Da Bernardeschi a CR7 e De Ligt: come tornano i bianconeri dalle Nazionali

Sono stati 13, più Demiral, i giocatori di Pirlo partiti per i vari impegni con le nazionali: in due hanno segnato e in molti hanno convinto, soprattutto l’esterno che con Mancini sembra sempre un calciatore di livello superiore

Andrea Pirlo vede piano piano ricomporsi il suo gruppo, con i rientri dei giocatori dai vari impegni delle rispettive nazionali. La cattiva notizia è senza dubbio la positività di Merih Demiral, quella positiva è probabilmente il cambio di aria che è stato fatto dopo lo scivolone contro il Benevento, che sembrava aver reso l’ambiente un po’ pesante. Per avere un quadro il più completo possibile, ecco come hanno trascorso questa settimana abbondante gli altri 13 giocatori che non sono rimasti con l’allenatore bianconero.

GLI AZZURRI

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Partendo con la postilla dell’Under-21, Gianluca Frabotta torna ovviamente da una spedizione slovena che ha permesso agli Azzurrini di conquistare i quarti di finale di maggio contro il Portogallo: in panchina con la Repubblica Ceca, ha fatto meglio offensivamente che difensivamente contro la Spagna e ha chiuso subentrando all’86’ nell’importante successo sulla Slovenia dopo i due pareggi iniziali. Con Roberto Mancini verso Qatar 2022, Giorgio Chiellini è stato invece capitano contro l’Irlanda del Nord con una buona gara, mentre Leonardo Bonucci gli ha fatto da spalla per poi sostituirlo in Bulgaria, nonostante qualche lancio sbilenco di troppo: entrambi out con la Lituania, il primo è rientrato in anticipo a Torino. Federico Chiesa ci ha messo il solito impegno sia da subentrato nel primo match che dall’inizio a Sofia, ma nel complesso ha raccolto poco con qualche protesta di troppo: diverso l’impatto dalla panchina a Vilnius, di tutt’altro tenore ed efficacia. Infine Federico Bernardeschi, che domenica sera era entrato proprio al posto del suo omonimo: nel suo quarto d’ora di gioco ha confermato che con Mancini è molto più ispirato che in bianconero e questo corollario è stato confermato anche e soprattutto in Lituania. In azzurro si sente a casa, Pirlo continua a sperare che l’effetto traslochi anche in Piemonte.

LA RETROGUARDIA

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Partendo da Wojciech Szczesny, alla Polonia è sicuramente rimasto l’amaro in bocca per come è cominciato il percorso di qualificazione, con la rimonta subita a Budapest dall’Ungheria che in mezz’ora ha recuperato dallo 0-2 fino al 3-3 finale. Il portiere e la squadra si sono rifatti nell’agile 3-0 ai danni di Andorra, ma ieri a Wembley i biancorossi si sono dovuti arrendere alla favorita Inghilterra per 2-1. È migliorato gradualmente invece il trittico dell’Olanda di Matthijs de Ligt, che era iniziato con il pesante 4-2 incassato dalla Turchia a Istanbul con una sua deviazione decisiva e un gol fantasma che non gli è stato assegnato. Poi i netti successi su Lettonia e Gibilterra, con il centrale bianconero che non ha mai mancato nemmeno un minuto. Infine un accenno a Radu Dragusin, che si è visto eliminare con la sua Romania dell’Europeo Under-21 per differenza reti nonostante il primo posto a pari merito con Olanda e Germania: solo mezz’ora in campo per lui, subentrato nella ripresa del match conclusivo contro i tedeschi.

FRANCOFONI

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Parlano la stessa lingua i due centrocampisti di Pirlo chiamati dalle rispettive nazionali, Adrien Rabiot e Hamza Rafia. Il primo ha pagato con la sua Francia lo scotto di un match forse sottovalutato con l’Ucraina – da titolare , pareggiato nonostante il divario tecnico tra le squadre. Poi da subentrato è arrivato il successo esterno in Kazakistan, mentre in Bosnia-Erzegovina il centrocampista è stato uno dei migliori di Didier Deschamps nel delicato 0-1. Diverso il discorso invece per la Tunisia del 21enne dell’Under-23 bianconera che con Pirlo ha siglato il gol vittoria sul Genoa in Coppa Italia ai supplementari. I nordafricani erano infatti impegnati negli ultimi due match di qualificazione alla Coppa d’Africa: le “Aquile di Cartagine” avevano già ottenuto il pass lo scorso novembre, ma sono comunque arrivate due vittorie su Libia e Guinea Equatoriale. Rafia ha giocato il secondo match da titolare uscendo dal campo al 62’ e poi ha avuto occasione di fare visita alla Juventus Academy di Tunisi tra autografi e foto con i bambini vestiti di bianconero.

ALL’ATTACCO

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Partendo ovviamente da CR7, è impossibile ignorare il gol fantasma negato nel finale della trasferta in Serbia finita 2-2 (con tanto di lancio della fascia da capitano), ma Ronaldo ha guardato avanti e ha guidato i compagni portoghesi, segnando, all’1-3 in casa del Lussemburgo. Il primo impegno era stato il fortunoso successo contro l’Azerbaigian grazie a un’autorete: Cristiano non si è perso un secondo dei tre match, tutti con la fascia da capitano – inizialmente – al braccio. Aveva invece cominciato con il botto Alvaro Morata, andando a segno nel deludente pareggio della Spagna contro la Grecia: titolare per tutte e tre le gare, quello è rimasto l’unico centro di questa pausa dal campionato, ma gli iberici hanno poi vinto a Tbilisi nel recupero contro la Georgia e hanno superato 3-1 il Kosovo. Il quadro si chiude infine con Dejan Kulusevski, con la sua Svezia che vuole mettere in discussione il primo posto nel girone proprio alla Spagna del compagno di reparto: solo vittorie infatti per gli scandinavi, prima contro la Georgia e poi in Kosovo. L’ex Parma era titolare all’esordio nella fase a gironi, mentre è entrato nel finale a Pristina come nell’amichevole vinta sull’Estonia con mezz’ora di campo.

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