Da “Corto muso” a “pesce ratto” e “guardie e ladri”: tutte le frasi celebri di Allegri

L’allenatore della Juve è famoso per le sue battute, ma anche per un linguaggio colorito che spesso trae ispirazione dall’ippica: ne sanno qualcosa anche Benatia e Pjanic…

Livia Taglioli

17 gennaio 2024 (modifica alle 23:36) – MILANO

Da livornese verace Max Allegri ha sempre la battuta pronta, anche in occasioni ufficiali quali le conferenze stampa. E molte volte le sue uscite – specie quelle più originali o spiritose – diventano tormentoni che si tramandano di stagione in stagione ed entrano a far parte di un vocabolario calcistico che trascende i colori della maglia. Il suo repertorio trova spesso ispirazione dal mondo dell’ippica, sport che da sempre lo appassiona, o comunque affonda nelle sue radici e nel suo vissuto. Eccone qualche esempio, dal più al meno celebre. A partire dalla battuta tagliente proferita dopo la vittoria sul Sassuolo: “La corsa sull’Inter? Come guardie e ladri, loro scappano e noi rincorriamo”.

ispirazione ippica

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“Ti intendi di ippica? Nei cavalli basta mettere il musetto davanti, non di 100 metri. Foto, corto muso, chi perde di corto muso è secondo, chi vince così è primo”: evviva il “corto muso”. Ma non è finita qui, perché anche “mandare al prato” è espressione tipica del mondo dell’ippica: “A 5 anni scommettevo già sui cavalli, perché a Livorno andavo con ‘mi’ nonna a’ cavalli. Purtroppo ora l’ippica è andata in disarmo, invece era tanto bello per i bambini. A Livorno poi c’è una grande passione. Ora hanno chiuso anche l’ippodromo e quindi non si può più andare. Se ci sono analogie coi calciatori? Molte, infatti Benatia l’ho mandato al prato. Perché i cavalli dopo un po’ che vincono, si mandano al prato a riposare”.

da benatia a Pjanic al pesce ratto

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“L’unica cosa che so è che Pjanic ieri era in mano a Cristo e speriamo che il Signore ce l’abbia rimandato un po’ meglio”. Il suscitare simpatia e consensi non è mai stato fra le sue priorità: “Posso piacere o non piacere, come il pesce ratto”. La Juve stessa ha tanti tifosi, ma anche moltissimi tifosi-contro: “In Italia ci sono 50 milioni di tifosi, 12 sono della Juve, gli altri del Milan, dell’Inter, della Roma e via così. Tutti sono contro la Juve. Ora me ne rendo conto”.

la semplicità del calcio

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 “Facciamo giocare i bambini e non cerchiamo di trasformare il calcio in una scienza esatta, perché non è un gioco di schemi”. Se non è tattica, allora è poesia: “In Italia la tattica, gli schemi, sono tutte puttanate. Il calcio è arte e gli artisti sono i grandi campioni”. Ma non chiamatelo spettacolo: “Lo spettacolo è al circo: noi dobbiamo vincere le partite e fare i tre punti”. In fondo la ricetta è davvero facile: “Il calcio è molto semplice: bisogna fare due cose, la fase offensiva e quella difensiva, e bisogna farle bene tutte e due. Quando non attacchi al massimo non è certamente una vergogna, anzi… fare una bella fase difensiva vale come lavorare al meglio sulla fase offensiva, perché l’obiettivo finale è il risultato e ci si può arrivare in qualsiasi modo”. Gira che rigira, la sostanza è sempre quella.

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