Da Combin a Maignan: “Bienvenue Mike”, quando il Milan parla francese

Il portiere ex Lilla è solo l’ultimo dei transalpini che hanno indossato la maglietta rossonera. E la squadra di Pioli diventa sempre più francofona

“Jeunes” e “programmation” per fare grande il Milan. Cioè giovani, programmazioni, idee. E il francese ci sta. Perché l’ultimo arrivato ha giocato a Lilla ed è cresciuto a Parigi. “Magic” Mike Maignan, 25 anni, professione “gardien”. Portiere. Il primo della storia rossonera e il quarto della rosa dopo Theo Hernandez, Kalulu e Soualiho Meité, attualmente in prestito dal Toro e con il riscatto ancora incerto (servono 8 milioni). Comunque vada sarà un Milan francofono.

Francofoni

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A centrocampo si parla francese, l’ha detto Bennacer: “Io e Kessie ci capiamo al volo, parliamo la stessa lingua ed è più facile”. Uno algerino, l’altro ivoriano. I due si intendono alla grande. Diga di mezzo tra tecnica, qualità e regia. Se il Milan è in Champions è anche grazie a loro. Poi c’è Saelemaekers, belga di Bruxelles, il francese come lingua madre. Un aiuto in più per il “gardien”. Altri? Kjaer ha giocato un paio di anni a Lille (2013-2015). Ha lasciato il Pierre Mauroy l’anno in cui è arrivato Maignan. Non si sono incrociati, ma qualche rudimento di francese gli è rimasto. Stesso discorso per Tatarusanu – due stagioni a Nantes tra il 2017 e il 2019 – e Ibrahimovic. Lui e Maignan hanno avuto un battibecco ai tempi del Psg. Il ragazzino e il gigante. “Sei un portiere di mer…” disse Zlatan, dopo aver piegato le mani di Mike. “E tu un attaccante di mer…”. Il tutto finì con una stretta di mano negli spogliatoi. “Ti rispetto, ragazzo”. Ora saranno compagni di squadra.

Top e flop

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Maignan sarà il diciottesimo francese in rossonero. E gli altri? Ve li ricordate? Chi ha segnato di più è stato Papin, 31 gol in due anni (1992-1994), mentre Desailly resta quello ad aver giocato più partite: 183 dal 1993 al 1998, con 6 trofei nel palmarès. Campione d’Europa nel 1994. Seguono Flamini e Mexes, da sempre legati alla piazza. Di quest’ultimo si ricorda ancora la rovesciata contro l’Anderlecht nel 2012. Di Gourcuff, invece, le dichiarazioni di Maldini dopo l’addio. “Yoann si comportava male, arrivava in ritardo e faceva il bello in allenamento”. Papà Christian replicò in modo pesante: “È colpa di Gattuso se ha chiuso prima la stagione, gli entrava sempre duro”. Con un altro fisico e un’altra testa avremmo visto un campione (forse). Altri da ricordare: Dugarry, Ibrahim Ba, N’Gotty, Rami, Dhorasoo, Bakayoko, Niang e perfino Vieira, meteora rossonera nel 1995 ma campione altrove (Arsenal, Juve, Inter, City e nazionale). Il primo in assoluto? Nestor Combin, a Milano dal 1969 al 1971 (50 partite e 11 gol). Nel ’69 segnò un gran gol nella finale d’andata di Coppa Intercontinentale contro l’Estudiantes.

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