Da Dzeko a Shomurodov: nuovi o ritrovati, i bomber già lasciano il segno

Nelle amichevoli di ieri, protagonisti gli uomini gol: l’Inter si gode l’erede di Lukaku, il Milan il vice Ibra, la Juve la Joya ancora in attesa di rinnovo. E Mou, con Abraham in arrivo, può contare sull’uzbeko…

Massimo Oriani @massimooriani

15 agosto – Milano

C’erano una volta i grandi bomber, i numeri nove, quelli di quando le maglie erano numerate dall’uno all’undici e il 12 era sempre e per forza il portiere di riserva. Erano una razza unica, uomini di peso, animali d’area di rigore, gli attaccanti che raramente partecipavano alla manovra. Si appostavano lì, pronti a raccogliere gli assist e sfondare la rete. C’era chi usava la stazza (alla Gunnar Nordhal), chi l’agilità (alla Gerd Muller), chi un mix delle due (alla Eusebio), chi il fiuto innato (alla Pippo Inzaghi) per intuire dove sarebbe andata la sfera.

Poi è nato il “falso nueve”, di cui forse l’ex viola Nandor Hidegkuti è stato lo storico precursore, prima mezza punta in vertice arretrato di un triangolo d’attacco rovesciato, completato dai due interni di centrocampo nell’Ungheria anni 50, poi attaccante centrale autore di una tripletta nello storico 6-3 di Wembley contro i maestri inglesi. Oggi il calcio è cambiato radicalmente ma l’importanza del numero 9, di nome o di fatto, resta fondamentale (non ditelo a Pep Guardiola, mi raccomando…). Il sabato ferragostano del villaggio calcistico lo ha ribadito: in rete Dybala, Dzeko, Morata, Giroud, Shomurodov. E all’estero, Salah, Icardi, Benzema, Pulisic, Haaland, Vardy. Nomi noti e nomi nuovi, con in comune il vizietto del gol.

dzeko flash

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Nemmeno un allenamento coi compagni, giusto il tempo di porre l’atteso autografo in calce al contratto una volta risolta la querelle con la Roma, ed ecco che Edin Dzeko la mette. Da nove puro, con quel magico numero sulle spalle, su cui pesa il macigno dell’eredità di Romelu Lukaku. Assurdo dire che lo ha fatto dimenticare per un gol e un assist (peraltro una perla di tacco) in amichevole contro la Dinamo Kiev. Il bosniaco non sarà mai Big Rom, ma resta un signor centravanti. Che oltretutto ha segnato proprio “alla Lukaku”, sfondando la difesa ucraina in ripartenza. Uno che il nove lo ha indossato per tutta la carriera e che con l’Inter di reti ne ha segnate tante (173), Roberto Boninsegna, lo ha già promosso, stroncando giustamente i paragoni col belga: “I tifosi dovrebbero mettersi il cuore in pace, come quando una fidanzata ti lascia. Lukaku non è sostituibile, eccezionale, a volte quando insisteva nel cercare Lautaro era perfino troppo altruista per essere un centravanti. Questo piccolo difettuccio in Dzeko, invece, non lo vedo: lui ha un po’ di sano egoismo” ha detto Bonimba nell’intervista sulla Gazzetta di oggi.

Juve

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Chi invece la firma ancora non l’ha messa su quel pezzo di carta che lo legherebbe alla Juventus oltre la stagione 2021-22, è Paulo Dybala. Ma pure lui non ha perso tempo per ricordare che la palla in fondo alla rete la sa sempre mettere. Il sinistro in scivolata contro l’Atalanta su assist di Federico Chiesa dopo soli 8 minuti lo ha rimesso al centro dell’attacco di Max Allegri e delle cronache, dopo che un problema muscolare a fine luglio aveva un po’ complicato i piani, facendogli saltare tutte le precedenti amichevoli e impedendo al tecnico di provare gli assetti del reparto avanzato con lui, che ha caratteristiche diverse dagli altri attaccanti. È andato a segno anche Alvaro Morata, il vero nove di peso bianconero, 20 reti con la Juventus in tutte le competizioni nel 2020-21.

Giroud

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Dai volti noti a quelli nuovi. Olivier Giroud si è già preso l’attacco del Milan. D’accordo, la difesa del Panathinaikos non ha opposto esattamente una resistenza strenua, ma il francese l’ha bucata come e quando ha voluto. La rete dell’uno a zero (2-1 il finale) è stata da standing ovation: lancio delizioso di Tomori e conclusione al volo nell’angolino dell’ex Chelsea. Il raddoppio di testa, in tutti i sensi, perché Giroud ha accarezzato la sfera mandandola proprio dove voleva e dove il portiere dei greci non poteva arrivare. E poi metteteci pure il palo a porta vuota, da posizione molto angolata dopo aver dribblato anche l’estremo difensore ateniese, che gli ha negato la tripletta. Ibra resta Ibra, ma aspettandolo, i rossoneri sono in buone mani, anzi, piedi e testa.

Shomurodov

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La Roma sta per annunciare l’arrivo di Tammy Abraham ma nel frattempo Eldor Shomurodov ha già lasciato il segno. L’uzbeko arrivato dal Genoa ha sbloccato dopo 17’ l’amichevole contro i marocchini del Raja Casablanca poi vinta 5-0 e ha pure contribuito con l’assist a Mkhitaryan per il 3-0 in avvio di ripresa. Vero, il grande acquisto dell’estate giallorossa dovrebbe essere il 23enne del Chelsea (il cui nome completo è Kevin Oghenetega Tamaraebi Bakumo-Abraham), ma intanto per Mourinho sapere di avere un’altra freccia da poter scagliare è una polizza d’assicurazione che farà sicuramente comodo. In una Serie A che sembra perdere contatto sempre di più con le altre grandi leghe europee, affidarsi ai centravanti di razza potrebbe essere l’ancora di salvataggio.

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