a Eric, sempre sostituito però al 70’. Il francese naturalizzato con Unai Simon e Pedri è l’unico dei 24 di Luis Enrique ad esser stato sempre titolare, punto fermissimo.

La stessa fonte

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Ferran è stato titolare nella prima e nell’ultima gara, entrando dopo un’oretta nelle altre due. Ha segnato contro la Slovacchia (di tacco, col primo pallone toccato) e la Croazia e lotta per un posto da titolare contro la Svizzera. Se Rodri ha perso spazio e influenza, com’era lecito attendersi, Ferran, Eric e Laporte sono in crescita. E non è un caso: Luis Enrique si è abbeverato alla stessa fonte calcistica di Pep Guardiola.

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