Da Boniperti e Riva a Balotelli e Darmian: gli eroi azzurri delle sfide “dentro o fuori”

Tante le partite “spareggio” nella storia delle qualificazioni per Mondiali o Europei della Nazionale. La prima con l’Egitto nel 1953. E per 3 volte abbiamo fatto fuori proprio la Svizzera

Da Boniperti a Balotelli, da Gigi Riva a El Shaarawy. Le sfide senza domani della Nazionale nel Dopoguerra hanno visto tanti protagonisti sfruttare il momento per confermare tutto il loro talento o anche diventare eroi per una notte, come probabilmente fu il caso per Zaccardo o De Agostini. La partita dell’Olimpico contro la Svizzera sarà solo l’ultima di una lunga serie di “spareggi” per centrare la qualificazione a Mondiali o Europei affrontata dagli Azzurri nell’ultimo mezzo secolo o giù di lì.

Ai piedi delle piramidi

—  

Potrà sembrare strano, ma per arrivare ai Mondiali del 1954 in Svizzera, l’Italia dovette eliminare l’Egitto in una doppia sfida. Andata al National Stadium del Cairo il 13 novembre ‘53, vinta 2-1 in rimonta grazie alle reti di Frignani e Muccinelli, poi un largo 5-1 a San Siro con doppietta di Boniperti. Anche per guadagnarsi un posto a Cile ‘62 la Nazionale scese in campo contro una squadra non propriamente europea, almeno geograficamente parlando, Israele. Due passeggiate: 4-2 a Tel Aviv (doppietta di Corso) e 6-0 al Comunale di Torino con poker di Omar Sivori.

Era meglio perdere prima…

—  

Il 7 dicembre 1965 a Napoli con un 3-0 sulla Scozia con reti di Pascutti, Facchetti e Mora, l’Italia strappa il pass per i Mondiali del ‘66 in Inghilterra. Dove, 8 mesi più tardi, in quel di Middlesbrough, il dentista (così narra la leggenda, ma pare non fosse vero) nordcoreano Pak Doo-Ik scrisse una delle pagine più nere del nostro calcio, eliminando la Nazionale del c.t. Edmondo Fabbri. Andò meglio 4 anni dopo in Messico, dove l’Italia arrivò sino alla finale persa col Brasile dopo la leggendaria Italia-Germania 4-3. La qualificazione era giunta col 3-0 di Napoli alla Germania Est (Mazzola, Domenghini, Riva). Nel 1974 ecco la Svizzera: battendola 2-0 a Roma (precedente benaugurante) con reti di Rivera su rigore e Riva, gli azzurri centrano l’obiettivo dei Mondiali di Germania. Altri 4 anni e per salire sull’aereo per l’Argentina si suda. Ci vuole un 3-0 all’Olimpico sul Lussemburgo per qualificarsi solo grazie alla differenza reti favorevole rispetto a quella dell’Inghilterra.

Il trionfale Mundial

—  

Al Mundial spagnolo del 1982 finito in trionfo, quello di Pablito e dell’urlo di Tardelli, ci siamo arrivati da secondi nel girone di qualificazione, alle spalle della Jugoslavia, grazie a uno striminzito 1-0 al San Paolo nuovamente contro il Lussemburgo con gol di Collovati dopo 6’. Nel 1994 (dopo due edizioni in cui siamo stati ammessi di diritto, prima da campioni in carica, poi da Paese organizzatore), c’è ancora la Svizzera sul cammino verso gli Usa. Battendo il Portogallo a San Siro 1-0 grazie alla rete di Dino Baggio a 7’ dalla fine, sopravanziamo in classifica i rossocrociati di un punto e i lusitani di 2. A Pasadena finirà in lacrime ai rigori contro il Brasile.

In scioltezza

—  

Nel ‘98 arriva già alla terzultima giornata delle qualificazioni, grazie a un comodo 3-0 sulla Polonia, la certezza aritmetica del secondo posto nel gruppo alle spalle dell’Inghilterra, valido per l’accesso ai playoff. Uno spareggio in due turni che gli azzurri si aggiudicano grazie alla vittoria per 1-0 contro la Russia. L’eroe di quel 15 novembre 1997, a Napoli, è Casiraghi. A Mosca, due settimane prima, era finita in pareggio (1-1). Anche nel 2002 non si soffre (il 4-0 alla Lituania a Trieste ci dà il pass in largo anticipo), mentre nel 2006 è un gol di Zaccardo a Palermo contro la Slovenia e dare il via alla cavalcata trionfale che si concluderà sotto il cielo di Berlino con Fabio Cannavaro che alza la coppa. Alle ultime due edizioni ci siamo invece arrivati con un 2-2 a Dublino contro l’Irlanda con reti di Camoranesi e Gilardino (2010) e un 2-1 sulla Repubblica Ceca a Torino (2013) con gol di Chiellini e Balotelli e rigore parato da Buffon. Le ultime due alle quali abbiamo partecipato, vista la drammatica esclusione dal Mondiale di Russia del 2018. Decisiva, in negativo, la partita di ritorno dei playoff contro la Svezia, alla quale la Nazionale di Ventura non è riuscita a segnare un gol in 180 minuti. Sconfitta per 1-0 all’andata con rete di Johansson, pareggio 0-0 il 13 novembre 2017 a San Siro.

europei

—  

Non solo Mondiali però. L’Italia ha affrontato parecchie partite da dentro fuori anche per arrivare agli Europei. La prima nel novembre 1967 a Berna (riecco la Svizzera) col rigore di Riva che vale il 2-2 che ci permette di tenere dietro la Romania in classifica. E di andare poi a vincere la finale bis di Roma con la Jugoslavia (ripetuta dopo che due giorni prima era finita 1-1 ai supplementari). Nel 1972 fu un 3-0 alla Svezia a San Siro a spalancarci le porte della massima competizione continentale (Boninsegna e doppietta di Riva), mentre nell’88 furono Vialli, De Agostini e il Principe Giannini a firmare al Meazza un altro 3-0 decisivo, quello al Portogallo. Nel 2000 invece fummo costretti a strappare uno 0-0 in Bielorussia per qualificarci. Tutto più semplice nel 2004, 4-0 all’Azerbaigian. Nel 2008 fu il rigore di Panucci in pieno recupero a dare il 2-1 sulla Scozia a Glasgow che assicurò agli Azzurri la qualificazione. Dopo la passeggiata del 2012 (+10 sull’Estonia), nel 2016 sono Eder, El Shaarawy e Darmian a fissare il 3-1 di Baku di nuovo contro gli azeri che ci porta in Francia. Infine, l’ultima trionfale edizione, quella dei rigori di Wembley, a cui l’Italia arrivò in carrozza, con 12 punti di vantaggio sulla Finlandia. E ora sotto con la Svizzera, per salire sul volo per il Qatar e trovare nuovi protagonisti da aggiungere a questa lunga lista.

Precedente Juve, Pogba sogno oppure no? Pro e contro di un suo arrivo Successivo Il vice c.t. della Bosnia: "Se Dzeko è pronto, gioca sia con la Finlandia sia con l'Ucraina"