Da Brozo a Skriniar, da Eriksen a Lautaro: quante sliding doors in casa Inter

Anche Perisic tra i giocatori che sono stati vicini a partire e invece sono diventate colonne del progetto. E in fondo lo stesso Conte…

Conte ha in mano l’Inter con una leadership tale da sembrare la cosa più naturale del mondo. Ma non va dimenticato che c’è voluto un patto, associato a Villa Bellini, per permettere tutto questo. Il tecnico ora è una cosa sola con il nerazzurro del club che sta trascinando in alto, il matrimonio è stato però in bilico fino a poche settimane dall’inizio della stagione.

Sliding doors

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Porte girevoli come quelle che hanno trattenuto ad Appiano pedine che sembravano destinate a lasciare Milano e diventate colonne portanti della capolista. Compresi i due che hanno deciso le ultime sfide, contro Atalanta e Torino, con i gol da tre punti: Milan Skriniar e Lautaro Martinez. L’Inter viaggia insieme, canta la stessa musica ma fino a poco fa non era scontato che la storia andasse in questa direzione.

VILLA BELLINI

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Lo sfogo di Conte pochi minuti dopo la fine dello scorso campionato è ancora nella memoria di tutti. “Non è stato riconosciuto il lavoro dei ragazzi, non è stato riconosciuto il mio lavoro, ho trovato scarsissima protezione da parte del club. Zero assoluto”. Al termine della cavalcata in Europa League, culminata con la sconfitta in finale contro il Siviglia, club e allenatore hanno fatto il punto. Faccia a faccia, tutto sul tavolo. Poteva essere rottura definitiva, è stata tregua armata. Solo il campo può dire se è stata scelta la strada giusta, i risultati per ora non possono che andare in questa direzione. Un’Inter diversa da quella di Conte sembra ora impensabile, ma a fine agosto la separazione era una prospettiva tutt’altro che impossibile.

CENTROSINISTRA

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Così come non era scontato vedere protagonisti sul campo alcune pedine che stanno contribuendo a coltivare il sogno scudetto. I nomi più scontati da fare sono quelli di Perisic ed Eriksen, con il primo rientrato alla base dopo il prestito al Bayern tra mille perplessità e il secondo vicino all’addio a gennaio. Come testimoniato dalle parole di Marotta, pronunciate il 23 dicembre prima del match contro il Verona: “Eriksen è sulla lista dei trasferibili. Ha avuto difficoltà nell’inserimento e non è funzionale, è un dato di fatto oggettivo. E’ giusto dare al giocatore la possibilità di trovare spazio altrove, non è certo una punizione”. Dichiarazioni che, lette ora, sembrano provenire da un’altra era geologica. Il centrosinistra è ora di Ivan e Christian, un’utopia solo qualche mese fa.

SKRINIAR E LAUTARO

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Gli ultimi due eroi in casa nerazzurra sono stati Skriniar e Lautaro, che con i loro gol contro Atalanta e Torino hanno portato all’Inter sei punti ‘sporchi’, sofferti, pesantissimi. Il primo in estate stava preparando le valigie per Londra, il secondo è stato a lungo corteggiato dal Barcellona di Messi nella scorsa primavera. Lo slovacco era indirizzato al Tottenham in nome della plusvalenza, sul Toro in Catalogna hanno scritto per mesi, soprattutto durante il lockdown. Due trascinatori di questa Inter proiettata allo scudetto sono stati vicini a lasciare Milano, i due ultimi conigli estratti dal cilindro rendono assurdo pensare che i nerazzurri potessero fare a meno di loro. Eppure, non era poi così impossibile che accadesse.

BROZOVIC

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Come non bisogna dare per scontata la presenza di Brozovic come perno fisso del centrocampo nerazzurro. Il croato era praticamente già su un aereo diretto per Siviglia, nel gennaio 2018. Spalletti bloccò tutto, trasformò l’ex Dinamo Zagabria nel play della sua Inter e regalò a Conte un tuttofare del centrocampo. Anche se Epic a sua volta qualche mese fa ha rischiato di partire, sacrificato sull’altare del bilancio. Invece, nuova vita. Come quelle del condottiero in panchina e delle altre colonne che potevano andare ma sono rimasti. Le vittorie si costruiscono anche così: scegliendo la strada giusta quando si è a un bivio.

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