Da Dybala e CR7 a Pjanic e Sarri: tutti i messaggi, più o meno nascosti, di Allegri

Non solo Bonucci: la presentazione di Max Allegri è stato un manifesto del nuovo corso. A partire da alcuni princìpi e dalla gestione degli uomini chiave

Tanti messaggi, preparati o no, palesi o cifrati, voluti o meno. La presentazione di Massimiliano Allegri dopo già quasi due settimane dal momento in cui è fisicamente tornato alla Continassa è stato un manifesto del Max 2.0, inteso come dichiarazione di intenti e quindi anche come impronta che il tecnico livornese vuole dare necessariamente anche marcando una discontinuità rispetto alle gestioni precedenti.

PAULO AL CENTRO

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Dybala, nella Juve è il secondo con più anni di presenza dopo Chiellini, quindi il vice capitano sarà lui. Leo se n’è andato un anno al Milan, quindi se vuole la fascia se la deve comprare. Quando è tornato è diventato ultimo, ora sta scalando posizioni, ma questo Leo lo sa”. Giornalisticamente, e anche in termini di dinamiche interne, è indubbio che la chiave Bonucci sia la più stuzzicante. Altrettanto evidente è che analizzare le frasi per iscritto ha una leggerezza, o pesantezza, diversa rispetto al tono e al sorriso con cui Allegri le ha dette (e comunque le frasi restano). Allargando lo sguardo, l’esternazione ha anche un altro destinatario: Paulo Dybala. Il concetto era filtrato da tempo, il tecnico ci ha messo la faccia per chiarire chi c’è al centro della sua Juve. Al di là della fascia: “Paulo è un giocatore da 25 gol, calcia le punizioni, è un valore aggiunto. L’ho lasciato ragazzo, l’ho ritrovato uomo”.

INDIZIO PJANIC

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Quella delle punizioni non è una questione solo tecnica o solo estetica, ma un simbolo. “Io non so le decisioni di questi due anni. Io cerco di sfruttare le caratteristiche dei calciatori. Ronaldo è un calciante da lontano, Paulo da vicino. Uno è destro e l’altro sinistro. Poi se verrà un calciante destro bravo vedremo”. Ovvero il simbolo di un modo diverso di gestire Cristiano Ronaldo a partire da uno dei suoi (pochi) limiti: il desiderio di cannibalizzare i calci piazzati bianconeri, con risultati modesti. In attesa di tornarci, in tanti hanno letto un indizio nell’eventualità che anche le punizioni di destro potrebbe calciarle qualcun altro: “Se verrà un calciante destro bravo”. Chissà perché la testa è andata subito a Miralem Pjanic.

CR7 SENZA SOGGEZIONE

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Ronaldo è un calciatore straordinario e un ragazzo intelligente, ci sarà una gestione per tutti i giocatori e vale anche per lui”. Non c’è bisogno di doti divinatorie per leggerci un cambio di passo rispetto all’impiego totalizzante dell’ultimo biennio, sempre 90 minuti in campo e senza turni di riposo se non con la lingua a terra a fine stagione. “E’ tornato da pochi giorni e ci ho parlato. Ho parlato anche con gli altri sennò sembra che parlo solo con lui”. Nella gestione non è diverso dagli altri, senza sudditanze o soggezione (anche nell’ottica del tema contrattuale, il futuro – si è detto – è di altri), ma con tanto rispetto per quello che in campo sa dare, come pochissimi.

SENATORI RESPONSABILI

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Ancora su Ronaldo, infatti: “Ha fatto 130 gol con la Juve, gli ho detto che sono felice di ritrovarlo, ma anche che ha una responsabilità maggiore vista la sua età, da lui mi aspetto molto anche come esperienza”. In termini di atteggiamenti, e in termini di leadership nei confronti di un gruppo giovane: l’ultima Europa bianconera di Max si chiuse con Cristiano che usciva dal campo facendo il gesto di quelli che se l’erano fatta sotto. Evitare che succeda dipende anche da lui, fa capire Allegri. Max si aspetta che questa responsabilità se la prendano anche i senatori: “I più anziani, Ronaldo, Chiellini e Bonucci, devono essere un valore aggiunto per la squadra, oltre a portare esperienza e tecnica devono essere esempi per quelli più giovani che devono capire ancora meglio cos’è la Juventus”. Bonucci, ancora tu.

GOL IN MEZZO (E SARRI)

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Altri messaggi sono stati più chiari. Il pragmatismo allegriano si sublima nel conto tra gol fatti e gol subiti. Sui gol fatti ha chiamato per nome Kulusevski che l’anno scorso ne ha segnati 7 (“deve sicuramente crescere in fase realizzativa, ha un motore importante e quindi è migliorabile”) ma anche le mezzali “con licenza di uccidere”. Dieci reti le aveva chieste a McKennie: “Si vede che ha l’istinto del gol, sotto porta è freddo ed è bravo di testa”. Ma anche a Rabiot: “Ha potenzialità, questa palla gli va dappertutto quando tira, ma deve avere l’ambizione di fare 10 gol in campionato. Ha inserimento, ha buon piede, è bravo. Non posso chiedere 10 gol a Bentancur, poi magari è il migliore per le caratteristiche che ha”. Messaggi chiari. Mentre sui gol subiti… “Sono tanti anni che il campionato lo vince chi ha la miglior difesa, anche quest’anno. Credo negli ultimi quindici anni ci sia stata una sola eccezione a questa regola”. Allegri la butta lì: guarda caso è lo scudetto della Juve di Sarri, chiamato proprio per cercare qualcosa di diverso dopo il quinquennio col livornese. Max è tornato.

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